Roma, 27 dicembre 2023 – I giorni delle festività di Natale si chiudono nel sangue a Gaza dove si contano almeno 106 morti per il bombardamento sul campo profughi di Maghazi e altre 4 vittime a Khan Yunis. E Israele avverte che “la guerra andrà avanti ancora per molti mesi” anche a seguito dell’allargamento del conflitto con l’ingresso come parte attiva degli Houthi yemeniti filoiraniani.
Lo Stato ebraico ha affermato di aver sventato un loro attacco aereo con droni contro la città meridionale di Eilat e "altre aree della Palestina occupata". Il ministro israeliano Gallant: “Ci colpiscono da Gaza, Cisgiordania, Libano, Siria, Iraq e Yemen”. Gli Usa da parte loro hanno comunicano di aver distrutto 12 droni e 5 missili lanciati dai ribelli dello Yemen sul Mar Rosso dopo un attacco verso una nave commerciale Msc "bersagliata con missili per impedirle di raggiungere Israele".
Sulla situazione umanitaria a Gaza, il relatore speciale dell’Onu sui diritti umani degli sfollati interni ha affermato che Israele sta “lavorando per espellere” la popolazione civile dalla Striscia. “Israele sta cercando di alterare in modo permanente la composizione della popolazione di Gaza con ordini di evacuazione in continua espansione e attacchi diffusi e sistematici contro i civili e le infrastrutture civili” nel sud di Gaza, ha detto Paula Gaviria Betancur in un comunicato diffuso dall'Alto commissariato Onu per i diritti umani (Unhcr).
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Le ultime notizie
Nuovo avvertimento di Israele al Libano dopo una giornata di pesanti attacchi contro la Galilea. "La situazione al nostro confine nord richiede un cambiamento. Il tempo per una soluzione di carattere politico sta per esaurirsi", ha affermato il ministro Benny Gantz, ex capo di stato maggiore che fa parte del gabinetto di guerra di Israele. "Se il mondo ed il governo libanese non agiranno per far cessare gli spari contro le nostre località nel nord e non obbligheranno gli Hezbollah ad allontanarsi dal confine, le nostre forze armate provvederanno".
Iraj Masjedi, il principale consigliere del comandante delle forze 'Qods' delle Guardie della rivoluzione iraniana, Esmail Qaani, ha affermato: "Nel caso di qualunque tipo di aggressione contro l'Iran da parte del regime sionista, l'Iran raderà al suolo Tel Aviv". Aggiungendo: "L'Iran sostiene la resistenza e i palestinesi oppressi ma le forze della resistenza non hanno bisogno dell'assistenza dell'Iran durante la loro guerra contro Israele a Gaza perché sono in grado di sconfiggere il regime da sole". L'Iran ha annunciato oggi che posizionerà cinque unità missilistiche in località sensibili all'interno del Paese. Una dichiarazione che Teheran si è affrettata a ribadire dopo la dichiarazione dei Pasdaran che l'attacco del 7 ottobre fosse una risposta all'omicidio del comandante delle forze al-Quds, Qassem Soleimani, e che avrebbe potuto portare a una reazione israeliana.
Dopo il richiamo di Hamas i Guardiani della Rivoluzione iraniani hanno fatto marcia indietro. I Pasdaran avevano affermato che l'attacco di Hamas del 7 ottobre in Israele fosse stata una risposta all'uccisione del comandante delle forze al-Quds, Qassem Soleimani (Ucciso il 3 gennaio 2020 in un raid Usa in Iraq). Ma dopo la smentita palestinese, un portavoce dei Pasdaran, Ramazan Sharif, ha sostenuto che le sue dichiarazioni "sono state interpretate male". "Non ho affermato che l'operazione sia stata eseguita come vendetta per l'uccisione di Qassem Soleimani. Ho semplicemente menzionato che uno degli esiti era una forma di ritorsione per l'assassinio".
L'allarme è stato lanciato da Ronen Bar, capo dello Shin Bet: il comandante in capo dell'esercito israeliano in Cisgiordania, Yehuda Fox, ha ricevuto delle minacce di morte lanciate contro di lui da attivisti di estrema destra.
L'Idf ha cacciato cinque soldati accusati di violenze inflitte a tre palestinesi a metà ottobre, ne ha darto notizia una fonte della Difesa, citata da Haaretz. I 5 facevano parte dell'unità Sfar Hamidbar, composta in maggioranza da giovani coloni radicali, spesso provenienti dagli avamposti nati illegalmente in Cisgiordania. L'unità è stata sospesa per le violenze perpetrate e si valuta di smantellarla. L'episodio più grave, che ha portato al licenziamento dei cinque soldati. Si è verificato nel villaggio di Wadi al-Seeq, in Cisgiordania, il 13 ottobre scorso, ai danni di tre palestinesi. Secondo le testimonianze i 5 soldati picchiarono duramente i prigionieri, spensero sigarette e gli urinarono addosso. Inoltre postarono le immagini dei tre uomini bendati, ammanettati e lasciati in mutande, che fecero il giro dei social. Inoltre nella stessa occasione, arrestarono anche degli attivisti di sinistra israeliani presenti sul posto, compreso un minorenne, ammanettadoli e minacciandoli di ucciderli.
Benyamin Netanyahu ha risposto alle accuse del presidente turco: "Proprio Erdogan, che commette un genocidio fra i curdi e che si è aggiudicato il record mondiale di arresti di giornalisti contrari al regime, è l'ultimo che ci può fare prediche". Netanyahu ha aggiunto: "Il nostro è l'esercito più morale al mondo, che combatte ed elimina l'organizzazione terroristica più disgustosa e crudele al mondo. Hamas-Isis, che si è macchiata di crimini contro la umanità e che Erdogan invece loda, offrendo anche ospitalità ai suoi dirigenti".
Il presidente Recep Tayyip Erdogan ha paragonato il premier israeliano Benjamin Netanyahu ad Adolf Hitler. "Quale differenza c'è tra te e Hitler? C'è qualcosa che è rimasto indietro, rispetto a ciò che ha fatto Netanyahu? No". Inoltre secondo il leader turco le immagini dei prigionieri palestinesi nudi e legati, radunati in uno stadio di Gaza ricordano i campi di concentramento nazisti. "Hanno radunato i prigionieri nello stadio come fossero in campi di concentramento nazisti. Che differenza c'e'? Nessuna. Siete uguali a Hitler e la Turchia continuerà ad alzare la voce per le vittime musulmane innocenti".
Il segretario di Stato Usa Antony Blinken sarà nuovamente in Medio Oriente la prossima settimana. Blinken dovrebbe visitare Israele, la Cisgiordania, gli Emirati Arabi Uniti, l'Arabia Saudita e il Qatar.
Hamas prende le distanze dalle parole con cui l'Iran ha definito gli attacchi del 7 ottobre come "una delle vendette" per la morte di Qassem Soleimani, il capo della Forza Quds ucciso in un raid Usa in Iraq nel gennaio del 2020. "Neghiamo la validità delle affermazioni del portavoce dei Guardiani della Rivoluzione, Ramzan Sharif, rispetto all'operazione 'Tempesta di Al Aqsa'", si legge in un comunicato diffuso dal gruppo dopo le dichiarazioni arrivate da Teheran e ripreso dall'agenzia Maan, in cui si rivendica che "tutta la risposta della resistenza palestinese arriva come reazione all'occupazione e all'aggressione" degli israeliani "contro il popolo palestinese e i suoi luoghi sacri".
Almeno 20 persone sono rimaste uccise e molte altre ferite in un attacco israeliano vicino all'ospedale Al-Amal a Khan Younis, nel sud della Striscia di Gaza. Lo ha affermato il ministero della Sanità dell'enclave, controllato da Hamas. L'attacco giunge dopo che il portavoce militare israeliano ha riferito che i commando dell'esercito dello Stato ebraico stanno intensificando le operazioni a Khan Yunis.
Sanità di Gaza: il bilanci delle vittime palestinesi sale a 21.110 morti dallo scoppio delle ostilità lo scorso 7 ottobre.
I Guardiani della rivoluzione iraniani hanno affermato che l'attacco del 7 ottobre di Hamas in Israele è stato "una delle vendette" per l'uccisione, avvenuta nel gennaio del 2020 per mano Usa, del capo della Forza Quds, Qassem Soleimani. Ora Teheran "risponderà" dopo che lunedì è stato ucciso in Siria un comandante dei Guardiani della Rivoluzione, Seyed Razi Mousavi.
Le difese contra aeree di Israele oggi hanno intercettato diversi razzi lanciati dal Libano in direzione della località di frontiera di Rosh ha-Nikrà (Alta Galilea). Il portavoce militare ha spiegato che alcuni razzi sono stati intercettati, mentre altri sono caduti in zone disabitate.
L'agenzia palestinese Wafa - che cita fonti mediche - ha riferito che 6 palestinesi sono "stati uccisi questa mattina da un drone israeliano che ha bombardato" il campo profughi di Nour Shams, a est di Tulkarem in Cisgiordania. Tra i morti - secondo la stessa fonte - c'è anche un giovane di 17 anni; inoltre sono segnalati diversi feriti. L'esercito israeliano non ha ancora commentato la vicenda.
"Ai sensi del diritto internazionale e dello Statuto delle Nazioni Unite, nel momento opportuno che sarà ritenuto necessario, l'Iran si riserva il diritto legittimo di rispondere con decisione" a
Israele per l'uccisione del generale delle Guardie della Rivoluzione Seyyed Razi Mousavi, in Siria. Lo ha affermato in una lettera al Segretario generale dell'Onu, Antonio Guterres, l'ambasciatore di Teheran presso le Nazioni Unite, Saeed Iravani, definendo "un atto terroristico" l'operazione che ha portato alla morte di Mousavi, "a causa di tre missili sparati dalle posizioni del regime israeliano sulle Alture del Golan occupate". L'ambasciatore dell'Iran all'Onu, ha anche chiesto al Consiglio di Sicurezza di "condannare le attività maligne del regime di Israele e i suoi atti di aggressione e terrorismo nella regione che rappresentano una seria minaccia alla pace globale e alla sicurezza", riferisce l'agenzia Irna.
Almeno tre persone sono morte nella notte in un bombardamento attribuito a Israele che ha colpito un'abitazione a Bint Jbeil, nel sud del Libano. Le vittime sono una coppia e il fratello dei due. Un'altra persona è rimasta ferita, come riporta il giornale L'Orient Le Jour, secondo cui si tratta della prima operazione israeliana a Bint Jbeil dallo scorso 8 ottobre quando sono iniziate le tensioni tra
Israele e gli Hezbollah libanesi nel contesto delle ostilità tra Israele e Hamas.
L'Ufficio stampa governativo di Gaza gestito da Hamas ha accusato Israele di aver rubato organi da 80 corpi di palestinesi restituiti ieri al valico di frontiera di Kerem Shalom. Secondo il movimento islamista Israele "ha rubato la dignità di 80 martiri" riconsegnandoli "mutilati", si legge in un comunicato citato dai media arabi. "L'esame dei corpi indica chiaramente che l'occupazione israeliana ha rubato loro organi vitali", afferma la nota di Hamas sostenendo che non è la prima volta che Israele "mutila" corpi di palestinesi e chiedendo un'indagine internazionale indipendente sull'accaduto. I media israeliani riportano che i cadaveri di 80 palestinesi uccisi a Gaza sono stati restituiti e sepolti in una fossa comune a Rafah, dopo che erano essere stati prelevati dagli obitori e dalle tombe e portati in Israele per verificare che tra di loro non ci fossero ostaggi.
Il principale fornitore di telecomunicazioni di Gaza ha annunciato oggi che i servizi di comunicazione e internet sono stati interrotti a causa del danneggiamento delle infrastrutture. Lo riferisce l'Onu.
L'esercito israeliano ha annunciato oggi la morte di altri tre soldati nei combattimenti di ieri nel nord della Striscia di Gaza, portando a 164 il bilancio delle vittime militari dell'operazione di terra contro Hamas. In un comunicato citato dai media locali, le Forze di difesa israeliane (Idf) specificano che le ultime vittime sono due soldati di 20 e 21 anni e un vicecomandante di 23 anni.
L'eminente attivista politica palestinese e sostenitrice delle donne incarcerate, Khalida Jarrar, è tra i palestinesi arrestati durante i raid militari israeliani nei paesi e nelle città della Cisgiordania. Ne danno notiza i media arabi. Jarrar avrebbe dovuto parlare all'evento online "Prigioni e incarcerazione in un tempo di genocidio", ospitato mercoledì dall'organizzazione giornalistica indipendente Jadaliyya.
Raid notturni delle forze israeliane in Cisgiordania. Lo riporta Al Jazeera. Gli attacchi starebbero avvenendo nella citt di Tulkarem, nel campo profughi di Nour Shams a est di Tulkarem e nella città di Beit Ummar, a nord di Hebron. In precedenza, secondo Al Jazerra, le forze israeliane avevano preso d'assalto le città di Qaffin, Jayyus, Alar, Atil e Sayda nella Cisgiordania. Le agenzie di stampa locali palestinesi hanno riferito che i soldati israeliani hanno fatto irruzione in diverse case, provocando scontri.
La nuova proposta di accordo di cessate il fuoco messa sul tavolo dall'Egitto è ancora in sospeso, ma non ci sono ancora risposte definitive. Lo dice in un'intervista al canale egiziano AlQahera News, una fonte egiziana di alto livello. Secondo la fonte la proposta dell'Egitto per un nuovo accordo che consentirebbe il rilascio degli ostaggi detenuti a Gaza in cambio di un cessate il fuoco tra
Israele e Hamas è preliminare, e verrebbe ampliato solo dopo aver ricevuto risposte da tutte le parti coinvolte. Le affermazioni della fonte contraddicono le notizie secondo cui Hamas e la Jihad islamica avrebbero rifiutato l'offerta
L'attivista israeliano di 18 anni Tal Mitnick è stato condannato ieri a 30 giorni di carcere militare per aver rifiutato di arruolarsi nell'esercito. Lo rende noto Mesarvot, l'associazione pacifista di cui il giovane fa parte. "La violenza non può risolvere la situazione, né da parte di Hamas né da parte di Israele: non esiste una soluzione militare a un problema politico", ha dichiarato Mitnick in merito alla guerra a Gaza.