Roma, 8 febbraio 2025 - Sono stati liberati oggi altri tre ostaggi israeliani, è il quinto scambio da quando è scattata la tregua. Si tratta del 56enne Ohad Ben Ami, rapito dal kibbutz Beeri insieme alla moglie Raz Ben Ami, liberata durante la tregua di novembre; il 52enne Eli Sharabi, che ha perso le due figlie e la moglie nell'attacco di Hamas allo stesso kibbutz, e il 34enne Or Levy, prelevato con la forza al festival di Nova, dove è stata uccisa la moglie Einav.
Per il presidente Herzog, le loro pessime condizioni sono un “crimine contro l’umanità”. Netanyahu: “Immagini scioccanti che non rimarranno senza risposta”. Nelle prossime ore saranno rilasciati 183 prigionieri palestinesi.
“Chiedo al Governo israeliano di procedere con il secondo e il terzo accordo in modo che tutti i prigionieri possano tornare a casa”, ha detto Ben Ami dopo il rilascio. L’Iran, intanto, condanna le sanzioni imposte da Trump alla Corte Penale Internazionale: “Garantiscono la totale impunità a Israele”.
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Dopo le famiglie e il premier anche il presidente israeliano, Isaac Herzog, ha denunciato con forza le condizioni dei tre ostaggi rilasciati oggi da Hamas, parlando di "crimine contro l'umanità".
"Ecco cosa significa un crimine contro l'umanità!" ha scritto Herzog in un post su X. "Il mondo intero deve guardare direttamente Ohad, Or ed Eli, che tornano dopo 491 giorni di inferno, affamati, emaciati e addolorati, sfruttati in uno spettacolo cinico e crudele da vili assassini. Ci consola il fatto che vengono restituiti vivi tra le braccia dei loro cari", afferma Herzog. "Completare l'accordo sugli ostaggi è un dovere umanitario, morale. È essenziale riportare indietro tutte le nostre sorelle e i nostri fratelli dall'inferno della prigionia a Gaza, fino all'ultimo", esorta il presidente.
"Le immagini scioccanti che abbiamo visto oggi non rimarranno senza risposta". È quanto si legge nella dichiarazione rilasciata dall'ufficio del premier israeliano, Benjamin Netanyahu, dopo il rilascio da parte di Hamas di tre ostaggi israeliani. I tre uomini - Eli Sharabi, Or Levy e Ohad Ben Ami - sono apparsi malnutriti e fragili quando i miliziani di Hamas li hanno consegnati alla Croce rossa nella città di Deir el-Balah, nel centro della Striscia di Gaza.
Israele rivive l'orrore del 7 ottobre negli sguardi spenti e nei visi scavati degli ostaggi rilasciati oggi da Hamas. I tre, emaciati e pallidi, dopo essere stati sottoposti alla consueta cerimonia di propaganda tenuta dai miliziani islamisti nel centro di Gaza in cui due funzionari della Croce Rossa sono stati portati sul palco per firmare i documenti di rilascio, sono stati consegnati alla Icr. Ohad Ben Ami, 56 anni, è stato il primo a essere tirato fuori dal veicolo di Hamas, seguito da Eli Sharabi, 52 anni, e Or Levy, 34 anni. Levy indossava abiti verde oliva che dovrebbero sembrare un'uniforme delle Idf, Ben Ami e Sharabi erano vestiti con abiti marroni con i loro nomi stampati sopra a imitazione delle uniformi dei detenuti. Sono stati costretti a fare dichiarazioni di propaganda mentre erano in piedi sul palco.
I familiari sono scoppiati a piangere quando hanno visto i loro cari sfilare sul palco. Michal Cohen, la madre di Ohad Ben Ami, si è detta "sconvolta" nel vedere il figlio così magro e dall'aspetto malato. "Ha un aspetto terribile. Ha 57 anni, ma ne dimostra dieci in più", ha detto a Channel 12. Per Tal Levy, il fratello Or "sembra molto, molto magro, ed è davvero molto difficile guardarlo". Ma, aggiunge, "sta tornando e si riprenderà. Oggi più che mai, tutti gli ostaggi devono tornare, dobbiamo portare a termine questo accordo". Il figlio di Or, Almog, 3 anni, la cui madre è stata assassinata il 7 ottobre 2023, attende con ansia il ritorno del padre e ha preparato dei disegni, aggiunge Tal. "Gli ho detto in lacrime che suo padre sarebbe tornato. Mi ha chiesto perché piangessi e gli ho detto: questa volta sono lacrime di gioia".
L'ufficio del premier israeliano, Benjamin Netanyahu, ha definito "scioccanti" le scene della liberazione. "Non faremo passare inosservate le scene scioccanti di oggi", prosegue la nota. L'Hostages and Missing Families Forum ha sollecitato il rilascio degli ostaggi ancora nelle mani di Hamas. "Le inquietanti immagini del rilascio di Ohad, Eli e Or sono un'altra prova cruda e dolorosa che non lascia spazio a dubbi: non c'è tempo da perdere per gli ostaggi" si legge in una nota.
Il Ministero della Salute israeliano ha esortato il pubblico a esercitare cautela e responsabilità personale nel gestire la propria esposizione alle crude immagini degli ostaggi. "Si sta combattendo una guerra psicologica che può causare danni a noi e ai nostri cari", ha detto Gilad Bodenheimer, capo della divisione di salute mentale del ministero. "Esortiamo il pubblico a ridurre al minimo l'esposizione a immagini e video angoscianti e a essere consapevole di ciò che loro, i loro figli e i loro cari stanno vedendo".
Dopo l'arrivo del veicolo con gli ostaggi, un miliziano di Hamas con il volto coperto da una maschera verde è salito sul palco per pronunciare un discorso infuocato in cui ha annunciato la liberazione dei tre. Sul palco ci didascalie in arabo, ebraico e inglese che dicono "Siamo l'alluvione, la guerra è il giorno dopo", un messaggio apparente al presidente degli Stati Uniti Donald Trump che ha detto che gli Stati Uniti sono pronti a prendere il controllo di Gaza dopo che i suoi abitanti saranno spostati altrove.
I tre ostaggi israeliani sono arrivati in Israele con le forze dell'esercito (Idf) e della sicurezza (Isa): lo annuncia l'Idf su Telegram. "Poco fa, accompagnati dalle forze dell'Idf e dell'Isa, gli ostaggi rientrati - Or Levy, Ohad Ben Ami e Eliyahu Sharabi - hanno attraversato il confine con il territorio israeliano - si legge in un comunicato -. Gli ostaggi rientrati sono attualmente in viaggio verso un primo punto di accoglienza nel sud di Israele, dove si riuniranno con le loro famiglie".
Prima di essere consegnati alla Croce Rossa, i tre ostaggi israeliani sono stati tenuti in mostra per diversi minuti, affiancati da combattenti di Hamas armati e con il volto coperto, sul palco allestito dall'organizzazione a Deir Al-Balah, nel centro della Striscia di Gaza. Ohad Ben Ami, 56 anni, è stato il primo a essere portato fuori dal veicolo di Hamas, seguito da Eli Sharabi, 52 anni, e Or Levy, 34 anni. Mentre si trovavano in piedi sul palco, i tre - visibilmente pallidi e magri dopo 16 mesi di prigionia - sono stati costretti a rilasciare dichiarazioni di propaganda.
Sullo sfondo, un grande cartello con scritte in arabo, ebraico e inglese che recitavano: "Noi siamo il diluvio, la guerra è il giorno dopo", un apparente messaggio al presidente statunitense Donald Trump che questa settimana ha detto che gli Stati Uniti avrebbero preso il controllo di Gaza dopo che i suoi residenti fossero stati mandati altrove, commenta il Times of Israel. Prima del rilascio, un funzionario della Croce Rossa ha firmato i documenti per la liberazione dei tre con il capo della sicurezza di Hamas.
Ohad Ben Ami, 56 anni, è il primo ostaggio israeliano che Hamas ha fatto uscire dal veicolo e che ha fatto salire sul palco a Deir al-Balah, nella Striscia di Gaza centrale. Dopo di lui è stata la volta di Eli Sharabi, 52 anni, e Or Levy, 34 anni. I tre sono apparsi molto dimagriti e pallidi. Levy indossa abiti verde oliva che ricordano l'uniforme delle Idf, fa notare il Times of Israel. Ben Ami e Sharabi indossano abiti marroni con i loro nomi stampati sopra, come quelli dei carcerati.
Sostenuti da miliziani di Hamas in mimetica e con il volto coperto, i tre sono stati registrati mentre pronunciavano discorsi rispondendo a domande. "Dico alle famiglie dei prigionieri di uscire e protestare", ha detto Ben Ami. "Chiedo al Governo israeliano di procedere con il secondo e il terzo accordo in modo che tutti i prigionieri possano tornare a casa. Chiedo alle famiglie di essere forti", ha aggiunto. "Sono molto arrabbiato con il Governo israeliano. Spero davvero che l'accordo continui fino alla seconda e terza fase. Sono molto felice di tornare dalla mia famiglia e dai miei amici oggi, e spero davvero di vederli presto. Voglio che i miei amici che sono rimasti qui tornino presto", ha affermato Sharabi.
L'Esercito israeliano (Idf) ha confermato su Telegram la liberazione degli ostaggi da parte di Hamas, spiegando che i tre israeliani "sono in viaggio verso le forze dell'Idf e dell'Isa (l'agenzia di sicurezza, ndr) nella Striscia di Gaza". Una volta in territorio israeliano, i tre "saranno sottoposti a una valutazione medica iniziale", prosegue il comunicato. "I comandanti e i soldati delle Forze di Difesa Israeliane salutano e abbracciano gli ostaggi rientrati nel loro viaggio verso lo Stato di Israele - conclude la nota -. L'Unità del portavoce dell'Idf chiede a tutti di rispettare la privacy degli ostaggi rientrati e delle loro famiglie".
Rilasciati gli ostaggi: i soldati incappucciati li stanno scortando verso i mezzi della Croce Rossa.
I tre ostaggi israeliani sono saliti sul palco allestito da Hamas, affiancati da miliziani armati e a volto coperto. Un funzionario della Croce Rossa e un funzionario di Hamas hanno firmato il documento per il rilascio dei tre ostaggi israeliani: lo riporta la Bbc. Sono stati fatti salire sul palco a Deir al-Balah, nel centro di Gaza, i tre ostaggi, Eli Sharabi, Or Levy e Ohad Ben Ami, che oggi vengono liberati da Hamas.
I delegati della Croce Rossa e di Hamas stanno firmando in questo momento il documento che sancisce la liberazione dei tre ostaggi israeliani in cambio di 183 detenuti palestinesi.
L'aeronautica militare israeliana ha completato i preparativi per l'accoglienza degli ostaggi di ritorno in Israele dalla Striscia di Gaza, secondo quanto afferma l'Idf in una nota. Le forze di Difesa israeliane hanno anche diffuso un video che mostra il decollo degli elicotteri che porteranno i tre ostaggi Eli Sharabi, Or Levy e Ohad Ben Am, negli ospedali nel centro di Israele. Un controllo iniziale delle loro condizioni di salute avverrà presso una struttura militare vicino al confine di Gaza, secondo i media israeliani.
Un convoglio di veicoli della Croce Rossa si sta dirigendo verso il luogo di consegna degli ostaggi a Deir al-Balah, nel centro di Gaza: lo ha reso noto un funzionario della difesa israeliana, come riporta il Times of Israel. Hamas consegnerà a Israele gli ostaggi Eli Sharabi, Or Levy e Ohad Ben Ami alla Croce Rossa. I tre verranno poi portati alle truppe dell'esercito (Idf) a Gaza e scortati fuori dalla Striscia. In cambio, verranno rilasciati 183 detenuti palestinesi da parte di Israele, nel quinto scambio dopo l'accordo sul cessate il fuoco.
"A Gaza la tregua è servita a fermare la perdita di vite umane. Per ora regge, ma la paura che venga interrotta c'è, siamo in una fase in cui gli equilibri sono ancora instabili". Così Padre Ibrahim Faltas, vicario della Custodia dei luoghi Santi a Gerusalemme, in una intervista a Beemagazine, giornale online del gruppo The Skill, spiega la delicata situazione in Medio Oriente. "Giovedì scorso ho incontrato ad Ashdod il ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani, per la consegna di quindici camion che trasportano beni di prima necessità agli abitanti - racconta -. La gente è stanca, oltre al cibo, all'acqua, alle cure ha bisogno di stabilità".
"La maggior parte degli abitanti di Gaza - racconra Faltas - vive sfollata in tende umide e fra le macerie. I benefici della tregua devono continuare con l'intenzione di fermare la guerra e di cominciare a costruire soprattutto un futuro dignitoso per le persone". Sulla proposta per la striscia di Gaza avanzata dal presidente degli Stati Uniti, padre Faltas afferma: "Speravamo che l'elezione di Trump potesse dare una svolta decisiva al processo di pace, ma le sue dichiarazioni sembrano prendere altre direzioni. La risposta alla discutibile proposta di spostare il popolo palestinese per svuotare Gaza dovrebbe arrivare dalla comunità internazionale. Certe idee devono essere bloccate sul nascere se vogliamo condividere equilibri di pace. Due popoli, due Stati non è uno slogan, è l'unica soluzione possibile e dignitosa per due popoli che soffrono".
Infine, su una possibile visita del Papa in Terra Santa, il religioso conclude: "Magari! Papa Francesco ha visitato la Terra Santa, conosce la bellezza e la difficoltà di una terra martoriata, le sue parole danno forza e vigore a chi lavora per la pace".
Il servizio penitenziario israeliano si sta preparando a liberare i 183 prigionieri di sicurezza palestinesi che verranno scarcerati in cambio del ritorno in Israele di tre ostaggi. Lo scrivono i media israeliani spiegando che i detenuti palestinesi saranno scarcerati dalla prigione di Keziot, nel Negev, e dal carcere di Ofer in Cisgiordania. Tra i 183 prigionieri di sicurezza che verranno liberati oggi, 18 sono stati condannati all'ergastolo. Dei 183, 111 prigionieri sono stati arrestati a Gaza nel corso della guerra e i restanti 72 risiedono in Cisgiordania e a Gerusalemme Est. Sette dei prigionieri saranno espulsi dopo il rilascio.
Le sanzioni imposte dall'Amministrazione Trump alla Corte Penale Internazionale garantiscono la "totale impunità a Israele". Lo ha dichiarato il portavoce del ministero degli Esteri di Teheran, Esmaeil Baghaei, su X, come riporta l'agenzia di stampa Irna. "Sanzionare la Cpi per aver indagato sui crimini efferati di Israele segna un nuovo minimo negli annali della complicità e della collusione degli Stati Uniti con un regime di apartheid occupante che ha commesso ogni sorta di atrocità nel perseguire la sua 'cancellazione coloniale' della Palestina", ha affermato il portavoce iraniano.
"Questo è davvero un abuso di potere eclatante, mirato a garantire al regime israeliano la massima impunità per i suoi atti criminali che minacciano seriamente la pace e la sicurezza internazionale", ha affermato Baghaei nel suo post, invitando il mondo a "stare attento e reagire di conseguenza", poiché gli Stati Uniti stanno ora prendendo di mira le istituzioni intergovernative attraverso l'applicazione extraterritoriale del loro diritto interno.
Il ministro degli Esteri iraniano, Abbas Araqchi, ha sottolineato l'importanza della continuazione del dialogo religioso e delle consultazioni con il Vaticano dopo una conversazione telefonica avuta ieri sera con il segretario per i Rapporti con gli stati e le organizzazioni internazionali della Santa sede, Paul Richard Gallagher. Araghchi ha espresso la speranza che le interazioni portino al rafforzamento della comprensione reciproca tra i seguaci delle religioni e aiutino a promuovere la pace e la giustizia nel mondo sulla base degli insegnamenti condivisi delle religioni abramitiche. Gallagher, da parte sua - riporta l'agenzia di stampa Tasnim - ha apprezzato l'approccio dell'Iran volto a mantenere i rapporti tra i due Paesi e ha sottolineato la necessità che tutte le parti si impegnino per mantenere la pace e promuovere la giustizia nel mondo
Hamas rilascerà gli ostaggi Eli Sharabi, Or Levy e Ohad Ben Ami a partire dalle 10 (ore locali) a Deir al-Balah, una località nella Striscia di Gaza centrale. La milizia islamista ha già allestito il palco per la consueta cerimonia di consegna alla Croce Rossa, poi tutti e tre saranno scortati fuori da Gaza dall'Idf verso una struttura dell'esercito vicino a Re'im, dove saranno sottoposti a un controllo fisico e mentale iniziale e incontreranno le loro famiglie.
Successivamente, saranno portati negli ospedali Ichilov e Sheba nel centro di Israele. È la prima volta che viene scelta Deir al-Balah per il rilascio degli ostaggi. Sul palco campeggia un cartello con un pugno e una bandiera palestinese e le parole "vittoria totale" scritte in ebraico in basso sopra una foto del primo ministro Benjamin Netanyahu, che ha giurato che la guerra non finirà finchè Israele non otterrà la "vittoria totale".
I pick-up bianchi con mitragliatrici montate sul retro fiancheggiano il palco e si possono vedere uomini armati e mascherati di Hamas che formano un cordone che circonda il sito. Non è immediatamente chiaro se ci saranno uno o più siti in cui i tre ostaggi, Ohad Ben Ami, 56 anni, Eli Sharabi, 52 anni, e Or Levy, 34 anni, saranno liberati.
È in viaggio verso Deir al-Balah, nel centro della Striscia di Gaza, il team della Croce Rossa incaricato di ricevere da Hamas i tre ostaggi che verranno liberati oggi, Eli Sharabi, Or Levy e Ohad Ben Ami. Lo scrivono i giornali israeliani citando fonti della sicurezza. I tre saranno poi consegnati alle truppe dell'Idf a Gaza e scortati fuori dalla Striscia.
Il quinto rilascio degli ostaggi israeliani a Gaza è previsto per le 9 ora italiana (le 10 in Israele) con la consegna del primo dei tre alla Croce Rossa a Deir el-Balah, il centro dell'enclave palestinese, sulla strada per Israele. I tre ostaggi sono Ohad Ben Ami, 56 anni - rapito insieme alla moglie, Raz Ben Ami, che è stata liberata durante la tregua di novembre - dal kibbutz Beeri; Eli Sharabi, 52 anni, che ha perso le due figlie e la moglie nell'attacco di Hamas allo stesso kibbutz, e Or Levy, 34 anni, che è stato prelevato con la forza al festival di Nova, dove è stata uccisa la moglie Einav.
A Deir el-Balah, secondo le immagini in diretta di Al Jazeera, è già stato allestito un palco, dove gli ostaggi saranno costretti a stare in piedi e a salutare mentre viene firmato il loro rilascio, circondati da decine di militanti armati di Hamas con il volto coperto. Scambi precedenti hanno avuto luogo sia a Khan Yunis (a sud della Striscia) che nella città settentrionale di Jabalia, nella zona settentrionale di Gaza, dove la maggior parte della popolazione è stata evacuata con la forza e ha sofferto di carenza di cibo e medicine durante l'assedio degli ultimi mesi.
Sopra il palco si può vedere il simbolo del pugno con una bandiera palestinese, con le parole "vittoria totale" scritte in ebraico nella parte inferiore, accanto a una foto del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. In cambio dei tre israeliani, nelle prossime ore saranno rilasciati 183 prigionieri e detenuti palestinesi, tra cui 111 cittadini di Gaza arrestati nella Striscia in seguito agli attacchi del 7 ottobre 2023.