Roma, 2 maggio 2024 – “È una trappola”: così Yahya Sinwar, leader di Hamas a Gaza, considera la proposta di intesa con Israele per una tregua, riferisce la tv israeliana Channel 12. Secondo Sinwar, “la proposta sul tavolo non è una proposta egiziana, ma una proposta israeliana sotto mentite spoglie”. Intanto, "nessuna risposta è arrivata ancora da Hamas” sulla proposta di accordo per il cessate il fuoco a Gaza, afferma la portavoce della Casa Bianca, Karine Jean-Pierre: “Crediamo – dice – che tutti gli sforzi debbano essere compiuti per convincere Hamas ad accettare immediatamente l'accordo”. Secondo fonti israeliane lo Stato ebraico aspettava una risposta della fazione palestinese sulla bozza d'intesa entro ieri sera.
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Il capo di Hamas a Gaza, Yahya Sinwar, avrebbe sottoposto alcune richieste specifiche ai mediatori egiziani nel negoziato con Israele. Lo dice l'emittente israeliana Channel 12 citando fonti anonime di Hamas. Secondo l'emittente, Sinwar chiede la garanzia della fine della guerra e "un impegno scritto per la fine incondizionata dei combattimenti". Inoltre il capo di Hamas vuole specifiche garanzie sui materiali che non saranno ammessi a Gaza per la sua ricostruzione. Presumibilmente, sostiene la tv israeliana, questo servirebbe a garantire che Hamas sia in grado di ricostruire i suoi tunnel e altre infrastrutture militari.
La Turchia ha interrotto tutte le esportazioni e importazioni da e verso Israele a partire da oggi. Lo scrive Bloomberg sul suo sito web citando due funzionari turchi a conoscenza della questione. Ankara - scrive l'agenzia - non ha annunciato formalmente la decisione. Quello "di Erdogan è un comportamento da dittatore" che ignora "gli accordi internazionali". Lo ha denunciato il ministro degli esteri Israel Katz dopo la decisione di Ankara di bandire ogni scambio commerciale con Israele a causa della guerra a Gaza. Al tempo steso Katz ha incaricato il ministero di "impegnarsi immediatamente con tutte le parti interessate nel governo per creare alternative al commercio con la Turchia, concentrandosi sulla produzione locale e sulle importazioni da altri Paesi"
"Faremo ciò che è necessario per vincere e sconfiggere il nostro nemico, anche a Rafah". Lo ha detto, secondo una nota del suo ufficio, il premier Benyamin Netanyahu intervenendo a una cerimonia in onore dei soldati caduti. "C'erano e ci sono differenze di opinione dentro di noi - ha aggiunto riferendosi alla diversità di posizioni nel governo - riguardo alle azioni in arene lontane e vicine. Ma alla fine della discussione la decisione è stata presa. Abbiamo agito lì e - ha concluso - agiremo anche qui".
Nelle trattative indirette al Cairo sono stati "risolti diversi punti controversi" anche se resta lo scoglio del cessate il fuoco permanente o meno. Lo ha detto una fonte egiziana al corrente dei negoziati al giornale del Qatar 'Al-Arabi Al-Jadid', ripreso dai media israeliani. "Sono ancora in corso - ha spiegato - gli sforzi per risolvere la questione principale relativa alla fine della guerra e al cessate il fuoco su cui esiste ancora una controversia". La stessa fonte ha aggiunto che "nelle ultime ore sono state raggiunte formulazioni soddisfacenti per quanto riguarda il ritiro graduale di Israele da Gaza e il ritorno degli sfollati nel nord della Striscia". Il sito Ynet ha riferito che Israele stima che la risposta definitiva di Hamas arriverà con ritardo di diversi giorni da quanto previsto.
Il capo di Hamas Ismail Haniyeh ha parlato di "spirito positivo del movimento nello studiare la proposta di cessate il fuoco". In una telefonata al capo dell'intelligence egiziana Abbas Kamal, Haniyeh - secondo quanto diffuso dalla fazione su Telegram - ha detto che "la delegazione negoziale del movimento verrà in Egitto il prima possibile per completare le discussioni in corso con l'obiettivo di maturare un accordo che soddisfi le richieste del nostro popolo e fermi l'aggressione".
Il gabinetto di guerra israeliano si riunirà nel pomeriggio seguito da quello, ampliato, di Sicurezza. Lo ha riferito Ynet secondo cui sul tavolo c'è la risposta di Hamas alla proposta di un cessate il fuoco temporaneo a Gaza e il rilascio degli ostaggi. Ma anche i preparativi per la possibile operazione di terra dell'esercito a Rafah.
"Sosteniamo pienamente tutti gli sforzi volti a raggiungere un cessate il fuoco e il rilascio di tutti gli ostaggi". Lo ha detto sul conflitto a Gaza la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen. "Abbiamo bisogno di un processo di pace verso una soluzione a due Stati. È l'unica soluzione che può portare pace e stabilità durature in Medio Oriente. Nel frattempo, dobbiamo continuare a lavorare per ridurre il conflitto. Siamo profondamente preoccupati per la situazione instabile nel sud del Libano", ha detto von der Leyen in merito all'impatto del conflitto a Gaza sul Paese, nella conferenza stampa a Beirut con il presidente di Cipro Nikos Christodoulides e il primo ministro libanese Najib Mikati. "È in gioco la sicurezza sia del Libano che di Israele - ha segnalato -. I due non possono essere dissociati. Chiediamo quindi la piena attuazione della risoluzione 1701 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. Ciò deve essere parte di una soluzione diplomatica negoziata. Anche in questo caso, le forze armate libanesi sono fondamentali e l'Ue è pronta a lavorare su come rafforzare le loro capacità".
Sarebbero almeno 34.596 le persone morte e 77.816 quelle rimaste ferite nella Striscia di Gaza dallo scorso 7 ottobre. Lo denuncia il ministero della Sanità dell'enclave palestinese sotto il controllo di Hamas. L'ultimo bilancio diffuso da Gaza, e riportato dalla tv satellitare al-Jazeera, comprende 28 persone rimaste uccise e 51 ferite nelle ultime 24 ore.
L'Iran ha annunciato sanzioni contro individui, istituzioni e aziende del settore della Difesa degli Stati Uniti e della Gran Bretagna "in relazione al loro sostegno e finanziamento per le azioni terroristiche del regime sionista di Israele, per la glorificazione e il sostegno del terrorismo e gravi violazioni dei Diritti Umani contro il popolo palestinese e particolarmente la Striscia di Gaza". Lo si apprende da un comunicato del ministero degli Esteri di Teheran, pubblicato dall'agenzia Irna.
Almeno nove civili palestinesi sono stati uccisi stamattina da attacchi aerei israeliani che hanno preso di mira edifici residenziali e anche "terreni e tende degli sfollati a est della città di Rafah": è quanto si legge sull'agenzia palestinese Wafa. Secondo l'agenzia, "sei cittadini sono stati uccisi in un bombardamento israeliano della città di Al-Zahraa, a nord del campo di Nuseirat nella Striscia di Gaza centrale" e che una persona è stata uccisa vicino a Khan Younis, e due sono state uccise quando Israele ha bombardato "un quartiere residenziale". Si tratta di un edificio di proprietà della famiglia Ishteiwi nel quartiere di Al-Zaytoun, a sud di Gaza City" dove si legge che ci sono anche "numerose persone scomparse ancora sotto le macerie".
La Resistenza Islamica in Iraq, sigla che racchiude le milizie filo iraniane in Iraq, ha annunciato di aver preso di mira due obiettivi nel Golan siriano e nella città di Eilat, nel sud di Israele. "In continuazione del nostro approccio di resistenza all'occupazione, a sostegno del nostro popolo a Gaza, e in risposta ai massacri commessi dall'entità usurpatrice contro i civili palestinesi, inclusi bambini, donne e anziani, i mujaheddin della Resistenza Islamica in Iraq hanno preso di mira questa mattina, giovedì 2 maggio 2024, un obiettivo vitale a Eilat, utilizzando droni, la Resistenza Islamica conferma che continuerà a distruggere le roccaforti nemiche", si legge in una nota.
Israele ha colpito "l'imbocco di un tunnel e una postazione di lancio di mortaio nel centro della Striscia dopo che erano stato tirati numerosi proiettili contro i soldati che operavano nell'area". Lo ha fatto sapere il portavoce militare aggiungendo che in un'altra operazione è stata "eliminata una cellula di operativi che si trovava vicino ai militari". Secondo la stessa fonte, altre "infrastrutture di gruppi terroristici della Striscia, inclusi tunnel, edifici ed operativi sono stati colpiti" nelle ultime 24 ore.
Un gruppo di manifestati, inclusi parenti degli ostaggi israeliani a Gaza, ha bloccato questa mattina per meno di mezz'ora il traffico sulla tangenziale Ayalon di Tel Aviv per spingere il governo ad un accordo per la liberazione dei rapiti. Uno dei cartelli innalzati dai dimostranti recitava: "O gli ostaggi o Rafah". "Entrare a Rafah significa rinunciare alla vita degli ostaggi. Ci hanno promesso per sei mesi che solo la lotta avrebbe riportato indietro i rapiti, oggi - ha sostenuto una rappresentante di Protesta delle donne, citata dai media - capiamo tutti che l'unico modo per salvare coloro che sono possibili è solo attraverso un accordo". Contro di loro - ha segnalato Ynet - ci sono state voci di dissenso. Due le persone arrestate.
Un alto funzionario di Hamas, Osama Hamdan, ha dichiarato ieri in un'intervista al canale libanese Al-Manar, sostenuto da Hezbollah, che "la posizione dell'organizzazione sull'attuale documento negoziale" con Israele "è negativa". "Se il nemico lancerà un'operazione di terra aggressiva a Rafah, i negoziati verranno interrotti perché la resistenza non negozia sotto il fuoco nemico", ha quindi avvertito. Hamdan ha anche fatto riferimento ai combattimenti a Gaza e ha affermato che "le capacità di resistenza" di Hamas "sono ancora elevate e la resistenza è ancora buona, mentre le brigate d'élite sioniste sono crollate nella Striscia di Gaza".
La costruzione da parte dell'esercito americano del molo artificiale e temporaneo per consentire la consegna di ulteriori aiuti umanitari alla Striscia di Gaza è
completata per oltre la me tà: lo ha annunciato il Pentagono. "Ad oggi, abbiamo completato più del 50% del porto", ha detto ai giornalisti Sabrina Singh, vice portavoce del Pentagono. Questo porto, il cui costo di costruzione dovrebbe ammontare a circa 320 milioni di dollari, sarà operativo dall'inizio di maggio, secondo le autorità americane. Ma l'iniziativa non può sostituire i convogli terrestri, ha avvertito Washington.Yahya Sinwar, leader di Hamas a Gaza, considera la proposta di intesa per una tregua come "una trappola". Lo riferisce la tv israeliana Channel 12 che cita una fonte vicina a Sinwar, secondo quanto riferisce il Times of Israel. Secondo Sinwar, "la proposta sul tavolo non è una proposta egiziana, ma una proposta israeliana sotto mentite spoglie". La fonte ha riferito a Channel 12 che Sinwar sarebbe riluttante in quanto l'accordo non garantisce la fine della guerra e afferma anche che i recenti commenti a favore dell'intesa da parte dei leader di Hamas in esilio sono privi di significato in quanto non parlano a nome del gruppo.