Roma, 20 gennaio 2025 – Come si può tenere compagnia a un pesce che si sente ‘solo’? Per il personale dell’acquario di Kaikyokan a Shimonoseki (Giappone), quella di riportare in salute un esemplare di pesce luna (di nome Mambo) è stata una vera e propria sfida.
La malattia di Mambo
L’acquario, da quando ha chiuso per ristrutturazione nel dicembre 2024, ha dovuto assistere alla malattia di Mambo. Dal momento in cui i visitatori hanno smesso di visitare l’acquario, lui non ha più mangiato e ha iniziato a strofinarsi contro la vasca, portando così il personale a sospettare che avesse sviluppato problemi digestivi o fosse stato infettato da parassiti.
"Non siamo riusciti a capire la causa del problema quindi abbiamo preso varie misure. Uno dei membri dello staff ha azzardato: “Forse è solo perché gli mancano i visitatori?”. Racconta: “Abbiamo pensato che al 99% poteva non essere quello il motivo ma abbiamo attaccato comunque delle ‘facce’ di cartone e le uniformi dei membri dello staff al serbatoio". Una notte e un giorno dopo Mambo “era nuovamente in salute!”
Una foto pubblicata dall'acquario sui social mostra il pesce luna che nuota nella sua vasca con lo sguardo rivolto verso le "persone" improvvisate. “Un pesce che si ammala perché si sente ‘solo’ sembra improbabile – hanno detto gli operatori dell’acquario – ma questo pesce è così curioso che nuota da una parte all’altra del suo serbatoio ogni volta che i visitatori venivano a salutarlo”. I membri dello staff, ora che l’acquario è chiuso, vanno spesso a salutare il pesce luna, nel tentativo di rallegrarlo.
Il pesce luna
Il pesce luna vive in mare aperto nelle regioni temperate e tropicali di tutto il mondo. È stato avvistato in luoghi diversi come l'Australia, la California, il Portogallo, la Spagna e l'Oregon. Possono crescere fino a raggiungere dimensioni incredibilmente grandi, pesando fino a 1.900 chilogrammi e misurando fino a 3,3 metri di lunghezza. Questo esemplare che abita l’acquario di Kaikyokan è molto più piccolo, ma presenta comunque i tratti distintivi della specie: un corpo a forma di pallottola sbilenca e lunghe pinne.
Un altro acquario giapponese ha trovato una soluzione altrettanto creativa per abituare i suoi animali all'interazione umana. Durante il lockdown di Covid nel 2020, a Tokyo hanno assunto dei volontari per ‘mettere in collegamento’ FaceTime le sue 300 anguille, che erano diventate ‘timide’ senza la presenza di visitatori.