Domenica 24 Novembre 2024
REDAZIONE ESTERI

Gaza, scontri al confine. Uccisi 4 palestinesi. Trump. "Potrei andare a Gerusalemme"

Nel quinto venerdì di protesta l'esercito con la Stella di David ha aperto il fuoco sui palestinesi che attraversavano il confine con Israele. Intanto il presidente Usa sta valutando la possibilità di essere nella città santa per l'apertura dell'ambasciata

Un palestinese alla marcia del ritorno (Lapresse)

Un palestinese alla marcia del ritorno (Lapresse)

Gaza, 27 aprile 2018  - Di nuovo migliaia di palestinesi, mobilitati dalla 'marcia del ritorno', si sono riversati in cinque punti diversi lungo il confine tra Gaza e Israele, e di nuovo si contano morti e feriti. Mentre Donald Trump fa tremare ulteriormente la sicurezza israeliana: "Potrei andare a Gerusalemme" per il tanto contestato, dai palestinesi e non solo, spostamento dell'ambasciata Usa.

Nel quinto venerdì di proteste nella Striscia di Gaza altri quattro palestinesi sono morti, uccisi da colpi d'arma da fuoco dei militari israeliani, tra cui anche un ragazzo di 15 anni, Azzam Halal Awida. Alcuni manifestanti palestinesi hanno sfondato la recinzione presidiata dall'esercito, che ha reagito sparando proiettili e gas lacrimogeni. Il bilancio dei feriti è di 833 feriti. Di questi, 4 fanno parte del personale medico e sei sono giornalisti, riferisce il ministero della Sanità palestinese. Due sono gravi. 

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Dal 30 marzo, inizio della 'marcia del ritorno',  sono morti in tutto 45 palestinesi nelle proteste per rivendicare il diritto di tornare nelle loro case, lasciate nel 1948.  

AMNESTY: EMBARGO ARMI A ISRAELE - Un appello a tutti i governi al mondo affinchè impongano un embargo alle forniture militari per Israele è stato lanciato oggi da Amnesty International secondo cui dati raccolti nelle ultime settimane sul terreno dimostrano che l'esercito israeliano "fa un uso sproporzionato della forza" nei confronti di dimostranti palestinesi disarmati.

TRUMP: POTREI ANDARE A GERUSALEMME - Le proteste legate alla 'marcia del ritorno' non accennano a placarsi, e il 14 maggio, la data indicata per il trasferimento dell'ambasciata Usa da Tel Aviv a Gerusalemme si avvicina minacciosa. Donlad Trump oggi ha dato l'ennesima spallata alla tranqullità del Medio Oriente ventilando la possibilità di essere là, quando l'amabasciata Usa aprirà i battenti a Gerusalemme: "Potrei andare. Ne sono molto orgoglioso", ha affermato il presidente Usa. 

Orgoglioso perché lo spostamento dell'ambasciata americana a Gerusalemme "è stato promesso per molti anni da molti presidenti. Hanno tutti fatto promesse elettorali che poi non hanno avuto il coraggio di mantenere. Io le ho mantenute e per questo potrei andare". Uno spostamento che il presidente ha reso anche poco costoso: inizialmente sarebbe dovuto ammontare ad un miliardo di dollari mentre ora sarà compreso tra 300.000 e 400.000 dollari. Il desiderio di esserci Trump lo aveva già espresso durante la visita a Washington del premier israeliano Benjamin Netanyahu all'inizio di marzo.