Giovedì 9 Gennaio 2025
REDAZIONE ESTERI

Groenlandia e caso Trump, oggi vertice in Danimarca: la premier convoca i capi dei partiti

Intanto il leader della Groenlandia Mute Egede è volato dal re danese Frederik, sullo sfondo il possibile referendum di aprile. Le parole del Cremlino

Trump non esclude forza militare per Panama e Groenlandia

Trump non esclude forza militare per Panama e Groenlandia

Roma, 9 gennaio 2025 – Caso Groenlandia: la premier danese Mette Fredriksen ha convocato per oggi una riunione di crisi con i segretari dei partiti politici del parlamento danese. Lo riporta l’agenzia di stampa danese, Ritzau. L’incontro si terrà alle ore 19:30, all’ordine del giorno la situazione tra la Danimarca, la Groenlandia e gli Stati Uniti in seguito a quanto dichiarato dal presidente eletto degli Usa, Donald Trump.

Ma anche la Ue fa muro contro le mire ‘imperialiste’ manifestate da Trump. A cominciare proprio dal caso Groenlandia, territorio danese dal 1953. La denuncia da Parigi e Berlino, oltre che da Bruxelles. Proteste anche da Panama e dal Messico. Ma il tycoon insiste e mostra una cartina col Canada negli Usa.

Mute Egede dal re danese Frederik

Intanto il leader della Groenlandia Mute Egede è volato dal re danese Frederik. Sullo sfondo le elezioni di aprile, con un possibile referendum indipendentista su cui conta Trump, anche se il segretario di Stato Antony Blinken ha escluso una futura annessione. 

Il governo Starmer non commenta

Da registrare invece, nel coro di critiche, la posizione del governo britannico laburista di Keir Starmer, che non intende prendere le distanze dal grande alleato americano, almeno apertamente, nemmeno sulle dichiarazioni del presidente eletto Donald Trump relative alle asserite pretese di annessione della Groenlandia o del Canale di Panama. Lo ha detto a Sky News il ministro degli Esteri, David Lammy, in anni passati assai polemico contro Trump quando il Labour era all’opposizione, rifiutandosi di condannare oggi queste affermazioni durante un’intervista a Sky News Uk. “Non è mio compito condannare il nostro alleato più stretto”, ha tagliato corto Lammy, incalzato insistentemente sull’argomento. Lo stesso capo del Foreign Office, in una parallela intervista alla Bbc si è peraltro detto convinto che le ipotesi di annessione evocate da Trump alla fine “non si produrranno”.

Le parole del Cremlino

Le affermazioni del presidente eletto degli Stati Uniti Donald Trump sulla Groenlandia restano a livello di dichiarazioni, si tratta di una questione di relazioni bilaterali, ma la Russia sta monitorando attentamente lo sviluppo della situazione, ha affermato il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov. A inizio gennaio, Trump, che dovrebbe entrare in carica il 20 gennaio, ha detto ai giornalisti che non può garantire che non userà la forza militare per impossessarsi della Groenlandia, un territorio autonomo all’interno del Regno danese. In seguito, la vice portavoce del Pentagono Sabrina Singh ha affermato che al momento non ci sono piani militari in atto per prendere il controllo della Groenlandia con la forza. “Tali affermazioni sono probabilmente più una questione di relazioni bilaterali degli Stati Uniti con la Danimarca e altri paesi. Stiamo monitorando molto attentamente questo sviluppo piuttosto drammatico della situazione, ma finora semplicemente a livello di dichiarazioni”, ha affermato Peskov.