Venerdì 22 Novembre 2024
REDAZIONE ESTERI

Netanyahu: “Ingresso a Rafah, c’è la data”. I parenti degli ostaggi: “Per il Papa Hamas è il male”. Usa: “Sei settimane di tregua a Gaza in cambio di 40 prigionieri israeliani”

L’ottimismo mostrato domenica dall’Egitto gelato da entrambe le parti in causa: troppa la “distanza”. Tel Aviv: “Nessun accordo all’orizzonte”. Ben Gvir: “Senza operazione a Rafah, Netanyahu non sarebbe più premier”

Roma, 8 aprile 2024 – Nessun progresso ai negoziati del Cairo, Israele gela ogni ottimismo su un possibile spiraglio per il cessate il fuoco a Gaza. "Non vediamo ancora un accordo all’orizzonte", ha detto un funzionario israeliano al sito di informazione Ynet. Era stato l’Egitto a dare speranze sulla tregua, ‘sconfessata’ anche da fonti palestinesi: troppa “la distanza” tra le parti. 

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Resta ferma la posizione di Netanyahu, che ieri aveva ribadito: “Non ci sarà cessate il fuoco senza il ritorno degli ostaggi”. Segno che il ritiro dei soldati Idf da Khan Yunis – dove migliaia di palestinesi sfollati stanno facendo ritorno – potrebbe essere solo una strategia per liberare le truppe in vista di altri attacchi: forse a Rafah.

Il ministro per la Sicurezza nazionale di Israele Itamar Ben-Gvir è convinto infatti che Israele perderebbe il suo incarico come primo ministro se ponesse fine alla guerra contro Hamas senza portare avanti l'operazione militare a Rafah.

Oggi Papa Francesco incontrerà in Vaticano le famiglie di cinque ostaggi insieme al ministro Katz, che afferma: "Grande peso morale". Raid nel sud del Libano, l’Idf: "Uccisi un comandante di Hamas e due terroristi Hezbollah".

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Città palestinesi trasformate in ammassi di macerie
Città palestinesi trasformate in ammassi di macerie
18:05
Hamas: "Studiamo la proposta di una tregua di sei settimane"

Una fonte di Hamas ha affermato che il gruppo sta studiando la proposta per un cessate il fuoco di 6 settimane a Gaza. Secondo la fonte di Hamas vicina ai negoziati, l'accordo di cessate il fuoco a Gaza vedrebbe una tregua di sei settimane e la liberazione di donne e bambini israeliani in ostaggio in cambio di un massimo di 900 prigionieri palestinesi. La prima fase della proposta prevedrebbe anche il ritorno dei civili palestinesi sfollati nel nord della Striscia di Gaza e la consegna di 400-500 camion di aiuti alimentari al giorno alla popolazione affamata.

18:03
Gli Stati Uniti ribadiscono: "Contrari all'operazione a Rafah"

Gli Stati Uniti riaffermano la loro opposizione a una grande operazione israeliana a Rafah. Lo afferma il portavoce del Dipartimento di Stato Usa dopo l'annuncio del premier israeliano Benyamin Netanyahu, per il quale ci sarebbe già "una data" per il blitz nell'ultima città meridionale di Gaza al confine con l'Egitto.

17:15
Netanyahu: "C'è una data per l'ingresso a Rafah"

La vittoria su Hamas "richiede l'ingresso a Rafah e l'eliminazione dei battaglioni terroristici presenti lì. Accadrà, c'è una data". Lo ha detto il premier Benyamin Netanyahu in un video diffuso dal suo ufficio. Il premier ha poi detto di aver ricevuto "un rapporto dettagliato sui colloqui al Cairo, stiamo lavorando continuamente per raggiungere i nostri obiettivi, in primo luogo il rilascio di tutti i nostri ostaggi e la vittoria completa su Hamas". Intanto esponenti della destra radicale nel governo avevano ammonito che senza un ingresso a Rafah non ci sarebbe stato più l'esecutivo attuale.

16:40
Usa: "La minaccia da parte dell'Iran è ancora attiva"

"Consideriamo la minaccia da parte dell'Iran ancora attiva". Lo ha detto il portavoce del Consiglio per la sicurezza americana, John Kirby, in un briefing con la stampa, a proposito dell'allerta lanciata da Washington venerdì. "L'Iran usi la sua influenza per spingere Hamas alla fine della guerra", ha aggiunto il funzionario.

16:39
Media, il piano degli Usa: sei settimane di tregua in cambio di 40 ostaggi

Sei settimane di tregua in cambio del rilascio di 40 ostaggi. Sarebbe questa la sostanza - secondo fonti egiziane citate dalla testata del Qatar 'Al-Araby Al-Jadeed', ripresa da media israeliani - della proposta avanzata dagli Usa per un cessate il fuoco temporaneo nella Striscia ora all'esame di Hamas e di Israele. Ci sarebbe inoltre un parziale ritorno di sfollati nella parte nord di Gaza. La proposta prevede anche l'opzione di una tregua iniziale di 3 giorni, senza alcun obbligo, per i giorni di Eid el-Fitr,
che comincia domani sera.

15:46
Usa: "Sul piano di rilascio degli ostaggi aspettiamo Hamas"

"La proposta per il rilascio degli ostaggi è stata consegnata ad Hamas, ora aspettiamo la risposta e ci potrebbe volere un po' di tempo". Lo ha detto il portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale americana, John Kirby, in un briefing con un ristretto gruppo di giornalisti.

15:40
I parenti degli ostaggi: "Per il Papa Hamas è il male"

"Quello con il Papa stato un incontro molto emozionante: è emersa chiaramente la sua solidarietà. Ha detto di essere in contatto con la Chiesa cattolica di Gaza e che sta lavorando con i suoi canali per la liberazione degli ostaggi. Ha definito Hamas il male, persone cattive. Non potevamo sperare che spendesse tanto tempo con noi. È stato molto caloroso e ci ha detto che farà tutto il possibile, con i Paesi legati al Vaticano, per far tornare gli ostaggi a casa, come fosse una missione internazionale". Lo hanno detto diversi parenti degli ostaggi israeliani durante un incontro con la stampa a Roma dopo aver visto il Pontefice.

15:00
Qatar: "Più ottimisti sulla conclusione dei negoziati"

Il Qatar è "più ottimista" rispetto agli ultimi giorni riguardo alla conclusione di un accordo su una tregua a Gaza e il rilascio degli ostaggi. Lo ha detto il portavoce del Ministero degli Affari Esteri del Qatar, Majed Mohammed al-Ansari alla Bbc secondo quanto riportano i media israeliani, mentre al Cairo sono ancora in corso i negoziati. "Se mi chiedessero se sono più ottimista oggi rispetto a un paio di giorni fa, direi di sì", ha detto al-Ansari. Secondo al-Ansari, diverse nuove proposte sono state esaminate attentamente sia da Israele che da Hamas, inclusa una redatta da una delegazione statunitense presente ai colloqui.

14:16
Iran: "La ritirata di Israele da Gaza Sud è solo una tattica"

"Il ritiro delle truppe di terra israeliane dal sud della Striscia di Gaza, compresa Khan Younis, è una tattica, perché attualmente ricorrono ai bombardamenti": lo ha detto il comandante dell'esercito iraniano Abdolrahim Mousavi. "La guerra a Gaza è una scialuppa di salvataggio per il premier israeliano Benyamin Netanyahu, e se la guerra finirà, il suo governo cadrà", ha detto Mousavi, citato dall'Irna, aggiungendo: "Negli ultimi sei mesi Netanyahu ha tentato di annientare Hamas e liberare gli ostaggi israeliani, con il pieno sostegno degli Stati Uniti, ma ha fallito".

14:14
Israele: sirene d'allarme al confine con il Libano

Le sirene di allarme razzi da oltre confine sono risuonate varie volte nelle ultime ore al confine nord di Israele con il Libano. Lo ha fatto sapere il portavoce militare. I media indicano soprattutto la zona di Kiryat Shmona, dove si teme anche l'infiltrazione di un drone.

11:53
Drone kamikaze del Libano colpisce il nord di Israele

Secondo le Forze di difesa israeliane (Idf), un drone apparentemente carico di esplosivo lanciato dal Libano ha colpito un'area nel nord di Israele. L'attacco ha provocato un piccolo incendio e finora non ci sono state notizie di feriti. Le sirene di infiltrazione dei droni hanno risuonato in diversi villaggi della Galilea occidentale. 

08:22
Ben Gvir: senza azione a Rafah, Netanyahu non più premier

"Se Netanyahu decide di porre fine alla guerra senza un attacco esteso a Rafah per sconfiggere Hamas, non avrà il mandato per continuare a servire come primo ministro". Lo ha detto il ministro della sicurezza nazionale - e leader di destra radicale - Itamar Ben Gvir, citato dai media. Prima di lui l'altro ministro di destra radicale di 'Sionismo religioso', e responsabile delle finanze, Bezalel Smotrich, secondo i media, ha convocato il suo partito per valutare la situazione dopo l'annuncio dell'esercito del ritiro da Khan Yunis, nel sud di Gaza. 

07:02
Il Papa incontra i familiari degli ostaggi. Katz: "Grande peso morale"

Il Papa incontra oggi in Vaticano i familiari di cinque ostaggi israeliani nelle mani di Hamas. Si fratta di una delegazione che accompagna il ministro degli Esteri dello Stato ebraico, Israel Katz, che vedrà anche il segretario per i rapporti con gli Stati, monsignor Paul Richard Gallagher. In una nota, Katz ha ringraziato il Pontefice ''per aver risposto alla richiesta di incontrare le famiglie dei rapiti per rafforzarle e sostenere il ritorno dei sequestrati a casa. Il sostegno del Papa ha un grande peso morale e pratico, e sono convinto contribuirà al ritorno a casa dei sequestrati''.

Manifestazione per la liberazione degli ostaggi israeliani
Manifestazione per la liberazione degli ostaggi israeliani
06:39
Raid in Libano, Israele: "Uccisi comandante di Hamas e terroristi Hezbollah"

Aerei israeliani hanno colpito ed ucciso la notte scorsa “Ali Ahmed Hassin, comandante delle Forze Radwan dell'organizzazione terroristica Hezbollah nella regione di Hajir”. Lo ha fatto sapere il portavoce militare dell’Idf, spiegando che il raid “è stato condotto nella zona di Sultaniyeh nel sud del Libano”.

“Ali Ahmed Hassin – ha aggiunto il portavoce – aveva il rango equivalente a quello di comandante di Brigata. Nel suo ruolo era responsabile di programmare e attuare attacchi contro civili israeliani nel nord del Paese”. Insieme a lui, “sono stati eliminati altri due terroristi Hezbollah”. 

06:33
Negoziatori di Hamas: "Israele ignora le nostre richieste"

La delegazione israeliana al Cairo non avrebbe risposto a nessuna delle richieste poste da Hamas e questo avrebbe bloccato qualunque progresso nelle trattative. Lo ha dichiarato all'emittente al-Jazeera una fonte autorevole di Hamas. Intanto i negoziatori di Hamas hanno lasciato la capitale egiziana per consultarsi con i leader del gruppo. Hamas sta chiedendo un cessate il fuoco permanente nella Striscia di Gaza, la possibilità che i palestinesi possano rientrare nelle loro case nel nord dell'enclave palestinese e il ritiro completo delle forze di difesa israeliane, così come uno scambio tra detenuti palestinesi e ostaggi oltre alla distribuzione di cibo per la popolazione.

Manifestazione per la liberazione degli ostaggi israeliani
Manifestazione per la liberazione degli ostaggi israeliani
06:06
Inchiesta sull'attacco alla Ong Wck: Israele pronta a collaborare

Le autorità israeliane si sono dette disponibili a collaborare con una inchiesta esterna e indipendente sui raid aerei che hanno colpito un convoglio dell'Ong World Central Kitchen (Wck) causando la morte di sette operatori umanitari. Lo riporta l'emittente televisiva Kan.

05:45
Raid aereo in Libano: 3 morti

Tre persone sono state uccise in un raid aereo israeliano condotto nel sud del Libano. Lo riferiscono due fonti della sicurezza citate dall'emittente al-Arabiya, secondo le quali, tra i tre morti, si conta anche un comandante sul campo della forza di élite di Hezbollah, al-Radwan. Il raid aereo ha colpito il villaggio di Al Sultanya.

04:30
Negoziati a Gaza, Israle: "Nessun accordo"

Non ci sono progressi nei negoziati al Cairo. Dopo Israele anche fonti palestinesi a Gaza gelano l'ottimismo arrivato dall'Egitto, secondo cui un accordo sul cessate il fuoco e il rilascio degli ostaggi sarebbe vicino. Citate dalla tv libanese Al Mayadeen, vicini agli Hezbollah, le fonti hanno lamentato "l'ostinazione" di Israele, affermando che "al momento non ci sono progressi".

Alti funzionari israeliani citati da Channel 12 e Ynet hanno gelato le prospettive di un imminente accordo per il rilascio degli ostaggi e una tregua a Gaza, avanzate da una fonte egiziana vicina ai negoziati. "Non vediamo ancora un accordo all’orizzonte", ha detto a Ynet un funzionario israeliano. "La distanza" tra le parti "ancora grande e finora non c`è stato nulla di drammatico" che lasci pensare a un accordo imminente, è stato aggiunto.