Kalaallit Nunaat, in lingua danese Grønland, “terra verde”, promette di avere un’importanza sempre più strategica. Il 7 gennaio 2025 Donald Trump Jr, il figlio del Presidente degli Stati Uniti, ha messo piede sull’isola, la più grande al mondo e la meno densamente popolata della Terra. Tuttavia, sia Don Jr, sia le autorità groenlandesi e il ministero degli esteri della Danimarca a distanza di qualche giorno hanno ribadito che non si è trattato di una visita ufficiale, bensì di un “viaggio personale”.
La visita in Groenlandia, infatti, non ha mancato di suscitare polemiche a causa delle dichiarazioni di Donald Trump, il quale più volte ha espresso l’idea di un’annessione. Secondo il presidente, infatti, gli Stati Uniti dovrebbero acquistare la Groenlandia.
Trump e le dichiarazioni sulla Groenlandia
Un paio di settimane prima di assumere la presidenza per il secondo mandato Trump, durante una conferenza stampa in Florida nella tenuta di Mar-a-Lago, aveva già ribadito l’interesse a sottrarre il controllo della Groenlandia alla corona danese per motivi di sicurezza nazionale.
In merito alla questione Donald Trump di recente ha dichiarato: “È un posto incredibile e la gente trarrà enormi benefici se e quando diventerà parte della nostra nazione. Lo proteggeremo e lo custodiremo da un mondo esterno molto feroce. Make Greenland Great Again!”.
“La Groenlandia non è in vendita e non lo sarà mai”, ha risposto il primo ministro groenlandese Mute Bourup Egede rispetto alle dichiarazioni di Trump. Già nel 1946 con Harry Truman e durante la campagna di Trump del 2019 il dibattito era caduto sulla Groenlandia. Dietro ci sono i preziosi tesori che l’Artico nasconde, dai gas naturali al petrolio, ma anche una possibilità cercata a lungo in passato, che vede il grande interesse verso nuove rotte commerciali.
Le reazioni
In occasione del discorso pronunciato per la fine dell’anno, il premier Mute Bourup Egede, membro del movimento indipendentista e del partito di maggioranza Inuit Ataqatigiit, ha sottolineato come i tempi siano ormai maturi per l’indipendenza e la definitiva liberazione dai retaggi del colonialismo. In generale le reazioni dell’Europa alle dichiarazioni di Trump, in particolare da Francia e Germania, sono state perentorie. Da parte danese il premier Mette Frederiksen, pur evidenziando il rapporto di alleanza e vicinanza con gli Stati Uniti, ha riaffermato che la Groenlandia appartiene al popolo groenlandese, rimarcando il forte legame esistente fra Danimarca e Groenlandia.
Nel frattempo proprio nei primi giorni dell’anno il re danese Frederik X ha reso pubbliche una serie di modifiche allo stemma reale, nel quale verrà dato maggior risalto alle figure dell'orso polare e dell'ariete, che rappresentano Groenlandia e isole FærØer, posizione ribadita nel discorso ufficiale di inizio 2025: “Siamo tutti uniti e ognuno di noi si impegna per il regno di Danimarca. Dalla minoranza danese dello Schleswig meridionale fino alla Groenlandia. Siamo uniti”.
Perché il futuro della Groenlandia interessa tutti
Il sottosuolo della Groenlandia oltre a petrolio e gas naturale, possiede importanti giacimenti di uranio e minerali di terre rare. I Rare Earth Elements oggi vengono sfruttati in molti ambiti, per esempio per la produzione di magneti, televisori, pannelli solari, circuiti elettrici, turbine, laser, smartphone, risorse con un grande potere attrattivo.
Negli ultimi vent’anni, inoltre, hanno mostrato un aumento di oltre un terzo i traffici commerciali fra Asia, Europa e Nord America. La Groenlandia potrebbe essere al centro di nuove rotte marittime attraverso l’Artico rese possibili a causa dei cambiamenti climatici, sempre più imponenti. In questo senso il controllo della Groenlandia permetterebbe il tracciamento delle navi cinesi e russe nell’alto Atlantico.
Con lo scioglimento del ghiaccio marino, le rotte artiche come il Passaggio a Nord-Ovest e la Rotta Marittima del Nord diventano percorribili per gran parte dell’anno. Il cambiamento climatico apre scenari inediti. In futuro potranno ridursi significativamente i tempi di navigazione tra Asia, Europa e America del Nord, tuttavia si aprono questioni complesse riguardo a regolamentazione, sovranità e impatti ambientali.
Il ghiaccio millenario della Groenlandia fornisce dati fondamentali per comprendere il passato e il presente dei cambiamenti climatici. Lo scioglimento accelerato delle calotte glaciali tra il 2000 e il 2019 ha causato la perdita di circa 4.000 miliardi di tonnellate di ghiaccio, contribuendo in modo significativo all'innalzamento del livello del mare, con conseguenze globali.
Il fenomeno non è passato inosservato alle grandi potenze mondiali. La Cina, ad esempio, ha mostrato un crescente interesse per la Groenlandia, investendo in infrastrutture e progetti minerari nell’isola come parte di una strategia denominata "Via della Seta Polare". Tali iniziative, tuttavia, hanno attirato l'attenzione e la preoccupazione degli Stati Uniti, già vigili sull'influenza cinese nell'Artico.
Complice l’effetto dello scioglimento della calotta glaciale, la Groenlandia e il suo ruolo strategico nell’economia globale nei prossimi anni continuerà ad accendere l’opinione pubblica, anche per quanto riguarda la necessità della salvaguardia delle risorse mondiali e il rispetto della sostenibilità ambientale.