Parigi, 6 dicembre 2024 – A differenza di quanto ci si aspettasse, Emmanuel Macron ha scelto di temporeggiare: non ha nominato ancora nessun primo ministro, ma ha deciso di avviare un giro di consultazioni per capire chi sarebbe intenzionato a sostenere un “governo di interesse generale”, dopo la sfiducia a Michel Barnier. In mattinata, il presidente ha incontrato i leader del ‘suo’ centro: Renaissance, MoDem, Horizons, Radicaux e Udi. A Mezzogiorno i socialisti, gli unici esponenti dell’opposizione a essere invitati: i capigruppi all’Assemblea nazionale e al Senato – Boris Vallaud e Patrick Kenner – e il segretario Olivier Faure. Secondo i media locali sarebbero pronti a negoziare il varo di “un governo di interesse generale”. I socialisti fanno parte del Nuovo fronte popolare, la formazione nata per contrastare la possibile vittoria del Rassemblement national di Marine Le Pen alle elezioni della scorse estate, e che attualmente conta la maggior parte dei seggi all’Assemblea nazionale. Macron potrebbe tentare di ‘spezzare’ la maxi coalizione, invitando i socialisti nella maggioranza. Tuonano gli alleati: “I socialisti rispettino gli elettori”, le parole di Manuel Bompard de La France Insoumise.
Gli aggiornamenti
Marine Le Pen dopo aver provocato la caduta del governo di Michel Barnier, non esiterebbe a rifarlo, lo ha detto in un'intervista a Le Figaro: "Nessuno pensi che avrò d'ora in poi le mani legate. Posso tranquillamente votare un'altra mozione di sfiducia ad un governo".
In Francia i membri della leadership di LR (Repubblicani) saranno ricevuti da Emmanuel Macron all'Eliseo questa sera. Lo ha indicato il quotidiano Le Parisien in un articolo.
Emmanuel Macron si è impegnato "a convocare gli altri partiti del Nuovo fronte popolare per discutere con loro". Lo ha detto Olivier Faure, leader del Ps, partito che fa parte della coalizione, al termine del suo incontro all'Eliseo con il presidente francese. Secondo fonti concordanti citate da Bfmtv, Macron "chiamerà i rappresentanti comunisti, ecologisti e de La France insoumise".
"Noi non parteciperemo in alcun caso a un governo con un premier di destra". Lo ha detto il leader socialista francese, Olivier Faure, parlando dopo l'incontro all'Eliseo con il presidente francese Emmanuel Macron, con il quale ha posto le condizioni per la partecipare a un 'fronte repubblicano' senza gli estremisti del Rassemblement national e de La France Insoumise. Già prima dell'incontro Faure aveva fatto sapere di voler chiedere a Macron "un primo ministro di sinistra".
Posizioni ancora lontane, di studio, tra il Partito socialista che ha aperto ai negoziati con Emmanuel Macron sul futuro governo, suscitando le ire delle altre componenti del Nuovo Fronte Popolare, e il capo dello stato. Nell'incontro di mezzogiorno all'Eliseo, il segretario Olivier Faure si è mostrato aperto verso un "congelamento" della riforma delle pensioni e non più un'abrogazione. Disponibilità alla discussione anche su altri punti, ma richiesta ferma: un primo ministro che venga dalla gauche, un socialista. La risposta dell'Eliseo, secondo fonti di stampa francesi: "Niente premier fin quando i socialisti non romperanno con il Nuovo Fronte Popolare". La strategia di Macron sembra dunque quella di aprire una crepa nell'alleanza di sinistra che ha ottenuto più voti, anche se non la maggioranza assoluta, alle elezioni legislative anticipate di luglio. Molto polemiche verso Faure e il Ps le altre componenti del Fronte Popolare: La France Insoumise, i comunisti e i Verdi.
"Lfi non ha conferito alcun mandato a Olivier Faure". Lo ha scritto su X il leader della France insoumise (Lfi), Jean-Luc Melenchon, in reazione alle ultime dichiarazioni del primo segretario del Partito Socialista (Ps). Olivier Faure, ricevuto all'Eliseo, si è detto pronto a scendere a "compromessi su tutti i temi", comprese le pensioni. Faure vuole anche che Emmanuel Macron nomini "un precursore" che organizzi questo negoziato tra le forze politiche prima di nominare un primo ministro. "Lfi non ha dato alcun mandato a Olivier Faure, né per presentarsi da solo a questo incontro né per negoziare un accordo e fare concessioni reciproche a Macron e Les Republicains. Niente di ciò che dice o fa è a nome nostro o del Nuovo Fronte Popolare", ha dichiarato Melenchon.
Per l'emittente Bfmtv, il presidente Emmanuel Macron non nominerà il successore di Michel Barnier prima di lunedì, anche perché nel fine settimana sarà impegnato alla riapertura di Notre Dame, con una serie di commemorazioni ufficiali. Per gli analisti politici e i media, le consultazioni in corso all'Eliseo sono "lo stesso copione di luglio" che si ripete, quando erano durate in tutto tre mesi. Tuttavia sottolineano che la situazione politica è cambiata e che ora i tempi sono molto più stretti. Se il presidente Emmanuel Macron è pronto a lavorare con i socialisti - motivo per cui ha convocato Olivier Faure all'Eliseo - ha stabilito come linea rossa la fine della loro alleanza con gli Insoumis (Lfi, sinistra radicale) di Jean-Luc Melenchon. Un altro punto fermo dell'Eliseo, stabilito prima del colloquio in corso con Faure, riguarda la riforma delle pensioni che "non si tocca", come invece vorrebbe la sinistra. Nel pomeriggio Macron riceverà Les Republicains (Lr) della destra conservatrice.
Entrando all'Eliseo, sede della presidenza della Repubblica Francese, il leader del Ps Olivier Faure ha dichiarato che il Paese "ha bisogno di un primo ministro di sinistra".
Emmanuel Macron "non nominerà un primo ministro del Partito socialista fin quando sarà alleato con gli Insoumis". A riferirlo è l'emittente Bfmtv, a margine del vertice tra il presidente e i socialisti, formalmente parte della maxi coalizione Nuovo fronte popolare guidata da Jean-luc Melenchon.
La notizia di una delegazione dei socialisti che andrà oggi all'Eliseo per incontrare Macron sta spaccando la sinistra. La segretaria nazionale degli Ecologisti, Marine Tondelier, accusa il presidente di "voler dividere la sinistra": "Si vede chiaramente che, attraverso questi giochetti, cerca di dividerci". Manuel Bompard, coordinatore de La France Insoumise, ha invece esortato gli alleati socialisti a "rispettare gli elettori".
Anche dopo il suo discorso alla nazione di ieri sera, il presidente francese Emmanuel Macron resta percepito dall'opinione pubblica come il principale colpevole dell'impasse politica, secondo un sondaggio di Odoxa-Backbone Consulting per Le Figaro. Quasi la metà del Paese (46%) lo ritiene responsabile dell'attuale instabilità, molto più di Rn(11%) e del Nuovo Fronte Popolare (10%) che hanno comunque votato a favore della mozione di censura. Mentre solo il 29% dei francesi lancia strali contro tutte le forze politiche che non si sono accordate. Da diversi giorni, le richieste di dimissioni precedentemente agitate dalle opposizioni sono state riprese da personaggi più moderati, come il sindaco di Meaux, Jean-François Cope. Al punto che sei francesi su dieci (59%) chiedono ormai la partenza anticipata di Macron, con un incremento di 5 punti da settembre.
I socialisti da Macron sarebbero "pronti a discutere sulla riforma delle pensioni". Finora, la riforma più contestata dalle opposizioni, era stato un muro invalicabile per il Nuovo Fronte Popolare a sinistra, e per il Rassemblement National all'estrema destra. "Sono cosciente - ha detto il segretario Olivier Faure, invitato a France Info - del fatto che bisogna trovare del denaro". Ritiene quindi che si debba prima di tutto "congelare" la riforma che ha aumentato l'età minima per la pensione da 62 a 64 anni per consentire a chi aveva previsto di uscire a 62 di farlo. Poi, ha spiegato, "si organizzi una conferenza per il finanziamento", al termine della quale la riforma che consente di finanziare il regime pensionistico potrà essere riscritta. Furiosi i dirigenti de La France Insoumise: "Per entrare in una coalizione con i macroniani - scrive su X il coordinatore del partito di Mélenchon, Manuel Bompard - il Partito socialista è ormai disposto a rinunciare all'abrogazione della pensione a 64 anni. Il giuramento dell'8 giugno 2023 di 'fare tutto' per questa abrogazione è stato già sepolto? Stupefacente".
Dopo il discorso di ieri sera, in cui annunciava un giro di consultazioni con i partiti prima di nominare un nuovo primo ministro, Emmanuel Macron accoglierà oggi all'Eliseo i leader di vari gruppi dell'Assemblea nazionale. Prima dovrebbero avere udienza i capigruppo del centro, ovvero la fazione politica che sostiene il presidente. Poi, a mezzogiorno, sarà la volta del Partito socialista, rappresentato dai capigruppo Boris Vallaud e Patrick Kenner e il segretario Olivier Faure. Non si esclude che Macron tenti di chiedere ai socialisti di unirsi alla maggioranza, facendogli spezzare il legame con il Nuovo fronte popolare di Melenchon.