Lunedì 25 Novembre 2024
GIOVANNI SERAFINI
Esteri

Francia, gilet gialli in rivolta. L’Eliseo teme il golpe

Paura per i cortei di domani contro gli aumenti della benzina. Parigi chiude negozi e musei. A Marsiglia e Nizza scontri tra polizia e studenti. Gli 007: "Tentativo di colpo di Stato"

Gilet gialli a Parigi (Lapresse)

Gilet gialli a Parigi (Lapresse)

Parigi, 7 dicembre 2018 - "Un tentativo di golpe": è la drammatica ipotesi evocata dai servizi segreti francesi di fronte all’escalation delle violenze che stanno lacerando la Francia. Ne parla Le Figaro, che non è un quotidiano allarmista e ha relazioni strette con i vertici della sicurezza: "Ci sono forze eversive che stanno tentando di organizzare un colpo di stato", ha dichiarato la fonte dell’Eliseo citata dal giornale. La Dgsi (sicurezza interna) ha allertato la presidenza della Repubblica. Chi sono i potenziali golpisti? Non ci sono nomi ovviamente, ma si pensa a gruppi estremisti che soffiano sul fuoco della rivolta appoggiando i manifestanti. "Ci sono molti gilet gialli che dicono di voler marciare sull’Eliseo, altri che minacciano di morte coloro che vogliono trattare con il governo. Ma la Repubblica è salda, le istituzioni sono forti", ha dichiarato ieri sera il primo ministro Edouard Philippe intervenendo in diretta televisiva.

I responsabili delle forze dell’ordine ne sono convinti: la grande fiammata di sabato scorso era stata preparata, la protesta contro il caro benzina e contro la perdita del potere d’acquisto non giustifica infatti una rivolta così violenta. "Gli estremisti che non sono riusciti ad imporre i loro leader alle scorse presidenziali cercano la rivincita. Vogliono far saltare il sistema", ha detto un sindacalista della polizia. Tutti ne sono convinti: domani, sabato 8 dicembre, a Parigi potrebbe succedere il finimondo. "Torneremo all’attacco, ma con le armi", avevano detto alcuni gilet gialli respinti dall’Arco di Trionfo la settimana scorsa. L’Eliseo si aspetta una calata massiccia di black bloc, di anarchici, di estremisti di destra e di sinistra, di teppisti provenienti dalle banlieue, tutta gente che ha imparato a conoscere le tecniche della guerriglia urbana e non avrebbe difficoltà a ricorrere all’uso delle armi. La fonte interpellata dal giornale parigino ha dichiarato che "all’interno e all’esterno del movimento dei gilet gialli sono stati lanciati appelli ad uccidere e ad usare armi da fuoco contro parlamentari, governo e forze dell’ordine".

Nella cerchia dei collaboratori di Macron si stanno vivendo ore terribili di stress: che cosa succederà se domani ci saranno morti e feriti a Parigi? Come impedire che la deflagrazione si estenda all’intero paese? Come neutralizzare la pericolosa agitazione dei liceali che si sono già scontrati con la polizia in diverse città, in particolare a Tolosa, Marsiglia e Nizza? Ci sono fatti precisi che fanno temere il peggio: la gendarmeria ha denunciato la presenza di armi fra cui un fucile d’assalto, un’arma da guerra, durante gli sconti sugli Champs-Élysées. Messaggi con minacce di morte sono arrivati a prefetti e sindaci vicini a Macron. È stato minacciato anche Jean-Alexandre Trogneux, un nipote di Brigitte Macron, che gestisce un negozio ad Amiens. L’atmosfera è insostenibile. Il ministro dell’Interno Castaner sta pensando di piazzare dei blindati attorno ai siti ‘sensibili’: l’Eliseo, Matignon, l’Assemblea Nazionale, la Tour Eiffel, il Louvre, l’Opera, il Museo d’Orsay. Se ci saranno gravi incidenti potrebbe saltare il primo ministro Edouard-Philippe: al suo posto Macron potrebbe nominare un militare, l’ex capo di Stato maggiore dell’Esercito Pierre de Villiers, un generale che ha combattuto nel Kosovo e in Afghanistan.

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