Martedì 20 Agosto 2024

Giacomo Passeri condannato a 25 anni in Egitto, appello del fratello. La Farnesina: “Chiesta visita in carcere”

L’avvocato del giovane annuncia ricorso. Il 31enne pescarese si è sempre proclamato innocente, ma il Cairo lo ha condannato per traffico internazionale di stupefacenti dopo averlo trovato in possesso di marijuana

Giacomo Passeri (foto Fb)

Giacomo Passeri (foto Fb)

Pescara, 21 agosto 2024 – Giacomo Passeri, il 31enne di Pescara da un anno recluso al Cairo, è stato condannato a 25 anni di carcere. Lo rende noto il fratello Andrea che si dice "scioccato” per il verdetto. Il 31enne italiano è accusato di traffico internazionale di sostanze stupefacenti dopo che il 23 agosto di un anno fa, fermato durante un viaggio in Egitto, è stato trovato in possesso di marijuana.

Condanna choc

"Lui si è sempre dichiarato innocente, si sente abbandonato – racconta Andrea Passeri –. L'altro giorno i giudici del Cairo hanno emesso la sentenza di condanna: ergastolo, con 25 anni da scontare nel paese. Siamo stupiti e scioccati, un epilogo che non ci saremmo mai aspettati". Rimarca il fratello di Giacomo, che dopo la condanna, dice di non aver ricevuto alcun contatto dall'Ambasciata italiana al Cairo.

L’appello

Proprio Andrea lancia un appello per il fratello: "Chiediamo allo Stato, alla politica italiana di farlo tornare in Italia, di interessarsi almeno al caso attraverso la documentazione ufficiale rilasciata dalle autorità egiziane in mio possesso. Giacomo è ingiustamente trattenuto lì, si faccia qualcosa per riportarlo al più presto a casa". Nei mesi scorsi la famiglia aveva lanciato l'allarme sulle condizioni di Giacomo, che aveva anche iniziato uno sciopero della fame per protestare sul trattamento ricevuto e per le lungaggini processuali.

Farnesina: “Caso seguito con la massima attenzione”

Non si è fatta attendere la risposta della Farnesina che ha fatto sapere di seguire il caso “con la massima attenzione” e di aver già chiesto una visita consolare in carcere con la massima urgenza per prestare ogni necessaria assistenza. Lo assicura il ministero degli Esteri in una nota, nella quale fa sapere che lo scorso 19 agosto ha avuto luogo al Cairo l'udienza di primo grado sul caso Passeri, cui il capo della cancelleria consolare dell'ambasciata d'Italia, accompagnato da un interprete, ha assistito in qualità di osservatore. Lo stesso giorno, l'avvocato ha informato l'ambasciata che il signor Passeri è stato condannato a 25 anni di detenzione (quindi non ergastolo). In attesa della pubblicazione del dispositivo della sentenza, il legale ha comunque già informato l'ambasciata dell'intenzione di presentare ricorso. L'ambasciata, in stretto coordinamento con la Farnesina, sta continuando a seguire il caso con la massima attenzione, attraverso costanti contatti con il legale del connazionale”.

Solidarietà

In una nota il deputato di Avs Marco Grimaldi e il segretario regionale di Sinistra Italiana Abruzzo Daniele Licheri chiedono l'immediato intervento del Governo per quella che definiscono “una vicenda dai diritti umani negati. Abbiamo visto la vicenda Regeni, la vicenda Zaki, non ci fidavamo di chi diceva che in Egitto andava tutto bene. È stato detenuto senza traduttori – sottolineano Grimaldi e Licheri –, sottoposto a un interrogatorio senza avvocati. Non c'è bisogno di sapere di che cosa Luigi Giacomo Passeri sia stato accusato”. Mentre il responsabile Esteri di Italia Viva Ivan Scalfarotto chiede l’intervento del ministro degli esteri Tajani: “Convochi l'ambasciatore dell'Egitto alla Farnesina. Questa condanna rappresenta un vero e proprio schiaffo nei confronti del nostro Paese”.