Un piano triennale di azione per sperimentare nuove forme di cooperazione. E per «riprendere la cordialità dei rapporti» dopo lo stop alla Via della Seta. Il viaggio di Giorgia Meloni in Cina serve a sviluppare «una strategia condivisa, basata su decisioni che non ci danneggino l’un l’altro e seguano alcuni principi di base», di cui abbiamo bisogno «se non vogliamo rischiare che siano irrimediabilmente compromesse pace e stabilità». L’incontro a Pechino con il primo ministro del Consiglio di Stato della Repubblica Popolare Cinese, Li Qiang, arriva nel ventennale del Partenariato Strategico Globale fra Italia e Cina e nella ricorrenza del 700esimo anniversario della scomparsa di Marco Polo.
Belt and road initiative
L’uscita dalla Belt and Road Initiative (Bri) è stata effettuata dalla premier con molta circospezione nel dicembre scorso. L’accordo firmato da Giuseppe Conte nel 2019 (e osteggiato dagli Usa e dai partner europei) era stato già contestato da Mario Draghi. Meloni lo ha disdetto accompagnandolo con promesse di amicizia strategica tra i due Stati. Gli incontri (oggi ci sarà quello con il presidente Xi Jinping e con il presidente dell’Assemblea del Popolo Cinese, Zhao Leji) servono a confermare e rilanciare il rapporto bilaterale nei settori commerciali di comune interesse. Intanto è arrivata la firma sul primo memorandum su industria, istruzione, sicurezza alimentare, protezione ambientale e sviluppo sostenibile. Che comprende «settori industriali strategici come la mobilità elettrica e le rinnovabili», dove la Cina dovrà «condividere con i partner le nuove frontiere di conoscenza».
Nuovi livelli di cooperazione
Anche se, ha rimarcato la premier, «gli investimenti cinesi in Italia sono oggi circa un terzo di quelli italiani in Cina. È un divario che ci piacerebbe colmare». Cina e Italia hanno margini «per portare la loro cooperazione a nuovi livelli», ha detto invece Li Qiang durante la settima sessione del Business Forum Italia-Cina, nella Grande sala del popolo su Piazza Tienanmen. Il premier cinese ha ricordato i solidi e consolidati rapporti bilaterali e ha difeso «lo spirito della Via della Seta», che assicurava «pace, cooperazione e inclusività». Le due parti, ha proseguito, «hanno bisogno di trattarsi con sincerità e onestà». La visita di Meloni, ha concluso, «aprirà sicuramente un nuovo capitolo nella storia della Cina e dell’Italia e approfondirà la nostra amicizia».
L’Ucraina
Oggi Meloni inaugurerà una mostra su Marco Polo. Dopo l’incontro con Xi ci sarà la cena offerta dal leader cinese. Intanto la premier nel suo intervento al Business Forum a Pechino ha toccato anche uno degli argomenti che dividono Pechino dall’Occidente: ha parlato di una situazione internazionale «complessa» a causa «dell’aggressione russa ai danni dell’Ucraina, della crisi in Medio Oriente, delle tensioni nel Mar Rosso, dell’instabilità crescente in Africa». E su giornali come il Global Times, tabloid nazionalista del Quotidiano del Popolo, la visita viene vista come una «buona opportunità per iniettare stabilità» tra la Cina e l’intera Europa. A patto però che «si chiariscano i malintesi sul ritiro dell’Italia dalla Bri». Mentre il viaggio di Meloni potrebbe contribuire a «trovare una soluzione ragionevole e accettabile per entrambe le parti» sui dazi che la Ue vuole imporre ai veicoli elettrici cinesi.