Sabato 21 Dicembre 2024
ALESSANDRO FARRUGGIA
Esteri

Israele, gli scenari: "L’obiettivo di Netanyahu è trascinare l’Iran in una guerra aperta"

L’analisi di Batacchi (Rivista italiana Difesa): Bibi vuole spazzare via Khamenei. "Le deboli risposte di Teheran hanno convinto Israele ad attaccare"

Roma, 1 ottobre 2024 – "L’obiettivo di Netanyahu è l’Iran. Il discorso agli iraniani di Netanyahu, nel quale ha detto loro ‘sarete liberi prima di quanto pensiate’ non era una metafora, va preso alla lettera: l’obiettivo di Israele è arrivare al cambiamento di regime a Teheran. Vogliono Khamenei. Vogliono gli ayatollah". Così, quando a sera giungono le notizie delle prime incursioni dell’esercito israeliano il Libano, Pietro Batacchi di Rivista italiana Difesa.

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L'Iran attacca Israele, pioggia di missili su Tel Aviv e Gerusalemme. Netanyahu: “Pagheranno le conseguenze”. Bombe su Beirut nella notte. Teheran: “Siamo in stato di guerra”.

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Le incursioni israeliane, per ora definite "limitate" sono quindi solo un primo un assaggio di quello che verrà?

"Ma certo. Non è un caso che Israele l’operazione per l’uccisione di Nasrallah l’abbia chiamata Nuovo ordine. Significa che Israele punta a creare un nuovo ordine in Medio Oriente, un ordine favorevole ai propri interessi. Ma in questo ordine non c’è posto per l’asse della resistenza guidato dagli ayatollah. Quindi Israele punta a far accadere delle cose e a trascinare l’Iran in una guerra".

Gli scenari: "L’obiettivo di Netanyahu è trascinare l’Iran in una guerra aperta"
Un uomo trasporta due bambini dopo essere arrivato all'aeroporto di Sofia con un volo di evacuazione del governo bulgaro

Che oggi, come ieri, Teheran assolutamente non vuole.

"Tutti lo sappiamo, ma Israele farà di tutto per portare l’Iran in guerra. Anche perché l’Iran è vicinissimo alla bomba atomica e Israele non si può permettere un Iran nucleare. Israele sa che ci sono delle crepe nel regime e punta a farlo esplodere, portando la nuova leva di conservatori iraniani, che non tollerano la politica storica di Khamenei della cosiddetta pazienza strategica. Israele li monitora e si muove di conseguenza. Se l’operazione andasse a buon fine forse, e dico forse, Israele, per avere il riconoscimento dell’Arabia Saudita, potrebbe anche ragionare su qualcosa di simile a uno Stato per i palestinesi".

Per un piano del genere non bastano incursioni limitate.

"No di sicuro. il primo obiettivo è eliminare Hezbollah e per questo non sono sufficienti incursioni anche fino al fiume Litani. Per distruggere Hezbollah devi entrare in profondità. Bisognerebbe andare fino alla Bekaa, allo Chouf. Serve una guerra aperta".

Che visti i precedenti israeliani in Libano, ad esempio nel 2006 potrebbe andare non come si augura Netanyahu.

"Se avrà successo o no lo sapremo solo tra qualche mese. Perché qui parliamo non di operazioni di qualche giorno o di settimane, ma di mesi. E l’obiettivo, ripeto, non è solo Hezbollah ma un confronto bellico aperto con Teheran, che se vinto faccia saltare Khamenei. Un trappolone".

È un piano lungamente accarezzato e pianificato?

"Non credo che lo avessero da molto tempo, neppure dopo il 7 ottobre. È un piano che gli è mano a mano materializzato di fronte. Hanno visto una finestra di opportunità che, se e quando l’Iran si dotasse dell’arma atomica, non ci sarebbe più. Credo che un elemento determinante nello spingere Netanyahu a osare è il fatto che più Israele infliggeva colpi terribili ai proxy di Teheran, meno questi reagiva. E quando c’è stata una risposta iraniana vera, lo scorso aprile, ha avuto un impatto risibile. Proprio la risposta moderata e poi inefficace dell’Iran ha incoraggiato Israele ad alzare l’asticella".

Un rischio enorme, una sfida alla comunità internazionale.

"Una cosa ci deve essere chiara, e credo sia chiara a Netanyahu: una volta iniziata una strategia militare di questo tipo non si torna più indietro".