Roma, 25 marzo 2025 – Per la prima volta dall'inizio della guerra in Medio Oriente il Consiglio di Sicurezza dell'Onu ha adottato una risoluzione per "un cessate il fuoco immediato" a Gaza. A smuovere l’impasse, già vista sabato con il veto di Russia e Cina alla proposta Usa, è stata la decisione degli Stati Uniti di astenersi. Un no che potrebbe essere una conseguenza delle minacce del premier israeliano Benyamin Netanyahu di non inviare a Washington di una delegazione di alto livello per discutere azioni alternative all’attacco di Rafah contro Hamas se gli Usa non avessero posto il veto alle Nazioni Unite su Gaza. E così è stato: nessun team di specialisti andrà a Washington per cercare un’azione militare contro Hamas, che sia meno pericolosa per la popolazione palestinese presente in città.
L’accordo per la tregua però potrebbe essere vicino. Infatti Hamas ha lodato la risoluzione per un cessate il fuoco immediato a Gaza adottata dall'Onu, e ha subito fatto sapere di essere pronto allo scambio di prigionieri e ostaggi con Tel Aviv.
La stessa Israele avrebbe già consegnato ad Hamas un piano in tre fasi per il cessate il fuoco, al centro il nodo cruciale: la disponibilità al rilascio di 700-800 prigionieri palestinesi in cambio di 40 ostaggi. Intanto Netanyahu ha perso il ministro Saar, che si è dimesso per dissensi sulla guerra. Mentre a Gaza continuano i bombardamenti: decine di persone sono state uccise stanotte in un attacco aereo israeliano su alcuni edifici a Rafah e a Deir al Balah, nel centro della Striscia.
Ma un funzionario americano ha dichiarato che Washington non ha alcun motivo di pensare che Israele stia commettendo un genocidio.
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Gli Stati Uniti non hanno “alcuna ragione di credere che Israele abbia commesso atti di genocidio a Gaza”, ha dichiarato lunedì un funzionario statunitense, dopo che un relatore speciale delle Nazioni Unite ha affermato che ci sono “ragionevoli motivi” per farlo. “Ribadiamo la nostra opposizione di lunga data al mandato di questo relatore speciale, che è di parte contro Israele”, ha dichiarato il funzionario all’agenzia AFP a condizione di restare anonimo. In un rapporto pubblicato lunedì, il relatore speciale delle Nazioni Unite per i territori palestinesi ha affermato che ci sono "ragionevoli motivi" per credere che
Israele abbia commesso diversi "atti di genocidio" contro i palestinesi di Gaza.
La risoluzione del Consiglio di Sicurezza Onu sul cessate il fuoco a Gaza “non è vincolante”. Lo ha affermato il portavoce del Consiglio nazionale di Sicurezza americano, John Kirby, dopo che gli Stati Uniti si sono astenuti permettendo l’approvazione del testo. “E’ una risoluzione non vincolante, per questo non ha nessun impatto sulla capacità di Israele di continuare a colpire Hamas”, ha detto Kirby, citato da Times of Israel.
Il ministro centrista Gideon Saar ha annunciato di aver rassegnato oggi le dimissioni dal governo di emergenza nato lo scorso ottobre in seguito ad un’intesa fra Benyamin Netanyahu e Benny Gantz. Saar ha spiegato di aver cercato per mesi di influenzare la conduzione della guerra e, negli ultimi tempi, di imporre sul terreno un ritmo più accelerato. Ma i suoi sforzi - ha precisato - non hanno dato esito. Ha anche chiesto di essere incluso nel gabinetto di guerra, ma sia Netanyahu sia Gantz gli hanno opposto un rifiuto. Malgrado le dimissioni di Saar (e della sua collega della lista ‘Nuova Speranza', Ifat Shasha-Biton), il governo attuale mantiene alla Knesset una solida maggioranza di 72 deputati su 120.
“Lo Stato di Israele non cesserà il fuoco. Distruggeremo Hamas e continueremo a combattere finché l’ultimo dei rapiti non ritornerà a casa”. Lo ha scritto su X il ministro degli Esteri israeliano Israel Katz dopo il voto all’Onu della risoluzione che chiede il cessate il fuoco a Gaza.
Gli Stati Uniti troveranno altre vie per mettere in guardia Israele contro un’invasione di Rafah. Lo ha detto il portavoce del Dipartimento di Stato Matthew Miller rispondendo a chi gli chiedeva della cancellazione della visita della delegazione israeliana a Washington. "Riteniamo che un’invasione sarebbe un errore", ha aggiunto Miller, sottolineando che il segretario di Stato Antony Blinken potrebbe parlare di Rafah con il ministro della Difesa di Israele Yoav Gallant.
“Quasi il 15% dei 13.000 dipendenti dell’Unrwa sono membri di Hamas di cui circa 200 sono membri attivi dell’organizzazione mentre il 50% di tutto il personale ha relazioni familiari di primo grado con militanti di Hamas o della Jihad islamica”. Questo è il quadro descritto oggi a Roma in un briefing alla stampa dall’ambasciatore israeliano Alon Bar per spiegare la battaglia di Israele contro questa agenzia dell’Onu che, a suo dire, “non ha mai mostrato la volontà di agire” per contrastare questa realtà fattuale. In passato Israele, riferisce Bar, ha più volte denunciato all’Unrwa la presenza di estremisti di Hamas fra le sue fila senza ottenere nessuna reazione collaborativa da parte dell’agenzia dell’Onu.
Hamas loda la decisione del Consiglio di Sicurezza dell'Onu e sottolinea la sua "disponibilità ad impegnarci in un immediato processo di scambio di prigionieri che porti al rilascio dei prigionieri di entrambe le parti", si legge su Telegram.
Benyamin Netanyahu ha annullato la partenza per Washington di una delegazione di alto livello israeliana. Lo ha fatto sapere l'ufficio del premier indicando come motivo l'astensione degli Usa all'Onu alla risoluzione su Gaza.
Per la prima volta dall'inizio della guerra in Medio Oriente il Consiglio di Sicurezza dell'Onu ha adottato una risoluzione in cui chiede "un cessate il fuoco immediato" a Gaza
Ennesimo e duro attacco del presidente turco Recep Tayyip Erdogan nei confronti del premier israeliano Benjamin Netanyahu: "Affidiamo a dio un certo Benjamin Netanyahu nella speranza che l'onnipotente possa distruggerlo e renderlo miserabile". Le parole del leader turco hanno scatenato la dura reazione dello Stato ebraico. I ministro degli Esteri, Israel Katz, ha convocato il vice ministro degli Esteri turco a Tel Aviv. "Ho dato precise istruzioni affinche' al vice ambasciatore turco sia inflitta una seria reprimenda dopo le parole rivolte da Erdogan nei confronti del nostro premier. Non c'è nessun dio che ascolta chi sostiene le atrocità di Hamas, Erdogan stia zitto e si vergogni".
Benjamin Netanyahu è pronto ad annullare la missione del suo team a Washington, per discutere con le proposte americane alternative ad un'operazione a larga scala a Rafah, se gli Stati Uniti non useranno il veto per bloccare la risoluzione al Consiglio di Sicurezza in cui si chiede un cessate il fuoco non condizionato al rilascio degli ostaggi. Lo fa sapere l'ufficio del premier israeliano e lo riporta il Times of Israel.
Dalla Striscia di Gaza sono stati lanciati almeno 8 razzi contro la città israeliana di Ashdod, fa sapere l'esercito. I media hanno riferito che 2/4 sono stati intercettati dal sistema di difesa Iron Dome e gli altri sono caduti in zone disabitate. Era da gennaio che non avvenivano lanci sulla città costiera vicina a Gaza.
Almeno 32.333 palestinesi sono stati uccisi e 74.694 feriti nell'offensiva militare israeliana su Gaza dal 7 ottobre scorso, ha riferito oggi il ministero della Sanità di Gaza. Nelle ultime 24 ore sono stati uccisi 107 palestinesi e 176 sono rimasti feriti, ha spiegato la stessa fonte.
Israele di non consentire più convogli umanitari dell'Agenzia dell'Onu per i rifugiati palestinesi (Unrwa) al nord della Striscia di Gaza, è "totalmente inaccettabile". Lo ha detto il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres.
"Il Segretario generale dell'Onu, Antonio Guterres, oggi sul lato egiziano del valico di Rafah, ha incolpato Israele per la situazione umanitaria a Gaza, senza condannare in alcun modo i terroristi di Hamas-Isis che saccheggiano gli aiuti umanitari e senza condannare l'Unrwa, che collabora con i terroristi e senza chiedere il rilascio immediato e incondizionato di tutti gli ostaggi israeliani". Lo scrive il ministro degli Esteri israeliano, Israel Katz, evidenziando come "sotto la sua guida, l'Onu è diventato un organismo antisemita e anti-israeliano che protegge e incoraggia il terrorismo".
Cambio di rotta all’Onu: la Cina ha chiarito di sostenere la nuova risoluzione in votazione oggi sul “cessate il fuoco immediato” a Gaza. La dichiarazione arriva a pochi giorni dal veto posto dagli Stati Uniti. “La Cina sostiene questo progetto di risoluzione e loda l'Algeria e gli altri Paesi arabi per il loro duro lavoro in questo senso”, ha detto il portavoce del ministero degli Esteri, Lin Jian. “Speriamo che il Consiglio di Sicurezza lo approvi il prima possibile e invii un segnale forte per la cessazione delle ostilità”, ha aggiunto Lin nel briefing quotidiano.
Fonti a Gaza hanno fatto sapere che molti membri di Hamas e della Jihad islamica - compresi alcuni dirigenti di alto livello - si sono raggruppati all'ospedale al-Shifa di Gaza City, nel centro della Striscia. Lo ha riferito, ripreso dai media israeliani, il network Usa Abc spiegando che secondo quelle fonti la mossa è stata presa pensando che Israele avesse terminato le operazioni nel nord della Striscia.
Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite voterà oggi una nuova bozza di risoluzione che chiede il ''cessate il fuoco sostenibile e permanente'' nella Striscia di Gaza dopo che la Cina e la Russia hanno posto il veto venerdì su quella proposta dagli Stati Uniti.
La nuova bozza chiede ''un cessate il fuoco immediato'' in concomitanza con il Ramadan, il mese sacro all'Islam, iniziato lo scorso 10 marzo. Il documento chiede anche ''il rilascio incondizionato e immediato di tutti gli ostaggi'' ancora trattenuti nell'enclave palestinese e la ''rimozione degli ostacoli per la consegna di aiuti umanitari'' alla popolazione di Gaza.
Decine di persone sono state uccise in un attacco aereo israeliano su alcuni edifici a Rafah e a Deir al Balah, nel centro della Striscia. Lo hanno riferito fonti palestinesi citate dallo Yedioth Ahronot. La radio di Hamas ha inoltre precisato che l'ultimo piano dell'ospedale Al Shifa è stato colpito dall'artiglieria e che le forze di difesa israeliane hanno preso di mira anche l'ospedale Al Amal di Khan Younis.
Israele avrebbe consegnato al movimento palestinese Hamas un documento con le sue posizioni sulle tre fasi dell'accordo che le due parti stanno negoziando per il rilascio dei prigionieri, compresa la sua disponibilità alla liberazione di 700-800 prigionieri palestinesi in cambio di 40 ostaggi, ha riferito oggi Channel 12. "Nel documento presentato, Israele ha mostrato una nuova
flessibilità in diversi settori chiave", ha spiegato la televisione citando fonti anonime.
Mentre nel quadro dei negoziati svoltisi a Parigi in febbraio, Israele prevedeva di liberare 400 prigionieri palestinesi in cambio di 40 ostaggi - donne, bambini, malati e anziani - nella prima fase dell`accordo, durante una tregua di sei settimane, il paese è ora pronto a rilasciare "quasi il doppio" dei detenuti, compresi 100 condannati per omicidio.
Secondo Channel 12, Israele attende ora una risposta dal leader di Hamas nella Striscia di Gaza, Yahya Sinwar, nei prossimi tre giorni e ritiene che le probabilità di raggiungere un accordo siano del 50%. L'emittente ha riferito inoltre che, per la prima volta nei negoziati, Israele si è detto disposto a discutere la possibilità di consentire ai palestinesi che erano stati evacuati durante i combattimenti di tornare nel nord di Gaza. Un provvedimento, però, che non riguarderebbe tutti, escludendo in particolare gli uomini in età da combattimento.
Israele continua a mantenere "linee rosse" che escludono un completo ritiro delle sue forze armate dalla Striscia di Gaza e insiste sul fatto che la campagna per distruggere Hamas riprenderà una volta concluso l'accordo, ha aggiunto Channel 12. Fino ad oggi Hamas ha chiesto che qualsiasi nuovo rilascio di ostaggi fosse accompagnato da un impegno israeliano a porre fine alla guerra, una condizione che Israele ha rifiutato definendola "delirante".