Roma, 28 novembre 2018 - A parole Lega e 5Stelle sono entrambi d’accordo sul sospendere l’adesione italiana al ‘Global compact’. Un’unità di facciata, la loro. In verità sotto traccia l’accordo internazionale sui migranti è diventato il nuovo terreno di scontro fra gli azionisti del governo giallo-verde. Il Carroccio non vede l’ora di mandare al macero il patto, i pentastellati non hanno intenzione di rimangiarsi definitivamente la parola data dall'Italia nel settembre 2016.
Ma di che cosa stiamo parlando? Che cosa è il ‘Global compact for migration’? Quali sono i motivi alla base delle posizioni opposte in seno alla stessa maggioranza? Una risposta alla volta per chiarire una questione di per sé abbastanza complessa. Innanzitutto il ‘Global compact’ è un accordo internazionale che mira a governare le migrazioni a livello globale. Non più Stato per Stato o continente per continente. Il documento parla di immigrazione “disciplinata, sicura, regolare e responsabile” e fissa 23 obiettivi da centrare. Tra questi la riduzione dei fattori che costringono le persone a lasciare i loro Paesi d'origine; il miglioramento dei percorsi per una migrazione regolare; la lotta alla tratta di esseri umani e la responsabilizzazione di migranti e società nell'ottica di una piena inclusione.
L’intesa, denominata anche ‘Dichiarazione di New York’, è stata firmata all’Assemblea generale dell’Onu nel settembre 2016 da oltre 190 Stati, Italia compresa. Tra il 10 e 11 dicembre, questi stessi Paesi sono chiamati ad aderire (formalmente) all’accordo nel summit di Marrakech, in Marocco. Come confermato dal premier Giuseppe Conte, battutto sul tempo dal suo vice Matteo Salvini, l’Italia non parteciperà al vertice. La questione della firma dell’intesa sarà rimessa nelle mani del Parlamento, seguendo così l’esempio della Svizzera.
Un po’ come buttare la palla in calcio d’angolo, quando la propria squadra non è più in grado di verticalizzare. Se fosse stato per la Lega infatti il modello da seguire sarebbe dovuto essere l’asse Stati Uniti e gruppo di Visegra’d (Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia e Ungheria) che, per lo più in virtù dei cambi di colore politico dei corrispettivi governi, hanno deciso per una secca marcia indietro rispetto a quanto avevano sottoscritto due anni fa. A questi Stati, così come al Carroccio, risulta indigesto soprattutto uno dei vincoli sanciti dal ‘Global compact’ ai quali sono tenuti i sottoscrittori. Ovvero “il riconoscimento e l’incoraggiamento degli apporti positivi dei migranti e dei rifugiati allo sviluppo sociale”.
Diverso il parere sull'accordo dei Cinque Stelle più orientati a governare l’immigrazione in partnership con altri Paesi. “Il ‘Global compact va sottoscritto assulutamente – esce allo scoperto sui social il grillino Giuseppe Brescia, presidente della Commissione affari costituzionali della Camera –. Abbiamo bisogno di una gestione globale dell’immigrazione. L’Europa ha fallito e ha lasciato da soli i singoli Stati. Ora che facciamo? Rifiutiamo un tentativo più ambizioso?”.