Gaza, 28 gennaio 2024 – Si starebbero avvicinando a un accordo i negoziatori guidati dagli americani tra Israele e Hamas. Lo scrive il New York Times, secondo cui nelle prossime due settimane potrebbe essere siglata un'intesa che prevederebbe la sospensione della guerra a Gaza per circa due mesi in cambio del rilascio i oltre cento ostaggi detenuti nella Striscia. Il nodo: una tregua di due mesi in cambio della liberazione di tutti i prigionieri.
Israele: “Hamas ha le nostre armi. Costruisce i razzi con le bombe inesplose”
Il capo del Mossad David Barnea è arrivato a Parigi per incontrare in giornata delegazioni degli Usa, del Qatar e dell'Egitto su un possibile accordo per il rilascio degli ostaggi.
Secondo Nbc News l'amministrazione Biden sta valutando di rallentare o sospendere la fornitura di alcune armi offensive a Israele come leva per convincere il governo Netanyahu a ridurre l'offensiva militare a Gaza. Intanto il Wall Strett Journal riferisce che, dopo 114 giorni di combattimenti, ben l'80% del sistema di tunnel di Hamas sotto Gaza sarebbe intatto. Citando funzionari israeliani e statunitensi, il quotidiano statunitense scrive che è difficile valutare quanta parte del labirinto sotterraneo sia stata distrutta finora dalle truppe israeliane. Funzionari israeliani hanno affermato che il leader di Hamas Yahya Sinwar e altri comandanti del gruppo terrorista si nascondano sottoterra, in particolare Sinwar si troverebbe in un centro di comando in un tunnel sotto Khan Younis, insieme ad alcuni rapiti.
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La diretta
La polizia israeliana ha annunciato di aver arrestato quattro coloni in seguito a un’aggressione contro due camionisti che consegnavano aiuti umanitari a Gaza, vicino all’incrocio di Tlalim nel Negev, nel sud di Israele. Secondo la polizia, citata da Haaretz, i sospettati dell’aggressione sono quattro coloni, tra i venti e i trent’anni, provenienti dagli insediamenti di Yakir, Amichai e Shilo. I due autisti hanno affermato di essere stati attaccati con gas lacrimogeni e lanci di sassi contro i loro camion. I quattro sono stati arrestati mentre erano in auto a Beit Kama, nel nord del Negev. Gli agenti della stazione di polizia di Segev Shalom hanno perquisito il veicolo e hanno trovato un coltello tascabile e gas lacrimogeno.
Si registrano "alcuni progressi" nella trattativa per gli oltre 130 ostaggi israeliani ancora nella mani di Hamas a Gaza. Ed è possibile, nonostante la presenza di "alcune divergenze" tra le parti, che alla fine l’intesa si trovi in cambio di due mesi di pausa nella guerra. Lo spiraglio è arrivato da Parigi dalla riunione voluta dal capo della Cia William Burns con il direttore del Mossad David Barnea, il premier del Qatar Mohammed bin Abdulrahman Al Thani e il capo degli 007 egiziani Abbas Kamel. Una fonte diplomatica israeliana ha parlato esplicitamente di "alcuni progressi" emersi dalla riunione. Il giudizio, pur nella prudenza, è stato confermato dall’ufficio del premier Benyamin Netanyahu. "L’incontro - ha detto - è stato costruttivo ma ci sono ancora divari significativi", che saranno oggetto di discussioni in altre riunioni in questa settimana. Secondo il Nyt, l’intesa potrebbe essere siglata nelle prossime due settimane sulla base di una bozza scritta che unisce le proposte di Israele e Hamas avanzate negli ultimi 10 giorni. In sostanza, il nodo sarebbe la pausa di due mesi nel conflitto in cambio del rilascio - con modalità ancora da precisare - di tutti gli ostaggi nell’enclave palestinese. Un tema molto sentito in Israele dove cresce la protesta delle famiglie dei rapiti che hanno anche chiesto le dimissioni del governo accusato di non fare abbastanza - e subito - per la loro liberazione. L’ostacolo maggiore, secondo analisti, sarebbe però la richiesta di Hamas - più volte ribadita - che Israele fermi il conflitto senza limiti di tempo e che si ritiri del tutto dalla Striscia.
"Abbiamo avuto una brutta giornata in Medio Oriente e risponderemo": lo ha detto il presidente Usa Joe Biden a margine di un evento elettorale in South Carolina rispondendo ad una domanda sull’attacco in Giordania nel quale sono morti tre soldati americani. Il presidente ha quindi chiesto un minuto di silenzio alla folla riunitasi nella banquet hall di una chiesta battista.
Il ministro per la Sicurezza nazionale israeliano, l’esponente di estrema destra Itamar Ben Gvir, ha nuovamente sollecitato il reinsediamento all’estero dei palestinesi di Gaza perché Israele possa tornare a colonizzare l’enclave. Una proposta che sta prendendo vigore tra le file dell’estrema destra nel bel mezzo della guerra con Hamas. L’esecutivo israeliano “dovrebbe incoraggiare l’emigrazione volontaria” dei 2,3 milioni di palestinesi dell’enclave, ha ripetuto Ben Gvir in un evento organizzato a Gerusalemme da gruppi di estrema destra, al quale hanno preso parte anche altri ministri e deputati della coalizione governativa di destra guidata da Benjamin Netanyahu. “Dobbiamo incoraggiarli ad andarsene”, ha aggiunto Ben Gvir, che ha citato la Torah e ha chiesto il ripristino degli insediamenti israeliani a Gaza, da cui Israele si è ritirato nel 2005. Ha anche assicurato che si rivolgerà a Netanyahu per avanzare le sue rivendicazioni e ha assicurato che “sarebbe un peccato aspettare altri 15 anni” per il ritorno dei coloni israeliani nella Striscia. “E’ ora di tornare in patria, di costruire colonie” a Gaza, nonché di stabilire “la pena di morte per i terroristi”, ha aggiunto l’attuale massimo riferimento dell’estrema destra suprematista ebrea israeliana, anch’egli colono residente in Cisgiordania.
L’incontro a Parigi tra alti funzionari dell’intelligence americana, egiziana, del Qatar e israeliana sul cessate il fuoco a Gaza è stato “costruttivo”, ha detto l’ufficio del primo ministro israeliano, precisando che ci sono “ancora divergenze” tra le parti. Per Israele erano presenti i capi del Mossad (servizi segreti esteri) e dello Shin Bet (servizi segreti nazionali). I colloquio “continueranno questa settimana”, aggiunge il testo.
L'amministrazione Biden sta valutando di rallentare o sospendere la fornitura di alcune armi offensive a Israele come leva per convincere il governo Netanyahu a ridurre l'offensiva militare a Gaza. Lo riporta Nbc News citando tre dirigenti americani e un ex, e precisando che non è stata presa alcuna decisione. Il Pentagono, su ordine della Casa Bianca, ha però già esaminato quali armi richieste da Israele potrebbero essere utilizzate come leva. Tra queste ci sono i proiettili di artiglieria da 155 mm e le 'joint direct attack munitions' (Jdam), kit di guida che convertono bombe stupide in munizioni a guida di precisione. Le fonti hanno riferito che è probabile che l'amministrazione Usa continui invece a fornire altri kit di conversione che rendono le munizioni israeliane più precise. Le stesse fonti hanno aggiunto che probabilmente gli Usa non rallenteranno la consegna di sistemi di difesa aerea, benché l'idea sia stata presa in considerazione, così come altri sistemi in grado di difendere i civili e le infrastrutture israeliane dagli attacchi. L'amministrazione si concentra sull'equipaggiamento militare offensivo nella revisione di ciò che potrebbe eventualmente trattenere o ritardare.
La Francia ha annunciato oggi che sospenderà i finanziamenti all'agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi, Unrwa, dopo le accuse di presunto coinvolgimento del personale nell'attacco del 7 ottobre da parte del gruppo militante Hamas contro Israele. "La Francia non ha previsto un nuovo pagamento per la prima metà del 2024. Poi deciderà, quando sarà il momento, sulle azioni da intraprendere, insieme alle Nazioni Unite e ai principali donatori", ha affermato il ministero degli Esteri, definendo le accuse «eccezionalmente gravi".
La presidenza di Abu Mazen ha condannato "l'ingiusta campagna" condotta da Israele contro l'Unrwa che "mira a liquidare la questione dei rifugiati palestinesi" in contraddizione con quanto stabilito dall'Onu nel 1949. La presidenza - citata dalla Wafa - ha poi chiesto ai Paesi che hanno preannunciato il taglio dei fondi di "ritirare la propria posizione" in attesa "della fine delle indagini" sui 12 impiegati licenziati per sospetti legami con Hamas. Infine ha denunciato che "il vero obiettivo della campagna di Israele è togliere il ruolo dell'Unrwa a Gaza nel dopoguerra".
Il capo del Mossad David Barnea è arrivato a Parigi per incontrare in giornata delegazioni degli Usa, del Qatar e dell'Egitto su un possibile accordo per il rilascio degli ostaggi a Gaza. Lo hanno confermato 3 fonti citate da Haaretz. Barnea vedrà il direttore della Cia Bill Burns, i premier del Qatar Mohammed bin Abdulrahman Al Thani e il capo dell'intelligence egiziana Abbas Kamel. Sul tavolo negoziale una pausa nella guerra di 2 mesi in cambio del rilascio di oltre 100 ostaggi.
I negoziatori guidati dagli americani si stanno avvicinando a un accordo in base al quale Israele sospenderebbe la guerra a Gaza per circa due mesi in cambio del rilascio di oltre 100 ostaggi ancora detenuti da Hamas: lo scrive il New York Times riferendo che l' accordo che potrebbe essere siglato nelle prossime due settimane. I negoziatori hanno sviluppato una bozza scritta di accordo che fonde le proposte avanzate da Israele e Hamas negli ultimi 10 giorni in una intesa di base che sarà oggetto di colloqui domenica a Parigi.
Dei 12 membri dello staff dell'Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l'occupazione dei rifugiati palestinesi nel Vicino Oriente (Unrwa), accusati di essere coinvolti nella strage compiuta in Israele da Hamas il 7 ottobre, nove sono stati licenziati, uno ucciso e le identità di altri due sono ancora "in fase di chiarimento": lo ha specificato il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, assicurando che l'organo di supervisione delle Nazioni Unite ha già avviato un'inchiesta e che è imminente una revisione indipendente dei fatti. Sulla scia delle accuse contro l'Unrwa, nove Paesi tra i quali l'Italia, hanno già sospeso i finanziamenti per la principale agenzia delle Nazioni Unite a Gaza. Guterres ha tuttavia esortato tutti a continuare l'assistenza finanziaria all'Unrwa che sostiene 2 milioni di abitanti di Gaza i quali dipendono da aiuti che sono determinanti - ha sottolineato - per la "sopravvivenza quotidiana".