Roma, 11 ottobre 2024 – Un drone libanese ha eluso lo scudo israeliano colpendo un palazzo a Herzliya, a una decina di km a nord di Tel Aviv, sede di una casa di riposo. Non ci sarebbero feriti. Un secondo drone è stato intercettato. Sono le ultime notizie sulla guerra in Medio Oriente, che ha coinvolto anche i caschi blu di Unifil, finiti nel mirino di Israele in Libano. Oggi un secondo attacco dopo quello di ieri.
In un comunicato durissimo, Italia, Francia e Spagna intimano a Tel Aviv un “cessate il fuoco immediato”. Nella nota si sottolinea come gli attacchi alle forze di pace Onu costituiscano “una grave violazione del diritto internazionale”. Anche il presidente Usa Joe Biden si allinea: basta sparare contro Unifil. Parole nette che seguono i nuovi colpi esplosi oggi da Tel Aviv in direzione della missione Onu: feriti due militari cingalesi, uno è grave. “Abbiamo risposto a una minaccia che arrivava da 50 metri da quella postazione”, la giustificazione dell’Idf.
Le ultime notizie in diretta
L'edificio che è stato colpito da un attacco di droni durante lo Yom Kippur a Herzliya, a nord di Tel Aviv, è una casa di riposo. Lo riportano alcuni media israeliani tra cui Ynet. L'attacco ha innescato un piccolo incendio che è stato spento dai vigili del fuoco e non si segnalano feriti. Circa un'ora dopo l'attacco, il comune di Herzliya ha riferito ai residenti che potevano lasciare i bunker.
Le Forze di difesa israeliane hanno confermato che un edificio è stato colpito nella città centrale di Herzliya, a nord di Tel Aviv, dopo il lancio di due droni dal Libano. Non si hanno notizie di feriti. L'esercito dello stato ebraico ha indicato che i droni sono stati tracciati dal momento in cui hanno attraversato il confine e che i caccia sono riusciti ad abbatterne uno. Non è stato immediatamente chiaro perché il secondo drone non sia stato intercettato. Le Idf non hanno detto se l'edificio sia stato colpito dal drone o dalle schegge dei missili intercettori, ma hanno dichiarato che l'incidente è oggetto di indagine. I filmati pubblicati sui social media mostrano un drone che sorvola gli edifici della città. Channel 12 ha riferito che l'impatto ha innescato un incendio e che alcune zone della città sono prive di elettricità. La polizia di Israele ha affermato di aver ricevuto diverse segnalazioni di schegge cadute nell'area di Herzliya. "Gli agenti di polizia e gli esperti artificieri del distretto sono attualmente sul posto, per gestire i detriti dell'intercettazione e condurre ricerche approfondite per mitigare ogni ulteriore rischio per la popolazione. Al momento non sono stati segnalati feriti, anche se si registrano danni a un edificio", ha dichiarato la polizia.
La protezione civile di Gaza, controllata da Hamas, riferisce di 30 morti a seguito degli attacchi israeliani di oggi a Jabalya, nel nord della Striscia.
"In seguito agli allarmi attivati poco tempo fa nel centro del Paese, sono stati rilevati due velivoli senza pilota mentre attraversavano il territorio libanese. I velivoli erano sotto sorveglianza dal momento in cui hanno attraversato il confine dal Libano". Lo riferisce l'Idf su X, aggiungendo che l'aeronautica ha intercettato con successo un velivolo e "ci sono danni ad un edificio a Herzliya", città a nord di Tel Aviv. "Al momento non si conoscono vittime". Channel 12 riferisce che l'impatto ha innescato un incendio e che alcune parti della città sono senza elettricità.
Sirene d'allarme sono suonate a nord di Tel Aviv, con l'esercito israeliano che sospetta "un velivolo nemico". E alcuni boati si sono sentiti intorno alle 22 (le 21 in Italia) nella città israeliana. Lo ha constatato l'ANSA sul posto. Israele é in massimo stato di allerta per il pericolo di attacchi in concomitanza con lo Yom Kippur che è iniziato nel pomeriggio.
Oltre a chiedere l'immediato cessate il fuoco contro le missioni Unifil, il premier spagnolo Pedro Sanchez ha esortato la comunità internazionale a "sospendere l'invio di armi a Israele. Se non si rispettano i principi dell'accordo di associazione fra Ue ed Israele gli accordi devono essere rivisti: chiediamo alla Commissione di essere coerente", ha detto. "La priorità è fermare la guerra, ma non vi sarà una pace profonda senza affrontare le radici di questo conflitto: serve l'implementazione della soluzione a due Stati e una conferenza di pace", ha concluso.
Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden chiede a Israele di smettere di sparare contro le forze di pace delle Nazioni Unite in Libano, dopo due incidenti in cui i caschi blu sono stati feriti. "Assolutamente, positivamente", ha detto Biden quando un giornalista gli ha chiesto alla Casa Bianca se stesse chiedendo a Israele di fermarsi.
"Contiamo sull'impegno di Israele per la sicurezza delle missioni Onu e bilaterali di mantenimento della pace in Libano, nonché delle organizzazioni internazionali attive nella regione". Lo afferma una dichiarazione congiunta dei leader di Italia, Francia e Spagna, sugli attacchi alle truppe Unifil. Nella dichiarazione siglata a margine del Med9, Giorgia Meloni, Emmanuel Macron e Pedro Sanchez esprimono condanna e "indignazione", sottolineando che gli attacchi "costituiscono una grave violazione degli obblighi di Israele ai sensi della risoluzione del Consiglio di sicurezza Onu 1701 e del diritto internazionale umanitario. Questi attacchi sono ingiustificabili e dovranno finire immediatamente".
"Con i colleghi della Med9 la parte più importante della discussione è ruotata attorno a come riuscire ad arrivare a un cessate il fuoco a Gaza, in Libano, a come arrivare al rilascio degli ostaggi israeliani, che sono ancora molti, e come ovviamente assistere al meglio le popolazioni civili coinvolte. Sono tutte precondizioni per qualsiasi soluzione duratura della questione mediorientale". Lo dice la premier Giorgia Meloni nelle dichiarazioni dei leader al termine del summit dei Paesi Med9 a Pafo, a Cipro. La presidente del Consiglio richiama poi "il principio dei due popoli in due Stati", che "conosciamo tutti".
"Fermare la cessione di armi a Israele" utilizzate a Gaza e in Libano "è l'unica leva per porre fine ai conflitti". Lo ha detto il presidente della Repubblica francese Emmanuel Macron nelle dichiarazioni al termine del summit dei Paesi Med9 a Pafo, a Cipro.
"Al momento" non ci sono ripensamenti al Palazzo di Vetro su un riposizionamento della forza di pace Unifil sotto tiro nel Libano meridionale. Lo ha detto il portavoce dell'Onu Farhan Haq rispondendo alle domande dei giornalisti.
"In mattinata, i soldati dell'Idf che operavano nel Libano meridionale hanno identificato una minaccia immediata contro di loro. I soldati hanno risposto con il fuoco verso la sua direzione. Un esame iniziale indica" che una postazione di Unifil si trovava "a circa 50 metri dall'origine della minaccia" ed è stata "colpita durante l'incidente", con il "conseguente ferimento di due membri della forza Onu". Lo riferisce l'esercito israeliano in una nota, ribadendo di aver dato "ore prima" istruzioni all'Unifil di "entrare in spazi protetti e di rimanervi".
All'Idf è stato notificato che due peacekeeper dell'Unifil sono stati "inavvertitamente feriti durante i combattimenti dell'esercito contro Hezbollah" nel sud del Libano. Lo riferisce l'esercito israeliano esprimendo "profonda preoccupazione per incidenti di questo tipo". "L'Idf prende ogni precauzione per ridurre al minimo i danni ai civili e alle forze di pace. Dato il complesso e difficile ambiente operativo in cui Hezbollah usa strutture civili e Unifil come scudi, l'Idf continuerà a fare sforzi per mitigare il rischio che tali sfortunati incidenti si ripetano", aggiunge.
L'esercito libanese ha comunicato che gli israeliani hanno colpito una sua postazione uccidendo due militari.
L'esercito israeliano ha detto di "condurre un esame approfondito al più alto livello" sugli attacchi alle basi dell'Unifil.
"Stiamo vivendo ore di grave tensione per quanto avvenuto con gli attacchi dell'esercito israeliano alla postazione Unifil, in una situazione territoriale estremamente complessa e di pericolo per tutti. Siamo pienamente consapevoli della criticità della situazione in corso, anche sul piano politico, di questi episodi che, come apprendiamo, sono oggetto di attenta verifica e indagine in tutte le sedi preposte". Lo scrive in una lettera inviata alla premier Giorgia Meloni e ai ministri Crosetto e Tajani la presidente della Comunità ebraica italiana Noemi Di Segni esprimendo "come voce ebraica qui in Italia, la nostra vicinanza alla missione italiana e ai soldati Unifil tutti, che con spirito di servizio sono presenti nelle zone di combattimento, auspicando la loro incolumità". "Grati nuovamente al governo italiano - conclude - per tutto l'impegno dedicato alla sicurezza, qui nelle nostre città, in Libano in queste dure settimane e in ogni altro luogo e presidio".
"Non si parla di ritiro delle truppe italiane, parliamo sempre di missione Unifil. Qualunque decisione viene presa dalle Nazioni Unite e penso che la prossima settimana si troveranno per parlare di questa cosa". Lo ha detto il ministro della Difesa, Guido Crosetto, in visita in Kosovo, rispondendo alle domande dei giornalisti.
C'è poi il tema delle regole d'ingaggio: in caso di nuovo incidente (smentito intanto dalla stessa Difesa il presunto terzo attacco di stamattina contro le basi italiane) come dovranno reagire i soldati Unifil? "E' un anno e mezzo che io chiedo il cambio delle regole d'ingaggio, è un anno e mezzo che io dico che se non le cambiamo e se non cambiamo la situazione e non applichiamo la 1701 prima o poi arriverà qualcun altro". Di questo, ha spiegato il ministro, si discuterà all'Onu la prossima settimana.
"Pretendo rispetto da Israele. Il rispetto dovuto ad una nazione amica impegnata in una missione di pace". Lo ha detto il ministro della Difesa, Guido Crosetto, in visita in Kosovo.
"I militari italiani non abbandoneranno la base", come richiesto da Israele. É quanto ribadito dal contingente italiano dell'Unifil all'Idf dopo l'attacco israeliano che ha preso di mira la base 1-31 nel sud del Libano. Secondo quanto appreso da qualificate fonti di sicurezza che seguono il dossier, la posizione è stata ribadita in un incontro nella notte - autorizzato dai vertici Unifil - tra gli italiani, che gestiscono le basi del settore Ovest fuori dal quartier generale della missione, e gli israeliani proprio nella base che è stata colpita.
"I soldati italiani non si toccano, non sono militanti di Hezbollah". Lo ha detto il vicepremier, Antonio Tajani, dopo che l'esercito israeliano ha colpito basi italiane Unifil in Libano, entrando a Torino nel Grattacielo della Regione Piemonte, dov'è in programma un incontro con il presidente della Regione, Alberto Cirio, con le associazioni di categoria sull'impatto economico della frana del Frejus e della chiusura del tunnel del Monte Bianco.
Gli spari israeliani contro i peacekeepers dell'Onu sono "una violazione del diritto internazionale umanitario". Lo sottolinea il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres.
Una fonte delle Nazioni Unite afferma che Israele ha nuovamente aperto il fuoco contro un posto di osservazione delle Nazioni Unite nel Libano meridionale, ferendo due persone, una è grave. Entrambi sono cingalesi. Lo riporta Haaretz. - Secondo il Times of Israel, il fuoco israeliano è stato aperto contro un posto di osservazione della forza di mantenimento della pace nella sua base principale a Naqoura. L'Idf non hanno rilasciato dichiarazioni immediate in merito al rapporto.
La riunione del gabinetto di governo che si è tenuta dalla tarda serata di ieri, durata quattro ore, si è conclusa senza arrivare alla votazione sul piano di risposta di Israele all'attacco missilistico dell'Iran del primo ottobre. Lo riferiscono i media israeliani. Il ministro della Difesa, Yoav Gallant, non potrà quindi partire per Washington, dove era previsto un incontro con l'omologo Lloyd Austin poiché il premier Benyamin Netanyahu ha posto il veto finché il governo non voterà il piano di ritorsione.
"Se non annunciato, di certo neanche è arrivato di sorpresa". Commenta così, in un'intervista a Repubblica, l'attacco israeliano sul quartier generale dell'Unifil a Naqura, nel sud del Libano, Andrea Tenenti, portavoce della missione delle Nazioni Unite nell'area. "I bombardamenti intorno alla base ormai sono quotidiani - spiega Tenenti - quindi chi era all'interno non è stato colto di sorpresa. I livelli di allerta per la sicurezza erano già al massimo. Avevamo avuto già avvisaglie di pericolo reale, con colpi vicinissimi. Paradossalmente, ieri non è stato subito chiaro che la torretta era stata colpita, perché si trova all'estremità della base. Alcuni colpi arrivati nei giorni scorsi sembravano più vicini: ma poi i colleghi che erano a Naqura hanno capito che c'erano dei feriti, e tutto è cambiato".
"Nella missione ci sono 10.400 caschi blu provenienti da 50 Paesi. La decisione finale - afferma Tenenti, parlando della richiesta di Israele a Unifil di allontanarsi - spetta al Consiglio di sicurezza, ma io posso dire che nessuno dei Paesi in questi giorni ha mai pensato ad andare via. Non è una nazione che può dirci cosa fare. È chiaro che i nostri movimenti in questa fase sono molto limitati. Due giorni fa ci sono stati attacchi nei pressi delle basi 131 e 132 dove stazionano gli italiani, proprio vicino alla Linea Blu e al cancello che separa il Libano da Israele: i militari erano nel bunker e ci sono rimasti. È chiaro che non pattugliamo più come prima. Ma abbiamo telecamere fuori, monitoriamo quello che succede e riferiamo al Consiglio di sicurezza. Capisco che se ne sia parlato poco perché tutta l'attenzione era su Gaza: ma Unifil è sotto attacco da un anno. E nonostante ciò continua a lavorare".
"Per 18 anni - conclude - da quando è passata la risoluzione 1701, Unifil ha mantenuto la tranquillità nel sud del Libano, nonostante non siano mancati i momenti di tensione. Le critiche sono legittime, ma non spetta a Unifil implementare la risoluzione: spetta alle parti in causa. Noi abbiamo organizzato decine di trilaterali in questi anni per far parlare le due parti. Chi pensa che una soluzione radicale di tipo militare sia la risposta a mio parere sbaglia".
L'Iran sta mettendo in guardia gli alleati degli americani in Medio Oriente dal non aiutare Israele altrimenti saranno colpiti. Lo riporta il Wall Street Journal citando alcune fonti, secondo le quali Teheran ha recapitato il suo avvertimento tramite canali diplomatici dietro le quinte. La messa in guardia è stata rivolta alla Giordania, agli Emirati Arabi Uniti, all'Arabia Saudita e al Qatar.
Il ministero della salute libanese ha dichiarato che almeno 22 persone sono state uccise in attacchi aerei su quartieri residenziali di Beirut ieri. Lo riferisce la BBC. Altre 117 persone sono rimaste ferite e i soccorritori stanno scavando tra le macerie a Bachoura, una piccola area sciita della capitale. I media locali citano fonti della sicurezza secondo cui Wafiq Safa, un alleato stretto del leader di Hezbollah assassinato, Hassan Nasrallah, e apparente obiettivo dell'ultimo attacco, è sopravvissuto. Né l'esercito israeliano né Hezbollah hanno commentato. Non c'è stato alcun preavviso prima degli attacchi, e le Forze di difesa israeliane (Idf) non hanno rilasciato dichiarazioni, ha scritto ancora la Bbc.
L'attacco israeliano contro alcune postazioni Unifil in Libano è "inaccettabile" e l'Italia attende delle "scuse". L'ha detto il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, in un'intervista pubblicata oggi sul Corriere della Sera. “È inaccettabile ciò che è successo a danno di alcune postazioni di Unifil nel Sud del Libano, è inaccettabile che per errore o ancora peggio intenzionalmente vengano colpite basi di Unifil. Da un paio di settimane il Governo italiano avvertiva quello israeliano di questo pericolo: io stesso ho chiamato tre volte negli ultimi giorni il mio collega israeliano Israel Katz. E poi, visto che abbiamo stabilito da anni un rapporto molto intenso, ho chiamato due volte il presidente Herzog", ha detto il ministro.
"Purtroppo vedo che i risultati sono diversi da quanto ci è stato garantito. Mi auguro che adesso da Israele arrivino le scuse e la condanna per quanto è accaduto. Bene che l’ambasciata di Israele abbia annunciato l’apertura di un’inchiesta", ha continuato il numero uno della Farnesina. Tajani ha anche precisato che la convocazione dell'ambasciatore israeliano da parte del ministro della Difesa Guido Crosetto non è stata "formale", perché questa spetterebbe agli Esteri.
Mohammed Iyad Abdullah - il 20enne ucciso in un raid israeliano in un raid nel campo profughi di Nur Shams, in Cisgiordania - era stato nominato capo della milizia a Tulkarem dopo che il suo predecessore Mohammed Jabber era stato ucciso in uno scontro a fuoco a fine agosto ed era responsabile dell'organizzazione delle attività della Jihad islamica tra cui "molti attacchi" con l'utilizzo di esplosivi contro le truppe israeliane, spiegano le Idf in un comunicato citato dai media locali.
Abdullah è stato ucciso nell'attacco aereo insieme a un secondo terrorista, aggiungono i militari di Israele. L'agenzia di stampa palestinese Wafa afferma da parte sua che la seconda vittima era Awad Omar della vicina città di Bal'a e che i corpi dei due sono stati sequestrati dalle truppe israeliane. Le Idf sottolineano di aver trovato fucili semiautomatici e giubbotti antiproiettile sulle due vittime.
Il presidente del Consiglio europeo Charles Michel ha condannato gli attacchi alle operazioni di pace delle Nazioni Unite, dopo che i ‘peacekeeper’ dell'Unifil hanno dichiarato che le forze israeliane hanno aperto il fuoco sul loro quartier generale nel Libano meridionale.
"Un attacco contro una missione di pace delle Nazioni Unite è irresponsabile e non è accettabile, ed è per questo che invitiamo Israele e tutte le parti a rispettare pienamente il diritto umanitario internazionale", ha detto Michel a margine del vertice dell'Associazione delle nazioni del Sudest asiatico (Asean) in Laos.
L'esercito israeliano ha annunciato che due persone sono state uccise in un attacco aereo israeliano nel campo profughi di Nur Shams in Cisgiordania, identificandoli come terroristi jihadisti palestinesi. Secondo l'Idf, il ventenne Mohammed Iyad Abdullah era il leader della branca jihadista palestinese di Nur Shams, che aveva sostituito Mohammed Jaber, ucciso ad agosto. Il Ministero della Salute palestinese ha affermato che l'altro uomo ucciso nell'attacco è Ouad Jamil Omar, 31 anni.
Le Forze di difesa israeliane affermano stamattina di aver abbattuto un drone che aveva sorvolato Israele, dopo che nella notte gli allarmi antiaerei erano risuonati ad Ashkelon e in altre città non lontane dal confine con il nord della Striscia di Gaza.