Roma, 25 dicembre 2023 – Nella Striscia di Gaza, nonostante gli appelli internazionali a una tregua almeno per il Natale, si continua a combattere e i raid di Israele non si fermano. Ieri i caccia con la Stella di David hanno bombardato nel centro dell'enclave palestinese il campo profughi Maghazi. I funzionari sanitari palestinesi dell'ospedale Shuhada Al-Aqsa citati dal Guardian hanno parlato di almeno 70 morti, ma è un bilancio provvisorio, come ha sottolineato un portavoce dell'ospedale Al-Aqsa ad al Jazeera. Si scava a mani nude tra le rovine del campo in cerca di superstiti: "Ci sono ancora feriti e cadaveri sotto le macerie". Drammatiche le immagini che giungono da Gaza di interi edifici sventrati e decine di cadaveri recuperati, chiusi nei sacchi di plastica. Dal 7 ottobre, giorno dell'attacco di Hamas, la risposta israeliana ha provocato la morte di più di 20.400 palestinesi. Il bilancio delle vittime israeliane ammonta a 1.139.
Intanto la diplomazia non si ferma con l'Egitto che ha avanzato la proposta per una tregua nella Striscia di Gaza, riportano i media locali. Il Cairo proporrebbe un'altra pausa al conflitto di circa sette o dieci giorni per il rilascio di tutti i civili ostaggi di Hamas in cambio della liberazione di prigionieri palestinesi. Al centro della proposta egiziana anche il rilascio di tutte le donne soldato in cambio di palestinesi detenuti da Israele, e un mese di negoziati per discutere il rilascio di tutti i restanti militari detenuti da Hamas in cambio di un alto numero di prigionieri, e del ritiro di Israele ai confini di Gaza. A Tel Aviv è prevista in giornata una riunione di gabinetto per valutare la proposta egiziana.
Il presidente iraniano Ebrahim Raisi ha dichiarato oggi che Israele "pagherà certamente” per l'uccisione in Siria di un alto generale delle Guardie rivoluzionarie.
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Il gabinetto di guerra israeliano, presieduto da Benyamin Netanyahu, si è riunito questa sera per discutere la parte della proposta egiziana che riguarda la possibilità di liberazione di altri ostaggi detenuti a Gaza. Lo indicano varie fonti israeliane secondo cui nella riunione si dovrebbe parlare della situazione al nord di Israele con gli Hezbollah dopo l'attacco, attribuito a Israele, che a Damasco ha ucciso un alto dirigente dei Pasdaran iraniani. Per quanto riguarda il piano di mediazione egiziano, Hamas e la Jihad islamica l'hanno già respinto.
Per il movimento sciita libanese Hezbollah, alleato dell'Iran, la morte del generale Sayyed Razi Mousavi in un raid in Siria è "un attacco palese che supera i limiti". L'ambasciatore iraniano a Damasco, Hossein Akbari, ha detto alla televisione di Stato iraniana che il consigliere senior dei Pasdaran era stato assegnato all'ambasciata come diplomatico ed è stato ucciso dai missili israeliani dopo essere tornato a casa dal lavoro.
Nel suo primo messaggio pubblico dopo i massacri del 7 ottobre, il leader di Hamas a Gaza Yahya Sinwar ha affermato oggi che la fazione islamica sta affrontando una "battaglia feroce e senza precedenti" contro Israele, aggiungendo che Hamas non si sottometterà mai alle "condizioni dell'occupazione". In un discorso alla leadership politica di Gaza, riferita tra gli altri dal Times of Israel, Sinwar si è detto fiducioso nella vittoria sostenendo che Hamas è riuscita a uccidere "più di mille soldati" nemici, cifra lontanissima dal bilancio delle autorità israeliane che stimano a poco più di 150 il numero dei soldati caduti finora.
Il presidente iraniano Ebrahim Raisi ha dichiarato oggi che Israele "pagherà certamente" per l'uccisione in Siria di un alto generale delle Guardie rivoluzionarie. "Senza dubbio, questa azione è un altro segno della frustrazione, dell'impotenza e dell'incapacità del regime sionista nella regione", ha detto Raisi in una dichiarazione e ha aggiunto che Israele "pagherà certamente per questo crimine".
L'Osservatorio siriano per i diritti umani ha riferito di un attacco israeliano a Saydah Zaynab, vicino a Damasco, in Siria. Nel raid aereo è rimasto ucciso un alto comandante iraniano dei Guardiani della Rivoluzione islamica, ha fatto sapere la tv libanese Al Mayadeen, ma senza dare indicazioni su identità e ruolo. Secondo l'agenzia di stampa semi-ufficiale iraniana Tasnim, si tratterebbe del generale Sayyed Reza Mousavi, a capo delle operazioni dei Guardiani della Rivoluzione in Siria ed stretto collaboratore dell'ex capo della forza al-Quds, Qassem Soleimani, ucciso dagli Usa in Iraq il 3 gennaio 2020.
Il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, è stato fischiato alla Knesset durante una riunione con la presenza di parenti degli ostaggi.
Arie Deri, leader del partito ortodosso 'Shas', ha riferito alla Knesset che reparti di terra dell'esercito israeliano sono entrati "all'alba di oggi nei campi profughi nel settore centrale" della Striscia di Gaza. "Nel nord della Striscia più o meno abbiamo conseguito una affermazione militare. Nel sud si trovano molte forze dell'esercito. Possiamo dire che Tsahal si trova in tutta la Striscia".
Il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha visitato alle truppe nella Striscia di Gaza. Ai suoi soldati il premier ha detto che la guerra contro Hamas è lontana dall'essere finita. "Non ci fermeremo, continueremo a combattere e aumenteremo i combattimenti nei prossimi giorni, e questa sarà una battaglia lunga e non è vicina alla fine. Abbiamo bisogno di pazienza, unità e di restare fedeli alla nostra missione", ha poi affermato Netanyahu durante una riunione dei parlamentari del Likud alla Knesset.
Fonti mediche palestinesi hanno aggiornato il bilancio del raid aereo israeliano sui campi profughi di al-Maghazi e al-Bureij, nella zona centrale di Gaza, a 106 morti. E' l'attacco aereo più letale dall'inizio dell'operazione di terra nell'enclave.
Fonti mediche palestinesi hanno aggiornato il bilancio del raid aereo israeliano sui campi profughi di al-Maghazi e al-Bureij, nella zona centrale di Gaza, a 106 morti. E' l'attacco aereo più letale dall'inizio dell'operazione di terra nell'enclave.
Hamas e la Jihad islamica (Pij) hanno respinto la proposta egiziana di cedere il potere nella Striscia di Gaza a un governo palestinese tecnocratico in cambio di un cessate il fuoco permanente. Il piano messo a punto dal Cairo e da Doha punta alla fine del conflitto e alla liberazione degli ostaggi.
Crescono gli attacchi Hezbollah contro Israele: due missili anticarro sono stati sparati dal Libano contro la città israeliana di Misgav Am, vicino al confine. Il centro era in gran parte già stato evacuato dai civili nelle ultime settimane.
Il ministro degli Esteri israeliano, Eli Cohen, ha scritto su X di non voler più "lavorare con chi coopera con la propaganda di Hamas", anunciando di aver negato il visto e non voler prolungare un altro a due funzionari dell'Onu in Israele.
L'esercito israeliano ha bombardato il villaggio di Aita al-Shaab, nel sud del Libano, per colpire obiettivi di Hezbollah. Intanto la crescente tensione di Tel Aviv con il gruppo filo iraniano ha fatto alzare lo stato di allerta al confine con il Libano e sono state chiuse al traffico ampie porzioni della Alta Galilea.
Le forze israeliane hanno confermato l'uccisione di un "comandante" di Hamas nella zona di Khan Yunis, nel sud della Striscia di Gaza. Non sono stati forniti dettagli sull'identità della persona uccisa.
L'Idf ha confermato la morte di altri due soldati nella Striscia di Gaza. Le vittime sono un sergente maggiore della riserva e di un sergente morti ieri nei combattimenti nel nord dell'enclave palestinese. Sono 156 i soldati israeliani morti dall'inizio delle operazioni di terra nella Striscia.
Oggi Papa Francesco nel messaggio Urbi et Orbi ha lanciano l'ennesimo appello: "Il giorno della pace si avvicini in Israele e Palestina, dove la guerra scuote la vita di quelle popolazioni. Le abbraccio tutte, in particolare le comunità cristiane di Gaza, la parrocchia di Gaza, e dell'intera Terra Santa". Il Pontefice nel messaggio Urbi et Orbi ha aggiunto: "Porto nel cuore il dolore per le vittime dell'esecrabile attacco del 7 ottobre scorso e rinnovo un pressante appello per la liberazione di quanti sono ancora tenuti in ostaggio. Supplico che cessino le operazioni militari, con il loro spaventoso seguito di vittime civili innocenti, e che si ponga rimedio alla disperata situazione umanitaria aprendo all'arrivo degli aiuti".
A Gaza l'esercito israeliano ha ritrovato i corpi di 5 ostaggi militari israeliani nei tunnel ispezionati nelle ultime due settimane a Gaza. I cadaveri erano stati nascosti all'interno di una rete di tunnel scavati da Hamas sotto al campo profughi di Jabalya, nel nord della Striscia di Gaza.