Tokyo, 6 luglio 2018 - Erano in carcere da più di dieci anni Shoko Asahara, 63 anni, e gli altri membri della setta Aum Shinrikyo (che idealizzava la fine del mondo), condannati per l'attentato con agenti nervini che il 20 marzo 1995 provocò la morte di 13 persone nella metropolitana di Tokyo. Oggi sette di loro sono stati giustiziati per impiccagione: si tratta dello stesso Asahara (leader del gruppo) e altri sei seguaci responsabili. La notizia è stata data dal ministro della giustizia nipponico che ha sottolineato come i condannati a morte si siano resi responsabili di "atti estremamente atroci e gravi che non hanno precedenti". Altri sei membri della setta per il momento rimangono in carcere in attesa della sentenza.
La strage, avvenuta durante l'ora di punta, paralizzò la capitale giapponese, trasformandola in una vera e propria zona di guerra. I membri del gruppo rilasciarono il gas sarin in forma liquida in cinque punti della città attraverso la rete della metropolitana. Presto i pendolari che si trovavano sui treni non riuscirono più a respirare.
Il Giappone è uno dei pochi Paesi in cui è ancora in vigore la pena di morte e nonostante le critiche internazionali rimane una sanzione fortemente sostenuta dalla popolazione. I parenti delle vittime della strage del 1995 hanno infatti accolto con favore le esecuzioni. "Ho reagito con calma... Ma sentivo che il mondo era diventato leggermente più luminoso - ha riportato alla France Presse il regista Atsushi Sakahara ferito nell'attacco - Ho sofferto per anni".