Roma, 26 dicembre 2024 – Non si sono fermati nemmeno a Natale i bombardamenti e le violenze. Nella notte nuovi raid israeliani sulla Striscia di Gaza hanno fatto almeno dieci vittime, mentre una trentina di persone è rimasta ferita. Secondo media locali tra le 10 vittime ci sono 5 giornalisti del canale Al-Quds Today. Il loro veicolo è stato colpito nelle vicinanze dell'ospedale Al-Awda, mentre altre cinque persone sono state uccise e 20 ferite in un attacco contro una casa nel quartiere Zeitoun di Gaza City. Il veicolo colpito dall’Idf sarebbe stato contrassegnato come un furgone dei media e utilizzato dai giornalisti per riferire dall'interno dell'ospedale e del campo profughi di Nuseirat, secondo i media palestinesi. Le Forze di difesa israeliane (Idf), da parte loro, hanno confermato di aver effettuato un "attacco mirato" contro un veicolo appartenente a una cellula della Jihad islamica.
Oggi il papà di Sila, la neonata di tre settimane assiderata la notte di Natale a Gaza, racconta il dramma della sua bambina, morta di freddo in una tendopoli palestinese. “Non riuscivamo a stare al caldo. Sila si è svegliata piangendo tre volte durante la notte e al mattino l'hanno trovata senza reagire, con il corpo rigido".
Intanto il ministro della Sicurezza nazionale israeliano, Itamar Ben Gvir, è entrato oggi nella Spianata delle Moschee di Gerusalemme, un atto che la popolazione palestinese considera una provocazione. Tanto che lo stesso Netanyahu si è dissociato dalle azioni di Ben Gvir dichiarando: "Lo 'status quo' sul Monte del Tempio non è cambiato".
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L'ufficio della procuratrice generale di Israele Gali Baharav-Miara ha chiesto l'apertura di un'indagine nei confronti di Sara Netanyahu, la moglie del premier, con l'accusa di aver cercato di intimidire un testimone nel caso di corruzione contro il marito.
Oggi a Gaza è morto un neonato a causa del freddo estremo e delle temperature in calo. E' il quarto caso nelle ultime 72 ore. Fonti mediche hanno confermato all'agenzia Wafa che il neonato è deceduto a causa del freddo. L'aggressione israeliana ha lasciato molte famiglie senza un riparo e risorse adeguati.
L'Unifil ha sollecitato "il ritiro tempestivo delle forze di difesa israeliane e il dispiegamento delle forze armate libanesi nel Libano meridionale e la piena attuazione della risoluzione 1701". Esortando a mettere fine a "qualsiasi azione che metta a rischio la fragile cessazione delle ostilità" nel Paese dei Cedri, la missione Onu "ha invitato entrambe le parti a utilizzare il meccanismo di recente istituzione, come concordato nell'intesa, per affrontare le questioni in sospeso". In una dichiarazione, l'Unifil ha sottolineato che "sta lavorando a stretto contatto con le forze armate libanesi mentre accelerano gli sforzi di reclutamento e ridistribuiscono le truppe a sud". Si è anche detta "pronta a svolgere il suo ruolo nel supportare entrambi i Paesi nell'adempimento dei loro obblighi e nel monitoraggio dei progressi. Ciò include garantire che l'area a sud del fiume Litani sia libera da personale armato, beni o armi diversi da quelli del governo del Libano e dell'Unifil, nonché il rispetto della Linea blu". "C'è preoccupazione per la continua distruzione da parte dell'Idf di aree residenziali, terreni agricoli e reti stradali nel Libano meridionale. Ciò viola la risoluzione 1701", ha concluso la missione Onu.
"Basta colonizzare i popoli con le armi. Lavoriamo per il disarmo''. E' il nuovo accorato appello che il Papa ha lanciato all'Angelus in Piazza S. Pietro. Bergoglio ha rinnovato poi il suo monito a cancellare il debito dei Paesi poveri rilanciato anche nel messaggio Urbi et Orbi di Natale. "Incoraggio tutti a sostenere la campagna di Caritas internationalis intitolata 'trasformare il debito in speranza' per sollevare i Paesi oppressi dai debiti insostenibili e promuovere lo sviluppo. La questione del debito - ha scandito il pontefice - è legata a quella della pace e del mercato nero degli armamenti. Basta colonizzare i popoli con le armi! Lavoriamo per il disarmo, contro la fame, contro le malattie, contro il lavoro minorile. E preghiamo per favore per la pace nel mondo intero, la pace nella martoriata Ucraina, a Gaza, Israele, Myanmar nord Kivu e in tanti paesi in guerra".
Almeno 14 palestinesi, tra cui tre donne e due bambini, sono stati uccisi oggi in attacchi aerei israeliani nella Striscia di Gaza, secondo quanto riferito da fonti mediche all'agenzia Anadolu. Una fonte ha detto che otto persone sono state uccise in un attacco su una casa nel quartiere di Sabra, nella parte meridionale di Gaza City. Tra le vittime anche tre donne e due bambini. Bombardamenti sono stati segnalati anche nel quartiere di Zeitun, nella parte meridionale di Gaza City, ma non si ha ancora notizia di vittime.
Altri quattro palestinesi sono stati uccisi e altri feriti in un attacco dei jet da combattimento israeliani contro una casa nella città settentrionale di Jabalia, ha detto un'altra fonte. I corpi di due persone sono stati recuperati anche dopo un attacco di droni israeliani a Rafah settentrionale, nella Striscia di Gaza meridionale. Secondo testimoni citati da Anadolu, un'infermiera palestinese è rimasta ferita nell'esplosione di un robot carico di esplosivo fuori dall'ospedale Kamal Adwan, nella città settentrionale di Beit Lahia. Un simile robot è stato fatto esplodere fuori dall'ospedale Al-Awda.
Una neonata è morta per ipotermia nella Striscia di Gaza. Lo hanno denunciato fonti sanitarie, ricordando che si tratta del terzo bambino deceduto per il freddo negli ultimi giorni. La famiglia della piccola, di 3 settimane, viveva in una delle tendopoli della Striscia per i palestinesi sfollati a causa della guerra. Il padre della piccola Sila, Mahmoud al-Faseeh, ha raccontato all'Associated Press di averla avvolta in una coperta per cercare di tenerla al caldo nella loro tenda nell'area di Muwasi, fuori dalla città di Khan Younis, ma questo non è stato sufficiente. Ha spiegato che la tenda non era sigillata contro il vento e il terreno era freddo, dato che le temperature sono scese a 9 gradi. "Ha fatto molto freddo durante la notte e noi adulti non siamo riusciti a sopportarlo. Non riuscivamo a stare al caldo", ha raccontato, "Sila si è svegliata piangendo tre volte durante la notte e al mattino l'hanno trovata senza reagire, con il corpo rigido".
La Giordania ha condannato la visita al complesso di Al-Aqsa del ministro per la Sicurezza nazionale israeliano e leader dell'estrema destra, Itamar Ben-Gvir, definendola una "provocazione" e una violazione dello status quo. Amman ha inoltre criticato l'iniziativa come "un affronto alla sacralità'" della moschea, sottolineando che tali misure unilaterali violano il diritto internazionale e lo status esclusivo del sito per il culto musulmano. Il ministero degli esteri giordano ha chiesto un'azione internazionale per fermare le "violazioni in corso" di Israele e per "fermare i suoi crimini contro il popolo palestinese".
Hamas ha fornito un elenco parziale di ostaggi ancora in vita ai negoziatori, ma non è in grado di darne una completa perché non riesce a comunicare con tutti i gruppi che li tengono prigionieri. Lo ha affermato un funzionario anonimo di Hamas al quotidiano qatarino Al-Araby Al-Jadeed, sottolineando che il gruppo palestinese potrà fornire maggiore informazioni sui rapiti una volta iniziato il cessate il fuoco, grazie a una comunicazione a Gaza più facile. Gli israeliani accusano Hamas di rifiutarsi di fornire informazioni sugli ostaggi nelle sue mani.
Il quotidiano afferma inoltre che la prima fase del cessate il fuoco vedrà il rilascio di due soldati maschi con cittadinanza americana. Non è chiaro se questo si riferisca alle truppe in servizio, poiché Hamas classifica tutti gli uomini in età da combattimento come truppe. Inoltre, la prima fase vedrà anche il rilascio di due uomini con cittadinanza russa, afferma il rapporto.
Il primo ministro Benjamin Netanyahu ha dovuto dissociarsi dalle azioni di Ben Gvir con una dichiarazione molto concisa: "Lo 'status quo' sul Monte del Tempio non è cambiato". Gli ebrei chiamano la Spianata il Monte del Tempio perché la considerano il sito del Secondo Tempio, il luogo più sacro della loro religione. Secondo lo status quo dal 1967 (quando Israele occupò Gerusalemme Est), il complesso è riservato esclusivamente al culto musulmano, mentre gli ebrei possono entrare solo come visitatori e non per pregare, come Ben Gvir, accompagnato da estremisti ebrei, fa sempre più spesso dall'inizio della guerra.
Il Gran Rabbinato di Israele proibisce agli ebrei di pregare li', e stabilisce che le loro preghiere siano eseguite solo nell'adiacente Muro Occidentale. L'ingresso del ministro nella Spianata, oggi, avviene mentre il suo Paese è impegnato nei negoziati con l'organizzazione islamista Hamas per concordare un cessate il fuoco e lo scambio di ostaggi a Gaza.
Il ministro della Sicurezza nazionale israeliano Ben Gvir è entrato nella Spianata delle Moschee di Gerusalemme, sede della Moschea di Al Aqsa (il terzo sito piu' sacro dell'Islam), in un atto che la popolazione palestinese considera una provocazione. "Questa mattina sono salito sul sito", ha scritto l'ultra-ministro su X, "per pregare per la pace dei nostri soldati, per il pronto ritorno di tutti i rapiti e per una vittoria completa con l'aiuto di Dio", e ha accompagnato il suo messaggio con una foto che lo ritrae mentre cammina, sorvegliato da poliziotti, attraverso il luogo sacro. Insieme a lui, sono entrati nella Spianata delle Moschee una ventina di israeliani, la maggior parte dei quali membri delle forze di sicurezza e di intelligence, ma anche alcuni radicali, secondo fonti del Waqf, la fondazione religiosa dipendente dalla Giordania che amministra il sito.
Il veicolo colpito dall’Idf sarebbe stato contrassegnato come un furgone dei media e utilizzato dai giornalisti per riferire dall'interno dell'ospedale e del campo profughi di Nuseirat, secondo i media palestinesi. I cinque reporter uccisi lavoravano per il canale televisivo palestinese "Al-Quds Today", affiliato al movimento della Jihad islamica. Lo ha affermato l'emittente, confermando che un missile ha colpito il furgoncino della tv che si trovava nel campo di Nuseirat, nella parte centrale di Gaza. L'emittente ha identificato i cinque membri dello staff come Faisal Abu Al-Qumsan, Ayman Al-Jadi, Ibrahim Al-Sheikh Khalil, Fadi Hassouna e Mohammed Al-Lada'a. Sono stati uccisi "mentre svolgevano il loro dovere giornalistico e umanitario", ha spiegato "Al-Quds Today" in una nota. "Affermiamo il nostro impegno a continuare il nostro messaggio mediatico di resistenza", ha proseguito.
Le Forze di difesa israeliane (Idf), da parte loro, hanno confermato di aver effettuato un "attacco mirato" contro un veicolo appartenente a una cellula della Jihad islamica nella zona di Nuseirat durante la notte. "Prima dell'attacco sono state adottate misure per mitigare il rischio di ferire i civili, compreso l'uso di munizioni di precisione, sorveglianza aerea e ulteriore raccolta di informazioni di intelligence", ha riferito l'Idf spiegando che i terroristi colpiti nell'attacco volevano "pianificare ed eseguire un attacco esplosivo di droni contro le truppe dell'Idf in un lasso di tempo imminente".
Nuova ondata di bombardamenti israeliani in diverse parti della Striscia di Gaza durante la notte: almeno 10 persone sono state uccise e altre 30 ferite. Secondo l'agenzia di stampa Wafa, che ricostruisce i due distinti attacchi, cinque persone sono state uccise e venti ferite nel raid aereo su una casa nel quartiere Zeitoun di Gaza City. Mentre altre 10 persone sono rimaste ferite in un altro attacco su una zona residenziale a nord-ovest della città. Tra le vittime di questo secondo attacco anche cinque giornalisti del canale televisivo Al Quds. Secondo l'emittente, Israele ha bombardato il veicolo televisivo davanti all'ospedale Al-Awda a Nuseirat, nel centro della Striscia di Gaza.