Roma, 4 marzo 2024 – Mentre le trattative per una tregua a Gaza si allontano – dopo il rifiuto di Israele di andare ai colloqui al Cairo accusando Hamas di non voler fornire la lista degli ostaggi ancora in vita – proseguono raid e operazioni di terra nella Striscia e in Cisgiordania ma si assiste anche a una serie di dimissioni tra alti ufficiali delle Forze di difesa israeliane, tra cui i portavoce dell’Idf, ovvero coloro che dall’inizio della guerra sono stati voce e volto dell’esercito.
Ha subito sollevato interrogativi la notizia diffusa da Channel 14 che riferisce delle dimissioni del popolarissimo tenente colonnello Daniel Hagari, secondo in comando dell’Unità informativa dell’Idf, assieme ad almeno altri 4 alti funzionari del sistema informativo dell'Idf. Fonti dell’emittente tv israeliana affermano che le dimissioni sono dovute a questioni “professionali e personali”. Ma allo stesso tempo è ritenuta “insolita” un'uscita dall'esercito di tale portata nel pieno di una guerra in corso. Oltre ad Hagari le dimissioni riguarderebbero anche l'altro tenente colonnello Richard Hecht, portavoce dell'Idf per i media esteri.
Secondo il portavoce dell’Idf, oltre 450 impiegati dell'Unrwa, l'ente dell'Onu per i rifugiati palestinesi, “appartengono a organizzazioni terroristiche della striscia di Gaza, in particolare a Hamas”.
Per contro, l’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi, ha dichiarato oggi che le autorità israeliane hanno torturato alcuni membri del suo staff durante gli interrogatori.
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Le ultime notizie
Smantellare l'Unrwa significherebbe sacrificare "un'intera generazione di bambini". Lo ha detto il capo dell'Agenzia Onu per i rifugiati palestinesi Philippe Lazzarini all'Assemblea Generale delle Nazioni Unite. "Smantellare l'Unrwa è miope. Così facendo, sacrificheremo un'intera generazione di bambini, seminando il seme dell'odio, del risentimento e del conflitto futuro", ha aggiunto.
L'agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi, Unrwa, ha dichiarato oggi che le autorità israeliane hanno torturato alcuni membri del suo staff durante gli interrogatori. "Alcuni membri del nostro personale hanno riferito alle squadre dell'Unrwa di essere stati costretti a confessare sotto tortura e maltrattamenti" mentre veniva chiesto loro dell'attacco di Hamas contro Israele il 7 ottobre, ha precisato l'agenzia Onu.
L'esercito israeliano ha accusato l'Unrwa, l'agenzia Onu per i rifugiati palestinesi, di impiegare "piu' di 450 terroristi" a Gaza, secondo dati raccolti dai propri servizi di intelligence. Si tratta di appartenenenti ritenuti "principalmente" legati ad Hamas. Lo ha affermato in un comunicato l'Idf.
Israele richiama il suo ambasciatore all'Onu in seguito al "silenzio" sulle violenze sessuali attribuite ad Hamas. Lo riferiscono fonti governative israeliane.
"Gravi livelli di malnutrizione, bambini che muoiono di fame, grave carenza di carburante, cibo e forniture mediche, edifici ospedalieri distrutti". Li ha riscontrati Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore generale dell'Organizzazione mondiale della sanità, dopo aver visitato gli ospedali di al-Awda e Kamal Adwan nel nord di Gaza durante il fine settimana. "La situazione all'ospedale Al-Awda è particolarmente spaventosa, poiché uno degli edifici è distrutto", ha scritto su X il capo dell'Oms. "L'ospedale Kamal Adwan è l'unico ospedale pediatrico nel nord di Gaza ed è sopraffatto dai pazienti. La mancanza di cibo ha provocato la morte di 10 bambini. La mancanza di elettricità rappresenta una seria minaccia per la cura dei pazienti, soprattutto in aree critiche come l'unità di terapia intensiva e l'unità neonatale". Il Dg ha sottolineato che l'Oms è riuscita a fornire 9.500 litri di carburante a ciascun ospedale e alcune forniture mediche essenziali. "Facciamo appello a Israele affinché garantisca che gli aiuti umanitari possano essere consegnati in modo sicuro e regolare. I civili, in particolare i bambini, e il personale sanitario necessitano immediatamente di maggiori aiuti. Ma la medicina chiave di cui tutti questi pazienti hanno bisogno è la pace. Cessate il fuoco", ha concluso.
Una nave battente bandiera liberiana è stata attaccata al largo dello Yemen. Lo ha riferito la società di sicurezza marittima Ambrey, aggiungendo che la nave era stata elencata come "affiliata a Israele". "La nave era indicata come gestita dalla compagnia israeliana Zim Integrated Shipping Services", ha detto Ambrey, ma ha aggiunto che "potrebbe trattarsi di un'affiliazione obsoleta. Non è stato confermato se la nave sia stata colpita direttamente o abbia subito danni a causa di esplosioni nelle vicinanze", ha affermato la società.
Una guerra lungo il confine meridionale del Libano non sarebbe "contenibile". Lo ha detto l'inviato speciale americano Amos Hochstein in visita a Beirut, citato da Sky news, mentre continuano gli sforzi diplomatici per fermare gli scontri a fuoco tra Hezbollah e Israele. "Un cessate il fuoco temporaneo non è sufficiente. Una guerra limitata non è contenibile", ha affermato. Israele e Hezbollah - sostenuto dall'Iran - sono in conflitto sin dall'inizio della guerra tra le forze israeliane e Hamas scoppiata dopo l'attacco dei miliziani palestinesi allo Stato ebraico lo scorso 7 ottobre.
L'esercito israeliano ha smentito che il portavoce dei militari, Daniel Hagari, si sia dimesso dall'incarico insieme ad altri collaboratori del settore media. L'indiscrezione era stata data stamane dall'emittente Channel 12, nella sua versione in ebraico, ma una fonte di Idf ha detto che il rumour è "falso".
I danni ai cavi sottomarini nel Mar Rosso stanno interrompendo le reti di telecomunicazioni globali e costringendo i fornitori di servizi Internet a reindirizzare circa un quarto del traffico tra Asia, Europa e Medio Oriente. Lo riporta la CNN. Secondo la società di telecomunicazioni di Hong Kong HGC Global Communications, il 25% del traffico tra Asia ed Europa, nonché Medio Oriente, è stato colpito, ha affermato la società in una nota. La società ha affermato che sta reindirizzando il traffico per ridurre al minimo i disagi per i clienti e sta anche "estendendo l'assistenza alle aziende interessate".
Un lavoratore straniero è morto e altri sette sono rimasti feriti a Margaliot da un missile anticarro lanciato dal sud del Libano verso il nord d'Israele. Lo hanno riferito i soccorritori, precisando che due dei feriti sono in gravi condizioni.
Israele ha ucciso nel sud del Libano il nipote del leader di Hezbollah, Hasan Nasrallah. Lo ha affermato un sito di notizie siriano legato alle opposizioni anti-Damasco e ostili allo stesso movimento libanese filo-iraniano. La notizia non è stata confermata da media libanesi né dagli stessi Hezbollah. Secondo il sito in arabo "Voce della capitale" (Sawt al-Asima), sabato scorso un drone militare israeliano ha condotto un raid nel sud del Libano, nel distretto di Naqura, centrando in pieno un veicolo che viaggiava sulla strada costiera che conduce al capoluogo Tiro. All'interno del veicolo, afferma il sito, viaggiavano due combattenti di Hezbollah e un capo militare locale, identificato come Abbas Ahmad Khalil e che, secondo Sawt al-Asima, era il nipote di Nasrallah. I tre operativi appartenevano, secondo fonti israeliane e fonti delle opposizioni siriane, della "Brigata Imam Hussein" di Hezbollah.
L'ufficio del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu smentisce l'informazione diffusa da Sky News Arabiya secondo la quale il presidente americano Joe Biden avrebbe rifiutato un colloquio dopo l'attacco contro i palestinesi in fila per la distribuzione di aiuti umanitari a Gaza. ''Si tratta di una notizia falsa'', ha detto l'ufficio di Netanyahu a Times of Israel. Netanyahu, ha aggiunto la fonte, ''non ha chiesto un colloquio telefonico con Biden dopo l'incidente e gli americani, che non stanno incolpando Israele per quanto accaduto, a loro volta non hanno chiesto di poter parlare al telefono con il primo ministro'' israeliano.
Per la prima volta dall'inizio del conflitto tra Hezbollah e Israele sei mesi fa, soldati israeliani hanno tentato di infiltrarsi in territorio libanese: lo ha annunciato nelle ultime ore lo stesso movimento armato libanese, alleato dell'Iran e di Hamas e che ha denunciato due tentativi falliti da parte dei soldati israeliani di penetrare in territorio libanese. Secondo due comunicati di Hezbollah, i combattenti libanesi sono riusciti a sventare il primo tentativo di infiltrazione attraverso la linea di demarcazione tra i due paesi nei pressi di Rmeish.
l presidente americano Joe Biden si è rifiutato di parlare al telefono con il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu dopo l'attacco delle Forze di difesa israeliane (Idf) ai palestinesi in fila per ricevere aiuti umanitari a nord di Gaza. Lo riporta Sky News Arabiya citando una propria fonte, secondo la quale la distanza tra i due leader si sta acutizzando in quanto Biden ritiene che Netanyahu non stia rispettando gli impegni sugli aiuti garantiti alla popolazione palestinese.
"L'Italia promuoverà una nuova iniziativa umanitaria per aiutare la popolazione civile palestinese. Inviterò alla Farnesina tutti gli attori del polo delle Nazioni Unite a Roma". A dirlo, in un'intervista alla Stampa, è il ministro degli Esteri Antonio Tajani. "La situazione è molto complessa, ma non dobbiamo arrenderci - aggiunge Tajani -. Hamas non ha dato le informazioni richieste sugli ostaggi. Spero che Qatar, Egitto e Stati Uniti riescano a convincere le parti a un cessate il fuoco entro l'inizio del Ramadan". Poi Tajani aggiunge: "Il nostro obiettivo strategico è la formula 'due popoli, due Stati', in cui Israele riesca ad essere riconosciuto in sicurezza dal mondo arabo e i palestinesi possano avere una loro realtà istituzionale. Adesso il cessate il fuoco dovrà essere accompagnato dalla liberazione di tutti gli ostaggi israeliani". Per il ministro, "è essenziale all'obiettivo di far arrivare nei territori tutti gli aiuti di cui c'è bisogno, molti di più di più di quelli che si possono distribuire con il lancio di pacchi di cibo dagli aerei".
I negoziatori di una tregua temporanea nella Striscia di Gaza ritengono che Hamas e Israele stiano facendo lenti progressi e potrebbero raggiungere un accordo prima del Ramadan: lo hanno riferito funzionari egiziani a conoscenza del dossier mentre, secondo il Wall Street Journal, un alto esponente di Hamas ha spiegato che la prima settimana di Ramadan sarebbe un obiettivo più realistico per un accordo. Secondo un funzionario israeliano e un funzionario statunitense, Israele avrebbe accettato le linee generali di un accordo. Ma l'esponente dello Stato ebraico ha espresso preoccupazione sulla sincerità di Hamas nel raggiungere un'intesa dopo che la delegazione al Cairo non ha fornito un elenco di ostaggi in vita, una richiesta che secondo i mediatori Israele ha avanzato durante il fine settimana.
Un adolescente palestinese è stato ucciso a colpi d'arma da fuoco durante un'operazione delle forze di difesa israeliane vicino a Ramallah, in Cisgiordania, riferisce l'agenzia di stampa ufficiale palestinese Wafa. Secondo quanto spiegato, il ragazzo è stato ucciso durante un raid nel campo profughi di al-Am`ari. Al momento non ci sono commenti da parte dell'Idf, spiega il Times of Israel.
Almeno sei palestinesi sono stati uccisi e diversi altri feriti in un nuovo raid aereo israeliano che ha colpito oggi un edificio residenziale a est di Rafah, nel sud della Striscia di Gaza. Lo rende noto l'emittente araba Al Jazeera. Nella notte altre sette persone erano rimaste uccise in un altro bombardamento nel nord della città palestinese. Il bilancio delle vittime nella Striscia dal 7 ottobre è di almeno 30.410 morti e oltre 71.700 feriti, secondo il Ministero della Sanità palestinese gestito da Hamas.
L'esercito israliano continua a colpire "infrastrutture terroristiche" di Hezbollah nel sud del Libano. Come annunciato domenica dall'Idf, jet da combattimento con la Stella di David hanno attaccato nelle aree di Ayta ash Shab e Kfar Kila, nel sud del Libano. Sempre domenica erano stati rilevati alcuni lanci di razzi dal Libano, entrati in territorio israeliano nelle aree di Metula, Ghajar e Malkia.
Il portavoce dell'Idf, l'esercito israeliano, e almeno altri quattro alti responsabili dei rapporti con i media si sono dimessi "per motivi personali e professionali": lo riferisce l'emittente israeliana Channel 14 che spiega come si tratti di una mossa sorprendente considerando che arriva in una fase delicatissima dell'offensiva militare nella Striscia di Gaza. Lascerebbe quindi l'incarico il popolarissimo Daniel Hagari, la voce dei militari dall'inizio dell'offensiva nella Striscia di Gaza, a ottobre. Il 47enne brigadiere generale tra il 2012 e il 2014 era stato direttore dell'ufficio dell'allora capo di stato maggiore Benny Gantz, oggi ministro e nel gabinetto di guerra, ma rivale politico del premier, Bibi Netanyahu. Si sarebbero dimessi anche il tenente colonnello Richard Hecht, portavoce per i media stranieri, e gli ufficiali Merav Granot e Tzupia Moshkovich.
"Ci deve essere un cessate il fuoco immediato per almeno sei settimane, questo è l'accordo sul tavolo". Lo ha affermato la vicepresidente americana Kamala Harris, mettendo l'accento sulla "immensa portata della sofferenza a Gaza", "ciò a cui assistiamo ogni giorno nella Striscia è devastante". Un cessate il fuoco immediato "permetterà di liberare gli ostaggi e di far arrivare una quantità significativa di aiuti", ha aggiunto Harris, sottolineando che "consentirebbe di costruire qualcosa di più duraturo per garantire la sicurezza di Israele e rispettare il diritto del popolo palestinese alla dignità, alla libertà e all'autodeterminazione".