Roma, 30 aprile 2024 – "Entreremo a Rafah e annienteremo tutti i battaglioni di Hamas presenti lì, con o senza un accordo sulla tregua, per ottenere la vittoria totale". Nessuna mezza misura con il premier Benjamin Netanyahu che mostra il pugno duro nel corso di un incontro con i familiari degli ostaggi e dei caduti del Forum Hagvura e del Forum Tikva. "L'idea che porremo fine alla guerra prima di raggiungere tutti i nostri obiettivi è inaccettabile", ha dichiarato. Sfuma così l’ipotesi che un accordo possa bloccare l’ingresso delle truppe dell’Idf nell’enclave a Gaza dove hanno trovato rifugio un milione e mezzo di palestinesi.
Intanto, Wsj riporta un dettaglio importante sui negoziati in corso. Il cessate il fuoco prevederebbe “due fasi: la prima implicherebbe il rilascio di almeno 20 ostaggi in tre settimane per un numero imprecisato di prigionieri palestinesi. La seconda fase includerebbe un cessate il fuoco di 10 settimane durante le quali Hamas e Israele si accorderebbero su un rilascio più ampio di ostaggi e su una pausa prolungata nei combattimenti che potrebbe durare fino a un anno”.
Segui la diretta qui sotto
Al confine con l'Egitto le truppe israeliane hanno aperto il fuoco contro i trafficanti di droga. Secondo quanto riferito dall'IDF i soldati grazie alle telecamere di sorveglianza hanno avvistato un certo numero di sospetti sulla recinzione di confine, nella regione del Monte Harif. Le truppe del battaglione Bardelas del Corpo di difesa del confine hanno aperto il fuoco contro i sospetti, colpendone molti. I sospettati stavano cercando di sfondare la recinzione di confine nel tentativo di traffico di droga.
Il ministro dell'Interno israeliano Moshe Arbel, riferisce Kan tv, ha respinto la richiesta di ingresso a Gaza del direttore generale dell'Unwra Philippe Lazzarini.
Fonti vicine ad Hamas, riprese da Haaretz, sostengono che l'organizzazione vorrebbe avere garanzie che Israele non riprenda i combattimenti nella Striscia di Gaza nei prossimi mesi come condizione per concludere un accordo per il rilascio degli ostaggi. "Vogliamo la vita per i palestinesi a Gaza e questo significa la fine della guerra, il ritiro israeliano, il ripristino della Striscia e un chiaro quadro politico".
Il segretario alla Difesa Usa, Lloyd Austin, ha sottolineato che la preoccupazione maggiore per l'annunciata invasione israeliana di Rafah non è la mancanza di un piano dello Stato ebraico per proteggere i civili, ma piuttosto "la mancanza di esecuzione" del piano. Davanti alla Camera Usa Austin ha afermato che Israele deve ancora adottare le misure adeguate per allontanare i civili dal pericolo e provvedere per loro in zone sicure.
Il premier Benyamin Netanyahu denunciando la possibilità che il tribunale dell'Aja emetta mandati di arresto per crimini di guerra contro i comandanti dell'IDF e dei leader di stato, come lui, ha assicurato che "la Corte penale internazionale dell'Aia non ha alcuna autorità sullo stato di Israele". "Sarà la prima volta che un paese democratico, che lotta per la propria vita secondo tutte le regole del diritto internazionale, verrà accusato di crimini di guerra. Se dovesse accadere, sarebbe una macchia indelebile per tutta l'umanità. Un crimine d'odio antisemita, che aggiungerebbe benzina all'antisemitismo".
Washington ha ribadito con forza: "La nostra posizione è sempre la stessa: non vogliamo un'operazione di terra a Rafah". Il portavoce del Consiglio per la sicurezza americana, John Kirby, lo ha ripetuto in un briefing con un ristretto gruppo di giornalisti rispondendo ad una domanda sulle ultime dichiarazioni del premier israeliano Benjamin Netanyahu, che aveva affermato che l'operazione militare si farà lo stesso, con o senza l'accordo sugli ostaggi.
"Entreremo a Rafah e annienteremo tutti i battaglioni di Hamas presenti li', con o senza un accordo, per ottenere la vittoria totale". Lo ha affermato il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu in un incontro con familiari degli ostaggi e dei caduti del Forum Hagvura e del Forum Tikva, nel suo ufficio. "L'idea che porremo fine alla guerra prima di raggiungere tutti i nostri obiettivi e' inaccettabile", ha sottolineato.
Nei negoziati per la tregua a Gaza la proposta che Israele ha contribuito a formulare ma che non ha ancora accettato, come d'altra parte Hamas, prevedrebbe due fasi: la prima implicherebbe il rilascio di almeno 20 ostaggi in tre settimane per un numero imprecisato di prigionieri palestinesi. La seconda fase includerebbe un cessate il fuoco di 10 settimane durante le quali Hamas e Israele si accorderebbero su un rilascio più ampio di ostaggi e su una pausa prolungata nei combattimenti che potrebbe durare fino a un anno. Lo riporta il Wsj. La durata della prima fase potrebbe essere prolungata di un giorno per ogni altro ostaggio
Una fonte diplomatica francese ha detto a Reuters che nei negoziati c'è stata una convergenza sul numero di ostaggi rilasciati in cambio dei palestinesi detenuti nelle carceri israeliane, ma che permangono ostacoli sulla natura a lungo termine della tregua. "Non siamo lontani da un accordo, ma non è la prima volta" (che si era vicini ma poi è saltata l'intesa, ndr), ha aggiunto la fonte.
Il capo di Stato Maggiore delle forze di difesa israeliane, il generale Herzi Halevi, ha approvato ieri i piani finali per un’azione militare a Rafah, nel sud di Gaza. Lo riporta il sito di notizie Ynet, precisando – senza però citare alcuna fonte – che i carri armati israeliani sono schierati al confine di Gaza e pronti a ricevere il via libera per iniziare la controversa offensiva sulla città della Striscia.
L'operazione, si aggiunge, è considerata da Israele l'ultima spinta necessaria per sradicare le forze combattenti di Hamas nell'enclave palestinese, nonostante gli avvertimenti di un disastro umanitario se i civili non saranno allontanati dall'area delle operazioni.
I piani tattici per entrare nel vivo dei combattimenti sarebbero stati completati negli ultimi giorni, riferisce Ynet, e includono un’invasione graduale che potrebbe essere fermata o ritardata in caso di progressi nei colloqui sugli ostaggi. Secondo quanto spiegato, nelle prossime 48-72 ore potrebbe esserci il via all'operazione, a meno che non si raggiunga un accordo sugli ostaggi tra le due parti.
Il presidente Usa, Joe Biden, ha avuto una discussione con i leader di Egitto e Qatar sulla trattativa per la liberazione degli ostaggi in mano ad Hamas e sulla guerra di Gaza con i leader di Egitto e Qatar. Secondo la Casa Bianca, Biden ha avuto telefonate con il presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi e l'emiro del Qatar Sheikh Tamim bin Hamad Al Thani. Il presidente americano ha esortato i due leader a compiere tutti gli sforzi necessari per garantire il rilascio degli ostaggi, “ora l'unico ostacolo a un cessate il fuoco immediato e agli aiuti per i civili a Gaza”. Il presidente Usa, secondo Washington, ha confermato che gli Stati Uniti “lavoreranno per garantire la piena attuazione dell'accordo”.
Almeno 34 persone sono state uccise nei raid israeliani nella Striscia di Gaza durante la giornata di ieri, incluse 26 a Rafah: lo riporta l'agenzia di stampa palestinese Wafa. I caccia israeliani, sottolinea, hanno lanciato raid sulle aree a ovest di Rafah, nel sud della Striscia, e sulla periferia orientale della città di Beit Hanoun, nella Striscia settentrionale.
"I terroristi Houthi sostenuti dall'Iran hanno lanciato tre missili balistici antinave e tre droni dallo Yemen nel Mar Rosso verso la MV Cyclades, una nave battente bandiera di Malta, nave di proprietà della Grecia. Secondo le prime informazioni non ci sarebbero feriti e la nave avrebbe continuato la sua rotta". Lo scrive su X il comando centrale delle forze armate Usa. "In precedenza, le forze del Comando Centrale degli Stati Uniti hanno ingaggiato e distrutto con successo un veicolo aereo senza pilota lanciato dagli Houthi su una traiettoria di volo verso la USS Philippine Sea e la USS Laboon nel Mar Rosso. Non sono stati segnalati feriti o danni da parte di navi mercantili, statunitensi o della coalizione", aggiunge Centcom.
Un centinaio di avvocati nazionali ed esteri – di cui almeno 20 che lavorano nell'amministrazione Biden – chiedono al presidente Usa di sospendere gli aiuti militari a Israele, sostenendo che le sue azioni a Gaza non sono conformi al diritto umanitario statunitense e internazionale. Lo scorso fine settimana, Reuters ha riferito che alcuni alti funzionari statunitensi hanno dichiarato al Segretario di Stato Antony Blinken in una nota interna di dubitare della credibilità delle assicurazioni di Israele sull'uso delle armi fornite dagli Stati Uniti in linea con il diritto internazionale. E a febbraio, più di 800 funzionari negli Stati Uniti e all'estero hanno firmato una lettera aperta di dissenso sul sostegno del loro governo alla guerra di Israele a Gaza.