Roma, 26 marzo 2024 – Non si fermano i raid aerei e gli scontri nella Striscia di Gaza, nonostante una prima risoluzione delle Nazioni Unite adottata ieri che chiedeva un immediato "cessate il fuoco" nel territorio palestinese, suscitando le ire di Israele. Già dalle prime ore di oggi, alcuni testimoni hanno riferito di attacchi nei pressi di Rafah, la città più meridionale della Striscia dove sono ammassati circa 1,5 milioni di palestinesi, la maggior parte dei quali sfollati e in fuga dal resto del territorio teatro di una guerra da quasi sei mesi
Ieri, dopo mesi di stallo e per la prima volta dall'inizio della guerra, il Consiglio di Sicurezza dell’Onu ha adottato una risoluzione che chiede un "cessate il fuoco" a Gaza per il Ramadan e la liberazione “immediata e incondizionata” degli ostaggi israeliani nelle mani di Hamas, con 14 voti a favore e grazie all’astensione degli Stati Uniti. La mancata attuazione di questa risoluzione sarebbe "imperdonabile", ha dichiarato il segretario generale Antonio Guterres. Ma la risoluzione ha suscitato l’ira di Israele: “Non cesseremo il fuoco fino al ritorno degli ostaggi”. Netanyahu a Washington: “Dagli Usa un passo indietro”. Mentre sull’altro fronte Hamas esulta: “Disponibili a un processo per lo scambio di prigionieri ma restiamo sulle nostre posizioni”. Intanto Israele conferma l’uccisione di Marwan Issa, numero 2 delle brigate Qassam.
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Le ultime notizie
Il ministero della Sanità di Hamas, che gestisce la Striscia di Gaza, ha reso noto che 12 persone sono state uccise in un raid israeliano in un campo per sfollati nella Striscia.
L'esercito israeliano ha confermato l'uccisione di Marwan Issa, il numero 2 delle Brigate Qassam, ala militare di Hamas. Lo ha fatto sapere il portavoce militare Daniel Hagari. "Abbiamo concluso tutte le prove - ha sottolineato - e possiamo dire che è stato eliminato". Issa - la cui sorte è stata a lungo incerta ma che gli Usa nei giorni scorsi avevano dato per morto - è stato colpito in un raid mirato lo scorso 11 marzo mentre si trovava in un bunker a Nusseirat, nel centro della Striscia.
La Mezzaluna Rossa ha fatto sapere che l'ospedale al-Amal di Khan Yunis, nel sud della Striscia, ha "smesso di operare" dopo che l'Idf ha "evacuato la struttura e bloccato gli ingressi". L'organizzazione palestinese su X ha espresso "disappunto per il fatto che l'ospedale sia stato messo fuori servizio dopo che la comunità internazionale non è riuscita a fornire la protezione necessaria al proprio personale, ai pazienti e agli sfollati". L'esercito israeliano ha più volte spiegato di aver cominciato ad operare nella struttura "sulla base di informazioni precise di intelligence" che indicano la presenza di "terroristi sul posto".
Una parte della delegazione israeliana resta in Qatar per continuare a discutere sulla posizione di Hamas in relazione al cessate il fuoco e al rilascio degli ostaggi: lo riferisce una fonte israeliana a Haaretz affermando che le trattative per l'accordo "non sono crollate".
Le autorità di Hamas nella Striscia di Gaza hanno chiesto la fine dei lanci di aiuti dagli aerei e l'apertura degli accessi terrestri per i convogli umanitari.
"Nonostante la risoluzione (dell'Onu che chiede il cessate il fuoco a Gaza) sia arrivata tardi e ci potrebbero essere delle lacune da colmare, la risoluzione stessa indica che l'occupazione di Israele sta subendo un isolamento politico senza precedenti". Lo ha affermato il capo dell'ufficio politico di Hamas, Ismail Haniyeh, durante una conferenza stampa a Teheran, come riporta Iran International, canale televisivo vicino ai dissidenti iraniani all'estero
I funzionari dell'agenzia di spionaggio israeliana, Mossad, rimangono a Doha per partecipare ai negoziati mediati da Egitto e Qatar su una tregua a Gaza e sul rilascio degli ostaggi. Lo conferma ai media israeliani una fonte informata sui colloqui. Poco prima un funzionario israeliano aveva detto al Times of Israel di aver richiamato la sua squadra da Doha, ponendo di fatto fine ai negoziati, poiché una dichiarazione ufficiale dell'ufficio del primo ministro Benjamin Netanyahu indicava che Gerusalemme non vedeva più Hamas disposta al compromesso. Ora invece si precisa che solo una piccola squadra del Mossad sta tornando in Israele da Doha per consultazioni sugli sviluppi dei colloqui.
Almeno 30 persone sono rimaste uccise nei bombardamenti lanciati oggi da Israele contro un edificio residenziale nei pressi del complesso ospedaliero Al-Shifa di Gaza City. Lo hanno riferito fonti mediche all'agenzia di stampa palestinese Wafa.
"La posizione di Hamas dimostra in maniera chiara che non è interessato a continuare le trattative e rappresenta una prova dolorosa dei danni causati dalla decisione del Consiglio di sicurezza", sul cessate il fuoco a Gaza. Lo ha detto l'ufficio del premier Benyamin Netanyahu. Israele, su indicazione del capo del Mossad David Barnea, ha ritirato la propria delegazione dai negoziati a Doha. Dopo aver rilevato che Hamas ha respinto la proposta di compromesso degli Usa, l'ufficio del premier ha ribadito: "Israele non si arrenderà alle richieste strampalate di Hamas e continuerà ad agire per raggiungere gli obiettivi della guerra".
Israele ha ritirato oggi la propria delegazione alle trattative in corso a Doha su Gaza. Lo ha detto la radio pubblica israeliana. La decisione ha seguito la presa di posizione di Hamas che, dopo la risoluzione dell'Onu sul cessate il fuoco a Gaza, la scorsa notte ha informato i mediatori del Qatar e dell'Egitto che non avrebbe abbandonato le proprie richieste sui negoziati, tra cui il ritiro dell'esercito israeliano dalla Striscia.
Un edificio residenziale è stato colpito in un attacco israeliano a Rafah, nel sud della Striscia di Gaza: almeno 18 persone sono morte, hanno reso noto fonti del personale di soccorso locale, citate dalla stampa israeliana. Tra le vittime figurano anche nove bambini, secondo quanto spiegato. Nello stabile risiedevano tre famiglie, hanno aggiunto le fonti.
L'esercito israeliano ha attaccato nelle ultime ore più di 60 "obiettivi terroristici" nella Striscia di Gaza, mantenendo l'assedio degli ospedali Al Shifa nella città di Gaza e Al Almal a Khan Younis, nel sud dell'enclave palestinese. E' quanto fanno sapere le Forze armate israeliane dopo che l'Onu ha votato a maggioranza per un cessate il fuoco, con l'astensione degli Stati Uniti. "Aerei da combattimento hanno attaccato più di 60 obiettivi terroristici nella Striscia di Gaza, compresi tunnel terroristici e infrastrutture militari in cui sono stati identificati terroristi armati", si legge in un comunicato Idf. Le truppe israeliane hanno anche attaccato il luogo dal quale sono stati lanciati dei lanci verso la città israeliana di Sderot, la più vicina all'enclave, e anche verso la città di Ashdod, dove per la prima volta in due mesi sono arrivati i razzi di Hamas, nella maggior parte dei casi intercettati dalla difesa antiaerea israeliana.
L'Aeronautica britannica ha paracadutato oltre dieci tonnellate di generi alimentari sulla Striscia di Gaza, dove la popolazione è sull'orlo di una carestia "imminente". In una nota, il governo di Londra ha fatto sapere che gli aiuti lanciati "consistono in acqua, riso, farina, conserve ed alimenti per bebé". Un aereo della Royal Air Force (Raf) britannica è decollato ieri da Amman, in Giordania, e ha lanciato gli aiuti al largo della costa settentrionale di Gaza, riferisce ancora la nota, nella quale si sottolinea che il Regno Unito "ha triplicato il bilancio per gli aiuti per Gaza, ma vogliamo andare oltre per ridurre le sofferenze" della popolazione.
Il leader di Hamas Ismail Haniyeh andrà a Teheran per incontrare i responsabili dell'Iran. Lo hanno riferito i media, tra cui Haaretz. Quella di oggi sarà la seconda visita di Haniyeh in Iran dallo scoppio della guerra tra Israele e Hamas, il 7 ottobre scorso. Il portavoce del ministero degli Esteri di Teheran, Nasser Kanaani intanto ha definito la risoluzione sul cessate il fuoco a Gaza, approvata dal Consiglio di sicurezza dell'Onu con 14 voti favorevoli e l'astensione degli Stati Uniti come un "passo positivo". "Un passo ancora più importante sarà ora un'azione efficace per la sua attuazione", ha affermato Kanaani.
L'Osservatorio siriano per i diritti umani ha riferito oggi di un attacco aereo nel nord della Siria, attribuendolo a Israele. Secondo l'organizzazione, nel raid sono rimaste uccise nove persone, otto delle quali di nazionalità iraniana e una siriana. L'obiettivo, secondo quanto spiegato, era un complesso appartenente al Corpo delle Guardie della Rivoluzione Islamica iraniana. Poco prima dell'attacco un aereo cargo iraniano era atterrato nell'area con militanti pasdaran.
Il segretario di Stato americano Antony J. Blinken ha incontrato a Washington il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant. Blinken, si legge in una dichiarazione del Dipartimento di Stato, ha "ribadito il sostegno degli Stati Uniti per garantire la sconfitta di Hamas, anche a Rafah", ribadendo al contempo "l'opposizione ad un'importante operazione di terra a Rafah che metterebbe ulteriormente a repentaglio il benessere degli oltre 1,4 milioni di civili palestinesi che vi si rifugiano". Blinken "ha sottolineato che esistono alternative ad una grande invasione di terra che garantirebbero meglio la sicurezza di Israele e proteggerebbero i civili palestinesi". Il segretario di Stato ha anche discusso della "necessità" di "sostenere una ulteriore assistenza umanitaria per soddisfare le esigenze dei civili a Gaza".
La posizione degli Usa nel Consiglio di sicurezza dell'Onu "costituisce un chiaro allontanamento dalla posizione coerente" degli Stati Uniti. Così si legge in una dichiarazione dell'ufficio del primo ministro israeliano. Il Consiglio ha approvato - con l'astensione degli Stati Uniti - una risoluzione in cui si chiede il cessate il fuoco. La risoluzione, prosegue la dichiarazione, "dà ad Hamas la speranza che la pressione internazionale costringa Israele ad accettare un cessate il fuoco senza il rilascio dei nostri ostaggi, danneggiando così sia lo sforzo bellico che il tentativo di liberare gli ostaggi".
Gli Stati Uniti non hanno "alcuna ragione di credere che Israele abbia commesso atti di genocidio a Gaza", ha dichiarato un funzionario statunitense, dopo che un relatore speciale delle Nazioni Unite ha affermato che ci sono "ragionevoli motivi" per farlo. "Ribadiamo la nostra opposizione di lunga data al mandato di questo relatore speciale, che è di parte contro Israele", ha dichiarato il funzionario all'agenzia Afp a condizione di restare anonimo. In un rapporto pubblicato ieri, il relatore speciale delle Nazioni Unite per i territori palestinesi ha affermato che ci sono "ragionevoli motivi" per credere che Israele abbia commesso diversi "atti di genocidio" contro i palestinesi di Gaza.