Venerdì 4 Ottobre 2024
Giovanni Panettiere
Esteri

Il cardinale Lojudice: “La guerra a Gaza alimenta i rigurgiti di antisemitismo”

L’allarme della Chiesa: “La continua escalation militare sta esacerbando gli animi con ingiustificati e preoccupanti rigurgiti antisemiti e un continuo stillicidio di vittime innocenti”

Roma, 5 ottobre 2024 – "Purtroppo la continua escalation militare in Terra Santa, in Libano e in generale nel quadrante orientale sta esacerbando gli animi da ogni parte coinvolta, con preoccupanti e ingiustificati rigurgiti antisemiti e un continuo stillicidio di vittime innocenti". Sotto i nostri occhi si sta procedendo "verso una guerra totale, i rischi per l'umanità sono tragici". La voce sofferta e lapidaria della Chiesa ha il timbro del cardinale Paolo Lojudice, uno degli alti prelati più attivi nel contrasto alle discriminazioni razziali sin dai tempi in cui, prete di strada, incoraggiava l'integrazione delle famiglie rom nei quartieri popolari di Roma. Presidente dell'episcopato toscano, l'arcivescovo di Siena e Montepulciano fa suo il messaggio di Santa Caterina per la pace e l'armonia fra le nazioni, a un quarto di secolo dalla proclamazione della mistica a patrona d'Europa da parte di papa Giovanni Paolo II.

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Che cosa direbbe la Santa, la stessa che nel XIV secolo non si faceva problemi a scrivere ai potenti della Terra, a proposito dello stato di un'Unione europea che, salvo per il recente via libera all'uso anche sul territorio russo delle armi inviate a Kiev, sembra non toccare palla sui campi internazionali più significativi?

"Anche lei metterebbe il dito nella piaga di un processo d'integrazione comunitario ancora molto lungo da percorrere. Manca la creazione dei famosi Stati Uniti d'Europa attraverso i quali le istituzioni Ue, oggi percepite spesso come distanti dai cittadini, avrebbero una maggiore autorevolezza agli occhi del mondo intero. Capire e realizzare il rapporto tra identità degli Stati e partecipazione ad un comune progetto è la sfida principale per Bruxelles. Certo non si possono annullare le differenze in Paesi, che hanno storie e situazioni così diverse, ma più uno Stato ha coscienza della sua identità più sarà possibile arrivare ad un dialogo costruttivo in storie e culture di popoli differenti".

Dalla Germania dell'Est all'Austria in Europa si afferma l'ultradestra. Teme un ritorno del nazifascismo venato da un connaturale antisemitismo?

""Sarebbe sbagliato sottovalutare il fenomeno così come estremizzarlo. Nell'ultimo cinquantennio piu volte abbiamo assistito all'affermazione politica dell'ultradestra nel nostro continente. L'Europa ridotta a un minestrone non allineato nei gusti non aiuta. Il sovranismo tocca la pancia delle persone, specie quando sono più allarmate e preoccupate, anche se sappiamo bene che non è mai la soluzione al problema".

Ma fascismo e nazismo sono fenomeni relegati definitivamente ai libri di storia?

"In quanto tali direi di sì, perché le condizioni e il contesto sono molto diversi. Per fortuna abbiamo anche tante persone che si sporcano le mani in nome dell'attenzione verso i poveri, i migranti, i deboli in genere. Esistono però focolai localizzati capaci di ingenerare incendi".

L'antisemitismo comunque sembra aver rialzato la testa negli ultimi mesi, come se lo spiega?

"Quanto sta accadendo in Terra Santa sta fomentando nuove minacce, insulti e polemiche ai danni di persone di livello come la senatrice a vita Liliana Segre, scampata alla Shoah. Questo non è comunque accettabile'.

Tra Putin e Netanyahu intercorre lo stesso delirio di onnipotenza? 

"Non posso fare questo paragone. Ma non sempre la "ragion di Stato" è il metodo più giusto per dirimere questioni annose come quelle in Medio Oriente. La mia preoccupazione è per quanti hanno perso la vita il 7 ottobre dello scorso anno, per quanti l'hanno persa sotto i bombardamneti e per coloro che soffrono da entrambe le parti".

A Gaza è in atto un genocidio?

"Parlare oggi di genocidio mi sembra esagerato: alla storia lascio questa responsabilità. Di certo, se il numero di morti annunciati dai media corrisponde al vero, siamo di fronte ad una tragedia senza proporzioni".

La contabilità nella Striscia però, la fa Hamas, l'organizzazione terroristica che un anno fa ha ucciso, rapito, mutilato e stuprato migliaia di persone nei kibbutz e al festival musicale...

"Anche quelle sono vittime innocenti, la difesa, come ha ricordato il Papa, deve essere proporzionata all'offesa per non scadere nella disumanità. A Gaza e in Libano la mia paura che non si tenga più la barra a dritta dimenticando le troppe vite spezzate da ogni parte".

Come giudica le proteste all'interno d'Israele all'indirizzo della politica militare di Netanyahu?

"Dobbiamo sperare che il partito della pace in Israele e in ogni parte del mondo possa alzare la voce, oggi troppo debole. Mi aspetterei che si levassero più voci autorevoli d'intellettuali per dire di fermarsi, che non è questa la soluzione anche per liberare gli ostaggi. Resto stupito dal fatto che tutto questo non accada".

Israele replica che si vuole cancellarlo come Stato, che è in pericolo la sua sopravvivenza....

"Credo sia giusto che Israele faccia il possibile per difendere il proprio diritto ad esistere, ma questo non deve portare alla sofferenza milioni di persone innocenti".

La diplomazia vaticana cosa può fare in questo contesto? 

"Può e prova a far tanto. Ma sappiamo che una Chiesa chiamata per vocazione a scegliere e servire gli ultimi, i poveri, e non ad entrare nei giri dei potenti, degli interessi economici, è poco o nulla ascoltata ai tavoli dei grandi ella Terra. Ma questo non è il Papa a dirlo: è la scelta del Vangelo”.