Domenica 22 Dicembre 2024
REDAZIONE ESTERI

Gaza sotto assedio. Israele rinvia l’invasione, liberati altri ostaggi. Morti gli ultimi due italiani

Due israeliane sono state rilasciate dai terroristi "per ragioni umanitarie e mediche". Resta il giallo sulla liberazione di altri 50 prigionieri. Scontro nel governo Netanyahu .

Gaza sotto assedio. Israele rinvia l’invasione, liberati altri ostaggi. Morti gli ultimi due italiani

Prima gli ostaggi. Proprio il giorno nel quale giunge la notizia che una seconda rapita italo-israeliana, Lilach Lea Havron, è morta, il pressing americano sembra aver sortito qualche effetto bloccando l’offensiva di terra per riportare a casa il maggior numero possibile di prigionieri dei 222 in mano ai terroristi. Dopo le due donne liberate nei giorni scorsi, ieri sera Hamas ne ha rilasciate altre due dopo una mediazione di Qatar, Egitto e della Croce Rossa. Si tratta di Nurit Yitzhak e l’anziana Yocheved Levschitz. "Abbiamo deciso di rilasciarli per ragioni umanitarie e mediche", ha detto Hamas.

Sembrava l’antipasto di ben altro. Secondo quanto pubblicato ieri mattina dal New York Times, che cita un alto militare, dovevano essere rilasciate 50 persone con doppia nazionalità, sulla base di "conversazioni fra Stati Uniti e Qatar". Ma in serata il Wall Street Journal ha rivelato che l’intenzione di Hamas di rilasciarle è venuta meno dopo che Israele ha rifiutato di consentire che il carburante fosse incluso nelle spedizioni umanitarie consegnate a Gaza.

Ieri intanto il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha annunciato la morte degli ultimi due italo-italiani ancora dati per dispersi: Nir Forti, 29 anni, e Liliach Le Havron, moglie di Evitar Kipnis, il cui corpo era stato ritrovato nei giorni scorsi.

In mattinata la radio dell’Esercito israeliano ha rivelato che Israele "ha deciso di rinviare l’operazione di terra a Gaza, in attesa dell’arrivo di altre truppe americane nella regione: gli Stati Uniti hanno espresso a Israele l’intenzione di dispiegare forze aggiuntive in Medio Oriente, a causa dei timori di un’escalation degli attacchi iraniani contro le sue forze nella regione". Questa almeno la versione ufficiale.

In realtà pare che la volonta di far liberare altri ostaggi sia stata ancora più importante. E nel ritardo s’inserisce nello scontro tra il primo ministro Netanyahu, il suo governo e i suoi generali, che lui accusa di non aver capito la minaccia, mentre loro gli rinfacciano di non dar loro obiettivi chiari. E non sono i soli perchè nel governo, tre ministri avrebbero minacciato di dare le dimissioni per mettere in crisi il primo ministro. Sta di fatto che l’offensiva slitta e il Consiglio Affari Esteri dell’Ue, ha fatto emergere un consenso sufficiente per chiedere, al prossimo Consiglio Europeo, una "pausa umanitaria". Forse si potrebbe avere qualcosa in più. Nelle stesse ore l’Onu chiede un cessate il fuoco umanitario. "Dovremmo prima avere gli ostaggi rilasciati, poi possiamo parlare di cessate il fuoco", ha detto ieri Joe Biden. Non esattamente quel che vorrebbe Netanyahu, ma se Washington davvero volesse, ha la forza di imporlo.

Intanto dall’enclave palestinese continua il lancio di razzi insieme a quello degli Hezbollah nel nord di Israele e, in parallelo, si registra un deciso aumento dei raid dell’aviazione ebraica.      Anche l’Iran non accenna a far scendere la tensione: dopo le intimidazioni di domenica, ieri il comandante in seconda dei Pasdaran Ali Fadavi ha minacciato un attacco diretto di Teheran contro Israele, indicando come obiettivo la città di Haifa. Mentre gli Usa hanno a loro volta accusato il regime degli ayatollah di "facilitare" gli attacchi contro le basi americane in Medio Oriente da parte delle varie milizie sciite.

Alessandro Farruggia