Martedì 5 Novembre 2024

Il Giappone spinge i giovani a bere più alcol. E la 'colpa' è del Covid

La Nta (agenzia delle entrate) lancia una campagna per consumare più alcolici. Si rivolge a chi ha dai 20 ai 39 anni

Tokyo, 18 agosto 2022 - Un brindisi al Covid, ve lo chiede (per favore) lo Stato. Fa discutere la scelta del Giappone di lanciare una campagna di promozione per spingere i giovani del Paese a bere più alcolici. L'iniziativa è dell'Agenzia delle Entrate (Nta) nipponica, il che svela subito l'arcano dietro a una decisione che sembra, oltre che discutibile, decisamente in controtendenza. La colpa, o meglio il motivo, risiede anche in questo caso nel Covid. 

La pandemia negli ultimi due anni, da noi come in Giappone, ha prima azzerato, poi riadattato il concetto di convivialità. Si beve di meno, insomma. E se in Italia comunque assistiamo a un graduale ritorno a una pseudo normalità, da quelle parti la mazzata al mercato degli alcolici è stata salutare, ma devastante. Soprattutto per le casse dello Stato che su quel segmento incassa generose entrate fiscali. Il calo dei consumi è stato prima repentino e poi prorgressivo. Il governo è passato dal raccogliere il 5% delle sue entrate dai produttori di alcol nel 1980 all'1,7% attuale, secondo un'indagine di Japan Times. Valanghe di yen venuti a mancare in un bilancio che vive di deficit cronico e su cui grava un debito pubblico che vale più del doppio del prodotto interno lordo. Un quadro contabile difficilmente sostenibile. 

Movida in Giappone
Movida in Giappone

Ecco allora che, nascondendosi in parte dietro l'incentivo al ritorno alla normale convivialità, il Giappone presenta la campagna "Sake Viva" che si rivolge ai giovani tra i 20 e i 39 anni e durerà fino a inizio settembre. L'obbiettivo è quello di i ideare "modi congrui" per rivitalizzare l'industria di settore, messa in ginocchio dall'emergenza sanitaria. Un colpo da ko ricevuto nonostante il governo non abbia mai varato un vero e proprio lockdown come da noi (salvo poi blindare i confini). 

Il mercato degli alcolici era già in difficoltà senza la pandemia, azzoppato dai cambiamenti demografici in atto che vedono quasi il 30% della popolazione sopra i 65 anni di età.  Ma è anche una questione di costume, con i giovani che stanno via via abbandonando le tradizionali serate di gruppo.  E i numeri sono eloquenti: le statistiche della Nta rivelano che il consumo di alcol in Giappone è sceso dai 100 litri pro-capite del 1995, ai 75 litri nell'anno fiscale 2020. Il risultato è stato il crollo fiscale più consistente mai rilevato negli ultimi 30 anni.