Roma, 4 novembre 2024 – Aumentano le tensioni sul fronte del Medio Oriente: dopo gli attacchi Unifil, ora Israele fa un’altra messa e notifica alle Nazioni Unite l'annullamento dell’accordo del 1967 con l’agenzia Unrwa per i rifugiati palestinesi. Il 28 ottobre, la Knesset aveva già approvato due leggi contro l’agenzia Onu: “Prove schiaccianti confermano l'infiltrazione di Hamas nell'Unrwa”, scrive l’ambasciatore israeliano all’Onu, Danny Danon.
Sul fronte opposto, Tel Aviv sostiene di poter raggiungere un accordo di cessate il fuoco con Hezbollah in Libano entro 10-14 giorni. Gli Usa presentano la bozza ai mediatori. Non si fermano, intanto, i raid aerei sulla Striscia: è di almeno 30 i morti il bilancio di oggi nel nord di Gaza.
Israele ha anche individuato gli obiettivi da colpire in Iraq nel caso in cui dovessero continuare gli attacchi sferrati dalle milizie sciite filoiraniane presenti nel Paese.
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Per l’eventuale invio dei carabinieri in Palestina, come addestratori della polizia palestinese, “devono essere d’accordo tutte le parti in causa”, anche
Israele. Lo ha precisato il ministro della Difesa, Guido Crosetto, a Cinque minuti. “Non si muove un carabiniere o un soldato italiano se noi non abbiamo esperito tutte le condizioni possibili per garantirne la sicurezza. Per costruire uno Stato palestinese e portare la pace servono le forze di polizia, hanno scelto quelle italiane perché sono le migliori per addestrare, noi siamo disposti a fare questo grande sacrificio ma i nostri devono essere totalmente sicuri”.
Due comandanti di Hezbollah, tra cui un membro della Forza d'élite del gruppo sciita Radwan, sono stati uccisi in recenti attacchi aerei nel Libano meridionale. Lo afferma l'IDF in una nota. Un attacco condotto da caccia da combattimento ad as-Sultaniyah ha ucciso Riyad Reda Ghazzawi, che l'IDF identifica come comandante dell'unità missilistica anticarro della Forza Radwan. Ulteriori attacchi hanno preso di mira diversi edifici a Safad al-Battikh dove stavano operando membri di Hezbollah. L'IDF afferma che un comandante del quartier generale di Hezbollah è stato ucciso negli attacchi. Era responsabile del trasferimento di armi alle cellule di Hezbollah, nonché del reclutamento.
L'Iran ha deciso come rispondere a Israele dopo l'attacco israeliano contro i siti militari iraniani, in risposta al lancio di missili di Teheran dell'1 ottobre. "Abbiamo esaminato tutti gli scenari e abbiamo preso una decisione in merito alla nostra risposta", ha affermato, senza aggiungere ulteriori dettagli il portavoce del ministero degli Esteri iraniano, Esmail Baghaei, parlando con i giornalisti, come riferisce Mehr. "Sostenere la sovranità nazionale e l'integrità territoriale dei Paesi è un principio per noi e lo abbiamo dimostrato nella pratica", ha sottolineato l'alto diplomatico iraniano, aggiungendo che la Repubblica islamica utilizzerà tutti i mezzi per rispondere a Israele. "La nostra reazione contro l'aggressione di Israele sarà definitiva e decisiva", ha detto il funzionario.
Israele ha individuato gli obiettivi da colpire in Iraq nel caso in cui dovessero continuare gli attacchi sferrati dalle milizie sciite filoiraniane presenti nel Paese. Lo riporta il sito di notizie saudita Elaph con sede a Londra citando funzionari anonimi, secondo i quali i satelliti hanno monitorato il lavoro di Teheran per trasferire missili balistici e relative attrezzature dall'Iran al territorio iracheno. L'obiettivo, riferiscono le fonti, è quello di utilizzarli in un previsto imminente attacco contro Israele. Il sito afferma che Israele sta monitorando e identificando gli obiettivi appartenenti alle milizie sostenute dall'Iran, nonché obiettivi dello iracheni. Inoltre Baghdad è stata avvertita, deve tenere a freno le milizie e impedire loro di utilizzare il suo territorio per lanciare attacchi, prosegue il sito.
Le autorità di Teheran hanno eseguito la condanna a morte di un membro della comunità ebraica iraniana che era stato incriminato per omicidio. Lo rende noto l'Iran Human Rights con sede in Norvegia. Arvin Ghahremani è stato impiccato in prigione nella città occidentale di Kermanshah dopo essere stato condannato per omicidio durante una rissa di strada, ha affermato il gruppo, in un periodo di crescenti tensioni con Israele.
"Nel mezzo delle minacce di guerra con Israele, la Repubblica islamica ha eseguito la condanna a morte di Arvin Ghahremani, un cittadino ebreo iraniano", ha affermato il direttore dell'IHR Mahmood Amiry-Moghaddam, aggiungendo che il caso contro Ghahremani presentava "gravi incongruenze". E ancora. "Tuttavia, oltre a questo, Arvin era ebreo e l'antisemitismo istituzionalizzato nella repubblica islamica ha indubbiamente svolto un ruolo cruciale nell'esecuzione della sua condanna", ha aggiunto Amiry-Moghaddam. La comunità ebraica un tempo considerevole nell'Iran dominato dai musulmani sciiti si è ridotta dalla Rivoluzione islamica del 1979, ma rimane la più grande in Medio Oriente al di fuori di Israele. Mentre gli ebrei iraniani sono stati giustiziati subito dopo la Rivoluzione, l'esecuzione di un ebreo iraniano è senza precedenti negli ultimi anni.
L'Iran potrebbe condurre un attacco "forte e complesso" e usare "testate più potenti" in un attacco di rappresaglia contro Israele, rispetto a quelle utilizzate in precedenza: lo riferisce il Wall Street Journal citando fonti locali, secondo le quali le autorità iraniane non avrebbero intenzione di limitare la loro risposta a missili e droni. L'Iran, riferisce il giornale, starebbe pianificando una risposta completa usando testate ancora più potenti e altre armi, e l'esercito convenzionale del paese sarebbe coinvolto nell'attacco di rappresaglia, hanno aggiunto le fonti. Secondo il Wsj, il coinvolgimento dell'esercito regolare non significherebbe che saranno schierate truppe iraniane, ma che il Corpo paramilitare delle guardie rivoluzionarie islamiche (IRGC), che di solito gestisce le questioni di sicurezza di Israele, "non agirà da solo" in questo caso.
Il quotidiano ha inoltre osservato, citando un altro funzionario iraniano anonimo, che l'Iran potrebbe usare il territorio iracheno almeno per una parte dell'operazione e molto probabilmente colpirà obiettivi militari israeliani, "ma in modo molto più aggressivo rispetto all'ultima volta". Non solo. "I nostri militari hanno contato vittime, quindi devono rispondere", ha detto una fonte. Secondo un'altra fonte, infine, l'Iran non vorrebbe influenzare l'esito delle elezioni presidenziali americane con il suo attacco.
L'esercito israeliano ha annunciato di aver ucciso Abu Ali Rach'a, il comandante della roccaforte di Hezbollah nel villaggio di Barashit, nel Libano meridionale. Secondo la dichiarazione dell'esercito, Rach'a era responsabile di avere guidato attacchi missilistici e anticarro contro le forze israeliane e di aver supervisionato le attività del movimento sciita libanese nella regione. La dichiarazione dell'esercito ha aggiunto che le forze israeliane hanno ucciso anche Ahmad al-Dalo, un membro della Jihad islamica coinvolto nel massacro di Kfar Aza del 7 ottobre, nella Striscia di Gaza.
Israele può raggiungere un accordo di cessate il fuoco con Hezbollah in Libano entro 10-14 giorni. É quanto ha riferito Channel 12 citando un funzionario israeliano. Gli Stati Uniti hanno redatto una bozza di accordo, riportata dall'emittente pubblica Kan nei giorni scorsi, per uno stop ai combattimenti e l'attuazione della risoluzione 1701 dell'Onu, che respinge Hezbollah a nord del fiume Litani.
È di almeno 30 morti il bilancio dei raid odierni di Israele sul nord di Gaza. Lo ha denunciato il portavoce dell'agenzia di difesa civile, Mahmud Bassal, precisando che "dall'alba di oggi, almeno 17 cittadini sono stati uccisi negli attacchi israeliani contro case e cittadini nella Striscia di Gaza settentrionale", di cui sei nella città di Beit Lahia e quattro a Jabaliya. Tra loro c'erano donne e bambini, ha aggiunto. Separatamente, i medici del ministero della Salute gestito da Hamas hanno registrato altri 13 palestinesi uccisi in diversi attacchi israeliani nel sud della Striscia, tra cui "quattro bambini a est di Khan Yunis" e una donna e i suoi due figli nel quartiere orientale di Khirbet al-Adas a Rafah.
Muhammad Salha, direttore dell'ospedale Al-Awda di Jabaliya, ha descritto la situazione come "orribile" e l'unico chirurgo generale rimasto nel nord di Gaza è al lavoro nel suo ospedale, dove oltre il 70 per cento delle ferite ha richiesto un intervento chirurgico urgente. Dal 6 ottobre, l'esercito israeliano sta conducendo una vasta operazione nel nord dell'enclavce palestinese, in particolare nelle aree di Jabaliya, Beit Lahia e Beit Hanoun per impedire ai militanti di Hamas di riorganizzarsi.
Israele ha notificato alle Nazioni Unite l'annullamento del suo accordo del 1967 con l'agenzia per i rifugiati palestinesi (Unrwa), ha detto una fonte ufficiale, dopo che il parlamento israeliano ha posto il veto su due leggi che vietano le sue attività in Israele e nei territori palestinesi occupati. "A seguito dell'approvazione della legge sull'Unrwa, lo Stato di Israele ha ufficialmente notificato al presidente dell'Assemblea Generale la cessazione della cooperazione con l'agenzia", scrive l'ambasciatore israeliano presso le Nazioni Unite, Danny Danon, sul social network X.
Secondo la lettera del ministero degli Esteri israeliano e pubblicata da Danon, la legislazione approvata dalla Knesset il 28 ottobre entrerà in vigore tra tre mesi. "Nonostante le prove schiaccianti che abbiamo presentato all'Onu e che confermano l'infiltrazione di Hamas nell'Unrwa, l'Onu non ha fatto nulla per correggere la situazione", ha dichiarato Danon, sottolineando che Israele collaborerà con 'altre' agenzie umanitarie. "Ma non con organizzazioni che promuovono il terrorismo contro di noi". L'Unrwa è stata istituita nel 1950 dall'Onu e fornisce servizi sociali a più di cinque milioni di rifugiati palestinesi - molti dei quali discendenti delle centinaia di migliaia di sfollati a seguito della creazione dello Stato di Israele - che oggi vivono nella Striscia di Gaza, in Cisgiordania, in Libano, in Siria e in Giordania.