Roma, 6 giugno 2024 – “La Nato non ha intenzione di schierare forze in Ucraina”, ha affermato oggi il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg, cercando di allontanare nuovamente lo spettro di un’ipotetica guerra tra forze atlantiche e Russia. Ma a far temere gli analisti è piuttosto la prospettiva di una guerra ibrida, dai confini meno chiari e dalle caratteristiche ‘più subdole’, rispetto a soldati, trincee e missili.
Cosa è
Per la precisione, il termine ‘guerra ibrida’ racchiude nel suo significato un insieme di combattimenti e attacchi ‘convenzionali’, uniti ad attentati (spesso non rivendicati), sabotaggi di vario genere, terrorismo informatico e sanzioni economiche. Uno dei primi contesti nei quali questa strategia è stata applicata è proprio l’Ucraina, ben prima dell’invasione incominciata a febbraio 2022. Sin dal 2014, mentre la politica di Kiev svoltava verso l’europeismo e l’atlantismo, la Russia ha inaugurato una serie di iniziative volte a indebolire l’Ucraina e a riportarla – a lungo termine – sotto la sua sfera d’influenza.
Tra le iniziative più note c’è stata l’interruzione alle forniture di gas russo nel giugno 2014, con il serio rischio che i cittadini rimanessero senza riscaldamenti nel rigido inverno ucraino. Il tutto anticipato a mosse decisamente più ‘tradizionali’, come l’invasione della Crimea (compiuta da soldati senza insegne) e la relativa annessione in contrasto al diritto internazionale.
L’influenza russa sulle elezioni Usa nel 2016
La guerra ibrida della Russia si sarebbe poi spinta ben oltre l’Ucraina, andando a colpire anche l’Occidente. Nel 2020, a seguito di un’inchiesta condotta dal Senato degli Stati Uniti, è emerso che il Cremlino ha influenzato le elezioni del 2016 che hanno portato Donald Trump alla Casa Bianca. Secondo l’indagine, esponenti russi avrebbero lavorato a fianco del team elettorale del tycoon per screditare – soprattutto a livello mediatico e online – la candidata democratica Hillary Clinton, facilitando l’accesso a documenti riservati rivelatisi importanti per la sua sconfitta. L’analoga motivazione – quella di manipolare l’opinione pubblica – guida anche le migliaia di utenti russi che fanno circolare fake news e disinformazione sul web.
Incendi, minacce e disinformazione in Europa
L’Europa non è illesa: all’ordine del giorno del vertice di difesa dell’Unione Europea del 23 maggio, si è discusso dei presunti attacchi russi nel continente. Nulla a che vedere con missili o raid: negli ultimi mesi abitazioni, magazzini, negozi e centri commerciali sono stati al centro di rovinosi incendi di misteriosa natura. E i responsabili sarebbero professionisti “del mondo criminale” ingaggiati dalla Russia. La premier estone Kaja Kallas ha parlato di una “guerra ombra” del Cremlino, che nel suo paese avrebbe persino assoldato dieci individui “per attaccare l’auto del ministro degli interni e quella di un giornalista”, stando a quanto riportato dal responsabile della difesa di Tallinn.
Le accuse a Mosca piovono anche dalla Francia: il premier francese Gabriel Attal ha dichiarato che le ingerenze di Mosca sono “un veleno che cerca di manipolare l’opinione pubblica”. “Abbiamo visto mani rosse al Memoriale della Shoah, bare sotto la torre Eiffel: queste ingerenze sono la nuova guerra mondiale”.
Il rischio per le europee
In Italia, la presenza di una guerra ibrida è evidente sia al governo che all’opposizione. “Putin cerca di spaventare l’Europa e l’Occidente – ha dichiarato il ministro degli esteri Antonio Tajani – Fa parte del gioco”. La segretaria del Elly Schlein ha invece ricordato la commissione dell’Unione Europea incaricata di approfondire il caso: “Si tratta di una realtà, bisognerà indagare su questi tentativi di interferire nella democrazia, l’Italia è uno dei paesi più esposti”, ha spiegato al videoforum di Repubblica. E intanto, mentre l’Unione si avvia al voto per le europee, i gruppi hacker russi People's CyberArmy, HackNeT e Cyberdragon hanno annunciato attacchi contro i Paesi Bassi, i primi a votare.