Roma, 8 novembre 2023 – Tensioni tra Biden e Netanyahu. Il presidente americano chiede tre giorni di tregua. Ma il premier israeliano non arretra: "Nessun cessate il fuoco, senza il rilascio dei nostri ostaggi". Il Qatar, in coordinamento con gli Usa, sta negoziando con Israele e Hamas la liberazione di 10-15 persone rapite in cambio di una tregua. Le Brigate al Qassam però chiedono uno scambio dei prigionieri. Per una pausa nelle operazioni militari preme anche l’Onu. “Il numero di bambini uccisi a Gaza supera quello di ogni altro conflitto – evidenzia il segretario Guterres – Significa che c’è qualcosa di sbagliato”.
Intanto le truppe israeliane sono arrivate "nel cuore di Gaza City" mentre “Hamas ha perso il controllo del nord della Striscia”. Tel Aviv ha anche aperto un corridoio umanitario per permettere ai palestinesi di spostarsi dal nord a sud. Nella notte nuovi bombardamenti sulla Striscia: ucciso il capo della produzione di armi di Hamas. Il bilancio di Gaza: 10.569 palestinesi uccisi nelle operazioni israeliane. Unità al G7: “Israele si difenda, ma rispetti la legge. Serve missione di pace Onu, Unifil Plus”. Aumentano i timori di un’estensione del conflitto. Gli Usa attaccano un sito in Siria “legato all’Iran”. Il Libano denuncia: “Scambio di fuoco al confine tra Israele ed Hezbollah”.
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Almeno tre forti esplosioni sono state udite nei pressi di Damasco, in Siria. Lo riporta su X l'Osservatorio siriano per i diritti umani, riferendo di "bombardamenti israeliani" su siti militari nelle vicinanze della capitale siriana.
Hamas ha perso il controllo del nord di Gaza mentre migliaia di abitanti dell'enclave si sono spostati verso sud. Lo ha annunciato il portavoce dell'esercito israeliano, il contrammiraglio Daniel Hagari, in una dichiarazione televisiva. "Abbiamo visto 50mila abitanti di Gaza spostarsi dal nord della Striscia di Gaza al sud. Si stanno muovendo perché capiscono che Hamas ha perso il controllo nel nord. Hamas ha perso il controllo e continua a perdere il controllo nel nord".
"Senza la liberazione degli ostaggi non ci sarà nessun cessate il fuoco". Lo ha ripetuto stasera il premier israeliano Benyamin Netanyahu mentre si moltiplicano le voci su una trattativa per una possibile tregua in cambio della liberazione di alcuni prigionieri. "Voglio mettere da parte tutte le voci inutili che sentiamo da tutte le direzioni e ripetere una cosa chiara: non ci sarà cessate il fuoco senza il rilascio dei nostri ostaggi".
"Non abbiamo prove che gli ostaggi in mano ad Hamas, compresi i cittadini Usa, siano ancora in vita". Lo ha detto il portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale, John Kirby, in un briefing con la stampa sottolineando che "potrebbe essere necessaria più di una pausa umanitaria per farli uscire tutti".
Il procuratore generale e il procuratore di Stato stanno per aprire formalmente un'inchiesta sull'assalto di Hamas il 7 ottobre: gli investigatori hanno già raccolto 700 testimonianze di sopravvissuti e denunce per stupro. Lo scrivono i media israeliani. "Il nostro obiettivo è indagare e avviare procedimenti legali contro coloro che hanno perpetrato, pianificato o preso parte in questi atti atroci, ovunque si trovino", affermano in una nota, "Israele punirà i terroristi di Hamas responsabili con la massima severità, commisurata ai loro crimini". Sono 200 i terroristi arrestati il 7 ottobre e nei giorni successivi.
Per la prima volta dalla prima guerra del Libano del 1982, un'intera divisione di riservisti dell'esercito israeliano sta operando in territorio nemico: l'Idf ha dichiarato che negli ultimi giorni la 252ma ha preso il controllo di Beit Hanoun, area nel nord di Gaza, ha ucciso centinaia di terroristi, compresi membri anziani. Il comandante della divisione, generale Moran Omer, ha affermato che si tratta di un "momento decisivo". "Ci stiamo preparando da anni, è nostro dovere riportare pace e sicurezza", ha affermato. "I nostri riservisti e le loro famiglie sono espressione della nostra unità, della volontà di difendere il popolo".
Abu Obeida, il portavoce delle Brigate al Qassam, ala militare di Hamas a Gaza, ha detto che "la strada unica ed evidente per la liberazione degli ostaggi è un accordo che preveda lo scambio di prigionieri totale o parziale". Lo ha riferito la tv pubblica israeliana Kan
Una tv egiziana ha segnalato che il Cairo è vicino al raggiungimento di un accordo per una pausa umanitaria a Gaza e il rilascio di ostaggi. Lo ha riferito Haaretz.
"Innanzitutto Gaza non può essere un rifugio per i terroristi e non può essere governata dalle organizzazioni terroristiche. Ci deve essere un'unica autorità palestinese. Non ci deve essere alcuna presenza di lungo termine di Israele per la sicurezza di Gaza, il territorio di Gaza non può essere amputato o ridotto. Allo stesso tempo non ci può essere uno sfollamento forzato" dei palestinesi. Lo ha detto la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen parlando all'Eurocamera di quelle che considera le sue priorità per un piano politico successivo alla guerra in Medio Oriente.
Il segretario generale dell'Onu Antonio Guterres ha paragonato il numero di bambini uccisi a Gaza con il bilancio dei conflitti nel mondo di cui dà conto ogni anno al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. "Ogni anno, il numero più alto di uccisioni di bambini da parte di qualsiasi attore in tutti i conflitti a cui assistiamo è al massimo di centinaia", ha detto Guterres a Reuters Next. "In pochi giorni a Gaza abbiamo migliaia e migliaia di bambini uccisi, il che significa che c'è anche qualcosa di chiaramente sbagliato nel modo in cui vengono condotte le operazioni militari", ha sottolineato.
Una fonte vicina ad Hamas conferma trattative in corso per la liberazione di 12 ostaggi, di cui 6 americani, in cambio di tre giorni di tregua.
"Nulla può giustificare quanto successo. Non possiamo permettere che si ripeta mai più un attentato terroristico come quello di Hamas. Hamas non deve avere il futuro al governo di Gaza". Lo ha detto il presidente del Consiglio Charles Michel parlando all'Eurocamera. "Il diritto di Israele di difendersi deve essere in linea con le leggi internazionali e umanitarie. Un assedio di Gaza non lo è. Chiediamo delle pause umanitarie, più la situazione peggiora più sarà difficile avere una pace duratura", ha sottolineato Michel spiegando che, alla conferenza di Parigi di domani, "concorderemo un maggior sostegno" per i palestinesi.
Hamas ha accusato l'Unrwa, l'agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi, di "complicità" con Israele nello "spostamento forzato" dei residenti di Gaza. Lo ha affermato Salama Maruf, capo dell'ufficio stampa di Hamas nella Striscia. "L'Unrwa e i suoi funzionari sono responsabili di questa catastrofe umanitaria, in particolare per quanto riguarda i residenti di Gaza City e del nord" della Striscia "che stanno eseguendo l'ordine militare israeliano di fuggire a sud".
Il Qatar sta negoziando con Israele e Hamas, in coordinamento con gli Stati Uniti, il rilascio di 10-15 ostaggi in cambio di un cessate il fuoco a Gaza di uno o due giorni: lo riferiscono fonti a conoscenza del dossier citate dalla France Presse. Ieri Axios aveva riferito di una richiesta del presidente Usa Joe Biden al premier israeliano Netanyahu di una tregua di qualche giorno per favorire la liberazione dei prigionieri.
Il premier israelinao Benyamin Netanyahu ha convocato oggi un incontro urgente con i dirigenti degli insediamenti ebraici in Cisgiordania. “Questo incontro – ha affermato, in un comunicato – rientra nella visita odierna del Gabinetto di guerra nel comando della Regione militare centrale alla luce degli avvertimenti dei responsabili alla sicurezza per la grave escalation in atto nella Giudea-Samaria”, cioè in Cisgiordania.
“Tutte le strade per l'ospedale di Al-Quds sono chiuse. Le equipe mediche non possono lasciare l'ospedale per raggiungere i feriti”. Lo segnala la Mezza Luna Rossa palestinese (Prcs) sull'attacco in corso sulla Striscia di Gaza, in un messaggio postato sul social X. “Il bombardamento israeliano è in corso da ieri sera nei pressi dell'ospedale Al-Quds, dal lato occidentale”, segnala l'organizzazione umanitaria.
“Basta bombe, vogliamo vivere: Gaza sta diventando un cimitero di bambini". Lo ha dichiarato un piccolo palestinese nel corso di quella che i media internazionali hanno definito "la conferenza stampa dei bambini". Circondato dai coetanei, il ragazzino ha scandito l’appello in perfetto inglese un messaggio di fronte all'ingresso dello ospedale Al-Shifa, a Gaza City, dove decine di migliaia di famiglie palestinesi si stanno rifugiando da ormai un mese per sfuggire ai raid delle forse israeliane.
"L'occupazione ci sta affamando. Non troviamo acqua, cibo e beviamo dall'acqua inutilizzabile. Siamo qui per chiedere a voce alta di proteggerci. Vogliamo vivere, vogliamo la pace, vogliamo che chi ha ucciso i bambini venga processato. Vogliamo medicine, cibo e istruzione e vogliamo vivere come vivono gli altri bambini", ha detto il portavoce dei bambini di Gaza.
Sono 10.569 le persone uccise in operazioni israeliane nella Striscia di Gaza dallo scorso 7 ottobre. Lo sostiene il ministero della Salute di Gaza, sotto il controllo di Hamas, gruppo responsabile del terribile attacco di un mese fa in Israele. Secondo i dati diffusi dal ministero e riportati dalla tv satellitare al-Jazeera, tra gli oltre 10.500 morti ci sono anche 4.324 minori.
È morto nelle ultime ore un altro militare israeliano: il sergente 22enne Jonathan Chazor. Sale così a 32 il numero dei soldati delle Forze di difesa israeliane (Idf) che hanno perso la vita nell’offensiva di terra alla Striscia di Gaza, iniziata lo scorso 27 ottobre. Lo rende noto l'esercito israeliano spiegando che l'ultimo militare ucciso nei combattimenti a Gaza è il sergente Jonathan Chazor, membro dell'unità delle forze speciali 'Shaldag' dell'aeronautica militare. Chazor, 22 anni, era originario di Katzir, nel nord di Israele. In tutto sono 350 i militari israeliani uccisi dall'assalto sferrato da Hamas lo scorso 7 ottobre. Si tratta del numero più alto degli ultimo 15 anni.
Le forze di sicurezza israeliane hanno reso noto di aver arrestato in tutta la Giudea e la Samaria (Cisgiordania) 37 persone ricercate, di cui almeno 10 appartenenti ad Hamas, e sequestrato molte armi e materiali incendiari. Durante l'operazione, uomini armati hanno sparato contro le forze israeliane che hanno risposto al fuoco, ci sono feriti. A Bir Zeit, nei magazzini vicino all'università, sono stati rinvenuti molti equipaggiamenti di Hamas, comprese armi che vengono utilizzate dalle cellule studentesche dell'organizzazione terroristica per parate militari e dimostrazioni di sostegno agli attentati.
“Le organizzazioni internazionali, soprattutto le Nazioni Unite, dovrebbero rompere il silenzio e prendere una seria decisione contro le recenti minacce del ministro per la Tradizione ebraica di Israele, Amichai Eliyahu: ha detto che l'uso di armi nucleari nella guerra a Gaza è un'opzione per Tel Aviv”. A dirlo è il capo dell'Organizzazione per l'Energia atomica dell'Iran, Mohammad Eslami. “Ancora una volta, un funzionario israeliano ha confessato il possesso di armi nucleari da parte di Israele e, cosa ancora più importante, ha sfidato lo Statuto dell'Onu e il diritto internazionale minacciando il popolo di Gaza”, ha detto Eslami durante un'intervista con Irna, aggiungendo che “questo tipo di insolenza è stata una seria minaccia contro la pace e la sicurezza a livello internazionale”. Il funzionario di Teheran ha anche chiesto all'Agenzia internazionale per l'Energia atomica di denunciare la questione al Consiglio di Sicurezza dell'Onu.
Uno scambio di fuoco è in corso tra Israele e gli Hezbollah libanesi lungo la linea del fronte aperta da un mese tra il nord di Israele e il sud del Libano. Lo riferiscono media libanesi e fonti locali nei pressi della linea di demarcazione tra i due paesi. In queste ore le aree più colpite dallo scambio di fuoco sono il settore centrale e occidentale della linea di demarcazione. Non si registrano al momento vittime.
Il capo di Stato americano Antony Blinken in Israele: "Servono pause umanitarie per il bene degli ostaggi".
"È chiaro che stiamo procedendo verso un dissidio con gli Stati Uniti riguardo all'offensiva su Gaza: gli americani non possono dettare a Israele come agire, ma non possiamo ignorarla, dovremo fare i conti con le loro richieste entro le prossime due o tre settimane, forse meno". Lo ha affermato l'ex premier israeliano Ehud Barak, intervistato dal sito statunitense Politico. Barak ha sottolineato come, per l'eradicazione di Hamas dal Territorio Costiero, sarebbero necessari mesi o anni, ma il sostegno dell'Occidente ad Israele si stia indebolendo a causa delle vittime civili palestinesi e del timore di un allargamento del conflitto, oltre che per la sorte degli ostaggi occidentali.
Israeliani e palestinesi hanno "lo stesso diritto di vivere in sicurezza, dignità e pace", hanno sottolineato i capi della diplomazia del mondo al G7. E hanno ribadito che la soluzione a due Stati – che prevede la convivenza in pace tra la giurisdizione di Israele e uno Stato palestinese, sul principio della sicurezza e il riconoscimento reciproco – rimane l'unica via verso una pace giusta, duratura e sicura". Servirà tempo e bisognerà preparare una "fase di transizione", prevedendo magari la presenza a Gaza di un contingente dell'Onu, militare e civile, sul modello di quanto già avvenuto in Libano. Si tratterebbe di una sorta di "Unifil plus" (la missione di pace Onu in Libano), hanno spiegato fonti diplomatiche, facendo riferimento agli eventuali compiti che verrebbero assegnati ai peacekepers delle Nazioni Unite.
Tajani ha incontrato il segretario di Stato americano Antony Blinken durante il G7 di Tokyo. “È emersa un’identità di vedute tra Italia e Usa, naturalmente in difesa del diritto di Israele a esistere e a difendersi, ma a favore di una reazione proporzionata", ha detto Antonio Tajani al termine della riunione del G7 dei ministri degli Esteri. "Siamo tutti per una sospensione delle attività militari per permettere alla popolazione civile di andare verso il sud della Striscia di Gaza attraverso corridoi umanitari". D'accordo anche, ha proseguito, sul fatto che "Hamas deve liberare tutti gli ostaggi senza porre condizioni". Non solo. "Ho illustrato le priorità della prossima presidenza del G7 al segretario di stato Usa – ha poi scritto Tajani su X – continuiamo a lavorare insieme per garantire sicurezza e risolvere crisi umanitaria a Gaza. C'è piena sintonia su prospettiva di de-escalation nell'ottica di una soluzione politica di due popoli e due Stati".
L'esercito israeliano aprirà dalle 14 di oggi (ora locale, saranno le 13 in Italia) un corridoio umanitario dal nord al sud della Striscia, lungo la via Salah ad Din che taglia l'intera Gaza. Lo ha annunciato il portavoce dell'esercito in lingua araba Avichay Adraae che ha sollecitato i cittadini di Gaza a spostarsi a sud. “Se tieni a te stesso e ai tuoi cari – ha sottolineato – dirigiti a sud”.
Un mese dopo l'inizio del conflitto in Medio Oriente, a Berlino manifestazione contro l'attacco di Hamas del 7 ottobre in Israele. É uno dei 4.200 cortei contro la guerra organizzati nell'ultimo mese in tutto il mondo.
Israele non deve “rioccupare” Gaza. Lo ha detto il segretario di Stato americano Antony Blinken, rispondendo alle domande in conferenza stampa da Tokyo, al termine del G7.
Tensioni tra Biden e Netanyahu sulla gestione futura della Striscia. Il presidente americano chiede tre giorni di tregua. Il premier israeliano non arretra: "Nessun cessate il fuoco". Gli Stati Uniti temono la rioccupazione di Gaza. Ma Tel Aviv precisa: "L'obiettivo è solo garantire che la Striscia diventi un'area smilitarizzata". I ministri degli Esteri dei Sette Grandi a Tokyo: "Rilascio immediato di tutti gli ostaggi senza precondizioni". Tajani: "Riprendere dialogo con l'Anp".Tensioni tra Biden e Netanyahu sulla gestione futura della Striscia. Il presidente americano chiede tre giorni di tregua. Il premier israeliano non arretra: "Nessun cessate il fuoco". Gli Stati Uniti temono la rioccupazione di Gaza. Ma Tel Aviv precisa: "L'obiettivo è solo garantire che la Striscia diventi un'area smilitarizzata". I ministri degli Esteri dei Sette Grandi a Tokyo: "Rilascio immediato di tutti gli ostaggi senza precondizioni". Tajani: "Riprendere dialogo con l'Anp".
"Non dovremmo dimenticare quello che è successo un mese fa, 1.400 persone massacrate nelle loro case e durante un festival musicale". Lo ha detto il portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale degli Stati Uniti, John Kirby, accusando Hamas di ''intenzioni genocide'' contro Israele, respingendo le critiche alla campagna militare dell'Idf a Gaza e all'alto numero di vittime tra i civili palestinesi. ''Hamas in realtà ha intenzioni genocide contro il popolo di Israele. Vorrebbero vederlo cancellato dalla mappa", ha aggiunto Kirby.
La guerra a Gaza sarà all'ordine del giorno del vertice dell'Organizzazione per la cooperazione economica (Eco) che si terrà in Uzbekistan dall'8 al 9 novembre: lo ha detto oggi il presidente iraniano, Ebrahim Raisi, prima di lasciare Teheran per un tour di due tappe in Tagikistan e Uzbekistan. Criticando “l'inerzia delle organizzazioni internazionali contro gli attacchi israeliani a Gaza”, il presidente ha sottolineato: “I meccanismi mondiali di sostegno agli oppressi sono inefficienti e ingiusti”. Secondo l'agenzia di stampa Irna, che cita Raisi, durante la visita in Tagikistan, verranno firmati tra i due Paesi accordi nei settori dell'energia e dei trasporti.
Jonathan Conricus, uno dei portavoce dell'esercito israeliano, ha definito la 'cupola' di Hamas, tanto dentro che fuori Gaza, come "dead men walking”, ovvero morti che camminano. "L'indicazione è sicuramente quella di uccidere o catturare tutti i leader di Hamas", ha detto, intervistato da Sky News in Australia, "coloro che hanno pianificato, facilitato ed eseguito il massacro omicida del 7 ottobre in Israele. L'abbiamo detto chiaramente: sono tutti morti che camminano. Ed è solo una questione di tempo all'interno e all'esterno di Gaza, prima che questi leader di Hamas vengano catturati o uccisi da Israele".
“Abbiamo ancora una volta ribadito che la popolazione civile deve essere tenuta fuori dai legittimi attacchi di Israele contro le centrali militari di Hamas. Lo ha detto il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, in una conferenza stampa al termine della riunione dei ministri degli Esteri G7 a Tokyo.
“Se i crimini del regime sionista contro Gaza continuano, la dimensione del conflitto e della guerra nella regione si espanderà”. Lo ha affermato il portavoce del ministero degli Esteri iraniano, Nasser Kanani. “L'America non può, da una parte, mandarci un messaggio dicendo che non sono a favore dell'allargarsi del conflitto nella regione e poi permettere al regime sionista di commettere crimini di guerra su larga scala contro la nazione palestinese”, ha aggiunto Kanani. Lo rende noto il governo di Teheran.
Le truppe israeliane sono arrivate "nel cuore di Gaza City". Le truppe Tsahal stanno "stringendo il cappio", ha detto Yoav Gallant, ministro della Difesa di Israele, che ha anche ribadito l'appello ai civili palestinesi a trasferirsi nel Sud della Striscia di Gaza per la propria sicurezza: le evacuazioni sono in aumento e, secondo l'Onu, oltre 15mila persone hanno attraversato il fiume che separa il Nord dal Sud di Gaza negli ultimi quattro giorni. Nel Nord della Striscia, quella più colpita dai bombardamenti, rimangono nei rifugi circa 160mila sfollati e l'Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati ha detto che non riesce a raggiungerli con gli aiuti nè ad avere informazioni sulla loro situazione.
L'esercito israeliano ha ucciso nella notte, in un attacco aereo mirato, Mohsen Abu Zina, capo della produzione di armi di Hamas. Lo ha fatto sapere il portavoce militare, secondo cui Abu Zina è stato “uno dei principali sviluppatori di armi di Hamas ed era un esperto nello sviluppo di armi strategiche e razzi utilizzati dai terroristi”. Il portavoce ha poi aggiunto che la notte scorsa è stata eliminata “una cellula terroristica che progettava di lanciare missili anti tank contro i soldati”.
È attesa a breve, da parte dei ministri degli Esteri al G7, la richiesta di una "pausa" nel conflitto tra Israele e Hamas per consentire la consegna di aiuti umanitari nella Striscia di Gaza. È quanto anticipa l'agenzia Kyodo che cita fonti governative di Tokyo.
I membri del G7 stanno lavorando "insieme, anche imponendo sanzioni o altre misure, per negare ad Hamas la capacità di raccogliere e utilizzare fondi per compiere atrocità". È quanto si legge nel documento finale del vertice dei ministri degli Esteri di Tokyo.
Sono "oltre 200 i cittadini tedeschi che con i loro familiari hanno potuto lasciare la Striscia di Gaza”. Lo ha confermato la ministro degli Esteri tedesco, Annalena Baerbock. "Questo dà speranza nel mezzo della situazione terribile a Gaza", ha scritto sul social X, con un ringraziamento "ai nostri partner in Egitto per il loro sostegno". Berlino continuerà "a lavorare finché ogni tedesco che vuole lasciare il paese potrà farlo", ha aggiunto. "Le immagini da Gaza non lasciano nessuno indifferente" ed "è per questo che mi sto battendo per cessate il fuoco umanitario", ha proseguito Baerbock, che è a Tokyo con i ministri degli Esteri del G7. Il ministro ha detto di aver "avuto innumerevoli colloqui con tutti i partner" e, ha aggiunto, "ora deve diventare realtà" perché a Gaza la popolazione ha bisogno di acqua, pane, cure mediche.
"Israeliani e palestinesi hanno lo stesso diritto di vivere in sicurezza, dignità e pace". Lo riferiscono i ministri degli Esteri del G7 nella dichiarazione finale del vertice di Tokyo, in Giappone. "Sottolineiamo che una soluzione a due Stati, che prevede che Israele e uno Stato palestinese vitale vivano fianco a fianco in pace, sicurezza e riconoscimento reciproco, rimane l'unica via verso una pace giusta, duratura e sicura", si legge nel documento finale del G7.
I ministri degli Esteri del G7 riuniti a Tokyo chiedono "un'azione urgente per affrontare il deterioramento della crisi umanitaria a Gaza”. E ancora: “Tutte le parti devono consentire il libero sostegno umanitario ai civili, compresi cibo, acqua, assistenza medica, carburante, alloggi e l'accesso agli operatori umanitari. Sosteniamo le pause e i corridoi umanitari per facilitare l'assistenza urgentemente necessaria, il movimento dei civili e il rilascio degli ostaggi". È quanto si legge nel documento finale del vertice.
"Anche i cittadini stranieri devono poter continuare a partire - prosegue il comunicato finale del vertice di Tokyo - sottolineiamo l'importanza della protezione dei civili e del rispetto del diritto internazionale, in particolare del diritto internazionale umanitario. Dal 7 ottobre, i membri del G7 si sono impegnati a donare ulteriori 500 milioni di dollari al popolo palestinese, anche attraverso le agenzie delle Nazioni Unite e altri attori umanitari. Invitiamo i paesi di tutto il mondo a unirsi a noi in questo sforzo. Accogliamo con favore la conferenza internazionale del 9 novembre a Parigi sulle questioni umanitarie".
“L’aumento della violenza estremista commessa dai coloni contro i palestinesi è inaccettabile, mina la sicurezza in Cisgiordania e minaccia le prospettive di una pace duratura". È quanto si legge nella dichiarazione finale della ministeriale Esteri del G7 a Tokyo, in Giappone. "I membri del G7, insieme ai partner della regione, stanno lavorando intensamente per evitare che il conflitto si inasprisca ulteriormente e si diffonda più ampiamente", si legge nel documento congiunto.
Le forze di sicurezza israeliane hanno demolito la casa della famiglia di un 14enne che a febbraio aveva accoltellato un agente della polizia di frontiera al valico del campo profughi di Shuafat a Gerusalemme Est. I video mostrano un gruppo di soldati che a piedi entra all'alba nel quartiere arabo, abitato prevalentemente da palestinesi, e circonda un edificio: presumibilmente la casa dell'adolescente attentatore, Muhammad Zalabani. Il militare era morto e il terrorista, una volta neutralizzato, era stato incriminato. Lo riporta la stampa israeliana.
"Il Giappone ci ha passato oggi la presidenza del G7. Il governo vuole rafforzare nel 2024 il G7 come strumento delle democrazie per la crescita e la pace nel mondo. Le grandi sfide di Medio Oriente, Ucraina e Africa, America Latina e Intelligenza Artificiale saranno al centro della presidenza". Lo scrive in un post il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, a Tokyo per la riunione dei ministri degli Esteri del G7.
La polizia ha identificato i corpi di 843 cittadini israeliani uccisi nell'attacco di Hamas dello scorso 7 ottobre ai kibbutz di frontiera. Lo ha fatto sapere la stessa polizia.
Sono saliti a 31 i soldati israeliani morti dall'avvio dell'operazione terrestre a Gaza in risposta all'attacco di Hamas del 7 ottobre scorso. L'ultimo in ordine di tempo – ha fatto sapere l'esercito – è stato Yaacov Ozeri, 28 anni, della 410/a Brigata corazzata ucciso ieri nel nord della Striscia. Inoltre, secondo la stessa fonte , ci sono anche tre soldati che sono stati feriti in modo grave sempre durante i combattimenti di ieri.
Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha chiesto a Benyamin Netanyahu tre giorni di pausa nei combattimenti per permettere la liberazione di almeno una decina di ostaggi in mano ad Hamas, secondo la proposta avanzata da Usa, Israele e Qatar. Un piano su cui sono al lavoro Cia e 007 israeliani. Il premier israeliano finora ha sempre detto che il cessate il fuoco sarebbe stato possibile solo in caso di liberazione di tutti gli ostaggi e lo sta consentendo solo per le ondate di uscita di civili dalla Striscia di Gaza attraverso l'Egitto. Nelle ultime ore lo hanno fatto in 500, per lo più stranieri o con doppia nazionalità.
Intanto 'Medici senza frontiere' ha annunciato la morte di una suo collaboratore e della sua famiglia in un bombardamento sul campo profughi di Chati. L'organizzazione umanitaria nei giorni scorsi aveva diffuso la testimonianza di un suo medico sul terribile attacco contro un'ambulanza fuori l'ospedale di Al Shifa, il principale di Gaza, dove il personale Msf lavora in condizione disperate, quasi al collasso: “Eravamo dentro al cancello dell'ospedale quando l'ambulanza è stata colpita davanti ai nostri occhi. C'erano corpi insanguinati ovunque. Molti sono morti sul colpo, mentre altri sono stati portati d'urgenza in sala operatoria".
Ieri è trascorso un mese da quando i militanti di Hamas hanno attaccato Israele. Da allora Israele ha sferrato attacchi su oltre 14.000 obiettivi nella Striscia di Gaza. Secondo l'Autorità sanitaria palestinese e le Forze di difesa israeliane (IDF), più di 10.000 palestinesi e almeno 1.400 israeliani sono stati uccisi e più di 240 altri sono stati presi in ostaggio dai militanti di Hamas. Inoltre nelle ultime ore sono stati colpiti siti di Hezbollah nel sud del Libano dopo il lancio di razzi sul nord di Israele.
Il mondo a sostegno delle vittime della guerra. A un mese dall’inizio del conflitto tra Israele e Hamas, tra il 7 e il 27 ottobre nel mondo si sono tenute 4.200 manifestazioni legate alla guerra: lo ha calcolato l'organizzazione specializzata Acled (Armed Conflict Location and Event Data Project) spiegando che si tratta del 38% di tutte le manifestazioni svoltesi in queste tre settimane. Ben 1.400 manifestazioni si sono svolte in Medio Oriente e Nord Africa, dallo Yemen alla Turchia, dall'Iran al Marocco. Gli Stati Uniti hanno il più alto numero di cortei e sit-in contrapposti.
Il deputato laburista britannico Imran Hussain ha lasciato la squadra ministeriale ombra di Keir Starmer per il suo desiderio di “sostenere con forza un cessate il fuoco” a Gaza. In una lettera di dimissioni pubblicata sui social media, Hussain ha affermato di restare fedele all'agenda laburista, ma che la sua visione sul Medio Oriente differisce “sostanzialmente” da quella adottata da Keir. Hussain ha spiegato di voler essere un “forte sostenitore” del cessate il fuoco insieme all'Onu e a numerosi enti di beneficenza, definendolo “essenziale per porre fine allo spargimento di sangue” nel conflitto tra Israele e Hamas. Keir ritiene che sostenere una tregua non sia la “posizione corretta” al momento. In un discorso della scorsa settimana, il leader dell'opposizione britannica ha affermato che un cessate il fuoco lascerebbe intatte le infrastrutture di Hamas consentendo al gruppo islamista di effettuare attacchi futuri contro Israele.
La Camera dei rappresentanti degli Stati Uniti ha approvato una mozione di censura per la prima deputata di origini palestinesi, la democratica Rashida Tlaib, per le sue dichiarazioni critiche contro Israele e a favore dei palestinese nel pieno dell'offensiva su Gaza. La mozione, proposta dal repubblicano Rich McCormick, è stata approvata con 234 voti a favore e 188 contrari. Quattro repubblicani hanno votato contro e 22 a favore.
La 47enne deputata del Michigan, prima donna musulmana eletta al Congresso, si era difesa dalle accuse con un discorso appassionato: "Non riesco a credere di doverlo dire, ma il popolo palestinese non è usa e getta", ha affermato in aula, "siamo esseri umani come tutti gli altri, mia nonna come tutti i palestinesi vuole solo vivere in libertà e con la dignità umana che meritiamo". "Non possiamo perdere la nostra umanità condivisa", ha insistito, "non lascerò che mi si metta a tacere o che si distorcano le mie parole, cercare di censurarmi o di minacciarmi con me non funziona".
La Cia sta lavorando con l'intelligence israeliana su piani per salvare gli ostaggi nelle mani di Hamas, secondo le Forze di difesa israeliane (Idf). Il direttore dell'agenzia di spionaggio americana Bill Burns ha discusso ieri dell'argomento con il capo di stato maggiore dell'Idf, Herzi Halevi, ha detto il portavoce dell'esercito israeliano Daniel Hagari. Durante l'incontro tra Burns e Halevi in Israele, sono stati presentati materiali di intelligence e pianificazione operativa per aiutare il rilascio degli ostaggi, secondo Hagari.
In Francia, i presidenti del Senato e dell'Assemblea nazionale hanno invitato "tutti quelli che si riconoscono nei valori della nostra Repubblica" a partecipare alla "grande marcia civica" contro l'antisemitismo che si terrà domenica prossima a Parigi. L'iniziativa è stata accolta dalla maggioranza di centrodestra e dai socialisti, pur con qualche riserva per la presenza dell'estrema destra del Rassemblement National. La 'gauche' radicale di France Insoumise ha preso tempo, ma poi è sembrata definitivamente chiamarsi fuori con il suo leader, Jean-Luc Me'lenchon, che ha parlato di un raduno di "amici del sostegno incondizionato ai massacri" di Gaza.
Almeno 500 persone, la maggior parte delle quali straniere o con doppia nazionalità e i loro familiari a carico, hanno lasciato la Striscia di Gaza nelle ultime ore attraverso l'Egitto. Lo scrive il Guardian citando Reuters con fonti di sicurezza egiziane. Il ministero degli Esteri giordano ha affermato che ieri sono stati evacuati 262 giordani, su un totale di 569 rimasti bloccati a Gaza, mentre il Canada ha dichiarato che 59 dei suoi cittadini, residenti permanenti e familiari sono stati evacuati. Secondo una fonte medica, inoltre, a 19 palestinesi di Gaza che necessitano di cure mediche è stato permesso di unirsi a dozzine di altri che sono in cura negli ospedali egiziani. Altri paesi i cui cittadini sono stati autorizzati a partire ieri includono Romania, Germania, Moldavia, Ucraina, Filippine e Francia, secondo l'autorità di frontiera di Gaza. Fonti della sicurezza egiziane hanno tra l'altro affermato che l'Egitto continua a fare pressione per maggiori aiuti e carburante nella Striscia e per la sicurezza delle ambulanze.