Roma, 2 dicembre 2023 – Israele ha deciso di ritirare la sua delegazione dai negoziati in Qatar per un cessate il fuoco a Gaza. Hamas, secondo il premier israeliano Benjamin Netanyahu, "non ha rispettato la sua parte dell'accordo, che prevedeva il rilascio di tutti i bambini e le donne secondo una lista trasmessa ad Hamas e da loro approvata”. Attualmente all’appello mancano ancora circa 120 rapiti, mentre nella Striscia da ieri sono ripartiti i combattimenti: Israele nell’ultimo giorno avrebbe colpito oltre 400 obiettivi. Secondo Hamas, sarebbero 300 i palestinesi uccisi a Gaza City dalla ripresa delle ostilità.
Il clima continua ad essere molto teso in Israele, dove, secondo i media, 6 persone sono state arrestate dalla polizia mentre manifestavano davanti alla casa del primo ministro Benjamin Netanyahu a Cesarea.
Clicca qui se vuoi iscriverti al canale WhatsApp di Qn
Le news della guerra in diretta
"Non c'è un complotto, non c'è stato un complotto e non può esserci. Ci sono domande a cui è necessario rispondere: cosa è successo, come è successo e questo sarà esaminato alla fine della guerra". Con queste parole il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, ha risposto alla domanda di 'Haaretz' su un sondaggio secondo il quale un terzo dell'opinione pubblica ebraica ritiene che funzionari della Difesa israeliana fossero coinvolti o sapessero in anticipo dell'attacco di Hamas.
"Faremo tutto quanto in nostro potere per riportarli a casa, faremo tutto il possibile per riportarli tutti a casa", per "portare a compimento questa missione sacra", ma anche "per distruggere Hamas e per essere sicuri che Gaza non rappresenti più una minaccia per Israele". Lo ha detto il premier israeliano Benjamin Netanyahu durante una conferenza stampa mentre a Tel Aviv si tiene una nuova iniziativa per gli ostaggi trattenuti nella Striscia di Gaza dal terribile attacco del 7 ottobre in Israele.
"Continuiamo a combattere con tutta la forza per distruggere Hamas, per impedire che Gaza torni a minacciarci e per far sì che tutti gli ostaggi ritornino a casa": lo ha detto il premier Benyamin Netanyahu, aprendo una conferenza stampa. "La guerra proseguirà fino al raggiungimento di tutti gli obiettivi. La manovra terrestre è necessaria per raggiungere questo scopo".
Sabato, durante una conferenza stampa, la vicepresidente americana Kamala Harris ha chiarito che Israele deve agire per proteggere la popolazione civile di Gaza e questo per gli Usa è "inequivocabile". Lo riportano i media americani. "Israele ha una legittima ragione militare per difendersi, ma deve fare di più per proteggere i civili", ha detto
Harris dal podio. "I diritti umani internazionali devono essere rispettati", ha affermato, aggiungendo che troppi palestinesi sono stati uccisi dallo scoppio della guerra, lo scorso 7 ottobre.
Il premier israeliano Benyamin Netanyahu terrà stasera una conferenza stampa, che sarà trasmessa in diretta dalle reti televisive nazionali. Lo ha annunciato il suo ufficio. Anche il ministro della difesa Yoav Gallant ha preannunciato ai media un proprio intervento, che avverrà separatamente.
Israele ha deciso di ritirare la sua delegazione dai negoziati che si stavano svolgendo in Qatar per un cessate il fuoco a Gaza. Gli esponenti del Mossad che si trovavano a Doha sono stati richiamati in patria a causa della "impasse" nei negoziati. "Su indicazione del primo ministro Benjamin Netanyahu, David Barnea, capo del Mossad, ha ordinato alla sua squadra a Doha di tornare in Israele", ha dichiarato l'ufficio di Netanyahu in un comunicato citato da Al Jazeera. Hamas, secondo il premier israeliano, "non ha rispettato la sua parte dell'accordo, che prevedeva il rilascio di tutti i bambini e le donne secondo una lista trasmessa ad Hamas e da loro approvata. Il capo del Mossad ringrazia il capo della CIA, il ministro dell'Intelligence egiziano e il primo ministro del Qatar per la loro collaborazione negli enormi sforzi di mediazione che hanno portato al rilascio di 84 bambini e donne dalla Striscia di Gaza oltre a 24 cittadini stranieri", si legge ancora nel comunicato. Il probema riguarderebbe la proposta di Hamas di includere nel numero degli ostaggi da liberare anche alcuni fra quelli morti a Gaza.
L'obiettivo della "distruzione totale di Hamas" deve essere "chiarito" da Israele, perché rischia di generare "dieci anni" di guerra. Lo ha affermato il presidente francese Emmanuel Macron. "La distruzione totale di Hamas, cos'è? Qualcuno pensa che sia possibile? Se è così, la guerra durerà dieci anni e non credo che nessuno sappia definire seriamente questo obiettivo. Quindi questo obiettivo deve essere chiarito", ha detto Macron da Dubai, aggiungendo che "la buona lotta contro il terrorismo non è un bombardamento sistematico e permanente".
Israele ha detto che la Turchia, se vuole, potrà accogliere i membri dell'ala militare di Hamas che alla fine del conflitto fossero ancora vivi. Commentando il sostegno del presidente Recep Tayyep Erdogan a Hamas, il ministro degli esteri israeliano Ely Cohen ha scritto su X: "L'organizzazione Hamas-Isis cesserà di esistere a Gaza, libereremo Gaza da Hamas, per il bene della sicurezza di Israele e per creare un futuro migliore agli abitanti della regione". "La vostra presidenza - ha concluso Cohen - potrà poi accogliere nel suo Paese i terroristi di Hamas che non siano stati eliminati e che siano fuggiti da Gaza".
Il capo del Mossad, David Barnea, ha richiamato il team di negoziatori impegnati a Doha nelle trattative sul cessate il fuoco e rilascio dei prigionieri a causa dello "stallo" nei colloqui. E' quanto si legge in una nota dell'intelligence israeliana, diffusa dall'ufficio del primo ministro, Benjamin Netanyahu. "A causa dello stallo nei negoziati e su istruzione del primo ministro Benjamin Netanyahu, il capo del Mossad David Barnea ha ordinato alla sua squadra a Doha di tornare in Israele. L'organizzazione terroristica Hamas non ha rispettato la sua parte dell'accordo, che prevedeva il rilascio di tutti i bambini e le donne secondo un elenco fornito a Hamas e che ha approvato", si legge nel comunicato.
L'area di Khan Yunis, nel sud della Striscia, è stata bersaglio la scorsa notte di intensi bombardamenti. L'aviazione, secondo fonti locali, ha colpito edifici nella città, mentre in parallelo l'artiglieria ha sparato verso l'area agricola di Karara, a ridosso del confine con Israele e la marina ha aperto il fuoco verso obiettivi sul litorale della vicina Deir el-Ballah. Intanto il portavoce militare ha divulgato, in arabo, ordini immediati di evacuazione per gli abitanti di rioni di Khan Yunis e di Deir el-Ballah. Gli ordini sono di spingersi a sud verso le dune di Muwassi e la città di frontiera di Rafah.
Due combattenti siriani filo-Hezbollah sono stati uccisi oggi negli attacchi israeliani contro siti del movimento armato libanese, sostenuto dall'Iran, vicino alla capitale siriana Damasco. Lo afferma l'ong Osservatorio siriano per i diritti umani. "Due combattenti siriani che lavoravano per Hezbollah sono stati uccisi e altri sette (...) feriti negli attacchi aerei israeliani sui siti di Hezbollah vicino a Sayyida Zeinab", ha dichiarato Rami Abdel Rahmane, direttore della Ong.
Ciò che vale per la cura del creato vale oggi anche per la pace: “Sono le tematiche più urgenti e sono collegate. Quante energie sta disperdendo l’umanità nelle tante guerre in corso, come in Israele e in Palestina, in Ucraina e in molte regioni del mondo: conflitti che non risolveranno i problemi, ma li aumenteranno! Quante risorse sprecate negli armamenti, che distruggono vite e rovinano la casa comune! Rilancio una proposta: con il denaro che si impiega nelle armi e in altre spese militari costituiamo un Fondo mondiale per eliminare finalmente la fame e realizzare attività che promuovano lo sviluppo sostenibile dei Paesi più poveri, contrastando il cambiamento climatico”. La proposta è di papa Francesco alla Cop28, nel discorso letto a Dubai dal Segretario di Stato, cardinale Pietro Parolin.
Israele ha vietato l’ingresso di aiuti umanitari nella Striscia di Gaza attraverso il valico di Rafah, al confine dell’enclave con l’Egitto. Lo ha dichiarato la Società della Mezzaluna Rossa palestinese. “Oggi, le forze di occupazione israeliane hanno informato tutte le organizzazioni e gli enti che operano al valico di Rafah che l’ingresso di camion di aiuti dal lato egiziano alla Striscia di Gaza è proibito, a partire da oggi fino a nuovo avviso”, ha dichiarato l’organizzazione su X. La Società della Mezzaluna Rossa Palestinese ha aggiunto che l’iniziativa ha aggravato le sofferenze dei civili nella Striscia di Gaza e ha complicato il lavoro delle organizzazioni umanitarie.
Sono 240 le persone uccise nella Striscia di Gaza dalla fine della tregua nei combattimenti tra Hamas e Israele. Lo ha denunciato il governo dell’enclave guidato proprio dal movimento integralista palestinese. Altre 650 persone sono rimaste ferite in “centinaia di attacchi aerei, bombardamenti di artiglieria e navali in tutta la Striscia di Gaza”, ha dichiarato in una nota, aggiungendo che le forze israeliane hanno “preso di mira in particolare Khan Yunis, dove decine di case sono state distrutte con gli abitanti all’interno”.
Israele ha portato nuovi raid aerei sulla parte meridionale della Striscia di Gaza, distruggendo tre moschee a Khan Yunis. Lo riferiscono media palestinesi. Un funzionario israeliano ha detto al Wall Street Journal che Israele è disposto a prendere in considerazione future pause nella guerra a Gaza per consentire il rilascio del maggior numero possibile di ostaggi. Secondo il quotidiano americano, Israele ‘’potrebbe negoziare mentre combatte. La tregua precedente è stata resa possibile grazie alla pressione della nostra operazione militare sul terreno’’.