Domenica 17 Novembre 2024
GIOVANNI ROSSI
Esteri

La strategia di Mosca, il generale Camporini: “Fino a gennaio Putin proverà a guadagnare terreno”

L’ex capo di Stato maggiore della Difesa: “Ma le forniture in arrivo dagli Usa possono mettere in crisi l’azione dei russi”

Il generale Vincenzo Camporini

Il generale Vincenzo Camporini

Roma, 18 novembre 2024 - “Per Putin si è aperta una finestra di almeno un paio di mesi, il tempo che manca all’insediamento di Trump alla Casa Bianca. La Russia sta provando a curvare questo spazio di incertezza geopolitica a proprio vantaggio, guadagnando terreno”. Per il generale Vincenzo Camporini, ex capo di Stato maggiore della Difesa, il conflitto russo-ucraino “è destinato a proseguire nel 2025 ma bisogna capire come”.

Esistono ormai due scenari distinti, generale?

“Uno è quello dei combattimenti quotidiani nelle trincee del Donbass e nei cieli di tutta l’Ucraina, l’altro impegna stati maggiori e cancellerie nel valutare la tenuta dell’Ucraina sia riguardo alla maggior determinazione di Mosca, sia rispetto all’ipotesi di un disimpegno americano”.

Nel frattempo?

“Le ultime forniture deliberate dall’amministrazione Biden e la possibilità di impiegarle contro obiettivi situati in Russia possono mettere in difficoltà la catena logistica di Mosca e modificare la situazione sul terreno”.

In questa settimana la Russia ha lanciato quasi 140 missili, oltre 900 bombe aeree guidate e 600 droni. Solo venerdì 210 tra missili e droni: 140 intercettati, 70 a bersaglio.

“Di fronte a un’offensiva così massiccia, con tutto quello che ne consegue in danni alle infrastrutture ucraine e perdita di vite umane, gli Stati e l’opinione pubblica europea dovrebbero esprimere una reazione forte. Un’attenzione chiara come quella riservata al Medio Oriente”.

Il nervosismo di Zelensky, che ricorda “solo insieme possiamo fermare questo male”, ma poi si arrabbia per la chiamata Berlino-Mosca, quale segnale trasmette?

“Denuncia la difficoltà dell’aggredito a gestire l’inverno in arrivo dopo mille giorni di guerra e quotidiani bombardamenti alle infrastrutture. Popolazione ed esercito ucraini continuano a dimostrare una straordinaria voglia di resistere. Ma la sorprendente tenuta del Kursk non basta a compensare i primi cedimenti sulla linea del fronte e i dubbi sul ruolo americano”.

Dice il premier canadese Trudeau: “Tutti gli alleati non potrebbero sostituire un ritiro completo degli Stati Uniti”.

“Trump è imprevedibile. Nessuno può sapere quale decisione prenderà. Il resto della storia è da scrivere: anche a colpi di artiglieria. E l’Europa è attrezzata per dare un serio contributo”.

Iniziative alla Scholz destabilizzano o aiutano?

“Credo che la telefonata a Putin fosse più a uso tedesco, per ragioni di leadership, che tesa a spaccare il fronte Ue. In ogni caso, la chiamata è servita a capire che Putin non intende fermarsi. Le truppe nordcoreane al fronte ne sono la prova”.

Il lunedì di Bruxelles propone il Consiglio degli Affari esteri. Cosa possiamo attenderci?

“Un doveroso rinnovato appoggio a Kiev con voce più possibile unitaria. L’interesse della Ue è impedire che la Russia debordi. Perché se stravincesse grazie al disimpegno Usa e alle divisioni Ue, Putin potrebbe alzare la posta sul Baltico: l’Estonia sarebbe il candidato perfetto, per così dire, vista l’estesa comunità russofona nel nord del Paese”.

Ma l’Estonia è Nato e gli Stati Uniti dovrebbero reagire.

“Si rilegga l’articolo 5 dell’Alleanza atlantica”.

Ciascun Paese assisterà la parte o le parti attaccate (...) “intraprendendo l’azione che giudicherà necessaria”?

“Quel ’giudicherà’ lascia molti margini. Forse troppi”.