Giovedì 19 Dicembre 2024
REDAZIONE ESTERI

Geert Wilders, chi è e cosa vuole il “Trump olandese”

A capo di un partito di estrema destra, ha vinto le elezioni con una piattaforma basata su controllo dell’immigrazione, euroscetticismo e negazionismo del cambiamento climatico

L’Aia, 23 novembre 2023 – Il vincitore è lui, il “Trump olandese”, Geert Wilders, che alle elezioni di ieri ha raddoppiato i seggi del suo Partito della Libertà, staccando di più di 8 punti percentuali l’alleanza tra verdi e laburisti, giunta al secondo posto per numero di preferenze. Tuttavia la sua nomina a primo ministro non è affatto certa: serve il supporto di 76 deputati per avere una maggioranza e non è scontato che lo trovi.

Wilders protesta contro lo stanziamento di fondi all'Italia durante l'emergenza Covid (Epa, 11 luglio 2020)
Wilders protesta contro lo stanziamento di fondi all'Italia durante l'emergenza Covid (Epa, 11 luglio 2020)

Classe 1963, Wilders è nato al confine con la Germania, da padre olandese e madre indonesiana. È in parlamento dal 1998, eletto per la prima volta con il Partito popolare per la libertà e la democrazia – che ha espresso per tredici anni il premier uscente Mark Rutte – che ha poi abbandonato per fondare il Partito della Libertà. Si definisce antifascista, anticomunista, filosemita e anti-islamista, sostenendo che “i musulmani siano vittime” dell’Islam e assimilando il Corano al Mein Kampf. Nel 2001 aveva definito Oriana Fallaci “il suo idolo”. Nonostante il partito di cui è a capo venga definito di estrema destra, Wilders ripudia i movimenti neonazisti e suprematisti bianchi. 

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La campagna elettorale del Partito della Libertà è stata incentrata sul tema dell’immigrazione – proponendo uno stop ai permessi di asilo, la limitazione all’immigrazione da paesi non-occidentali e l’introduzione dell’obbligo di permesso di lavoro per i cittadini comunitari – ma ha limitato la sua storica retorica anti-Islam a favore di tematiche come il costo della vita e un eventuale referendum per uscire dall’Unione Europea. Per quanto riguarda il Medio Oriente, l’eventuale primo ministro Wilders cercherà di rafforzare i legami con l’”unica vera democrazia” della regione, Israele, ritirando la delegazione diplomatica a Ramallah, sede dell’Autorità nazionale palestinese, considerata “corrotta”. Il Partito della Libertà è infine negazionista del cambiamento climatico: per Wilders è necessario smettere di avere paura, in quanto i Paesi Bassi hanno i migliori ingegneri idrogeologici, perfettamente in grado di affrontare l’innalzamento dei livelli del mare.