Roma, 29 dicembre 2024 – C’è un’altra strage di bambini a Gaza, più silenziosa di quella provocata delle bombe ma che fa altrettanto rabbia e orrore. E’ la strage dei bimbi morti per il freddo, bimbi che da quando la guerra ha distrutto le loro case vivono in tende e alloggi di fortuna, in balia delle intemperie. E così in 7 giorni sono già morti 5 neonati, l’ultimo, di appena un mese, questa mattina, nella Striscia.
La famiglia del piccolo, identificato come Jumaa Al-Batran, vive in una tenda a Deir al-Balah, nella parte centrale di Gaza. Sui social è stata pubblicata la foto straziante del padre con il piccolo Juma in braccio dentro l'ospedale dei martiri di Al-Aqsa, dove i medici stanno ora cercando di salvare il fratello gemello, Ali, ricoverato in terapia intensiva.
Come ricorda l'agenzia di stampa Wafa, negli ultimi giorni le basse temperature avevano già causato la morte di quattro neonati tra i 4 e i 21 giorni, i più deboli, i più indifesi.
Nel frattempo almeno sette persone sono rimaste uccise questa mattina quando Israele ha colpito l'ospedale al-Wafaa nella parte occidentale di Gaza City, dopo aver attaccato l'ospedale Ahli, nella stessa zona.
"Negli ultimi giorni dell'anno, non sembra esserci fine alle minacce mortali per i bambini di Gaza. Almeno undici bambini sono stati uccisi in attacchi. Ora stiamo assistendo anche alla morte di bambini a causa del freddo e della mancanza di un riparo adeguato – denuncia il direttore regionale dell’Unicef per il Medio Oriente e il Nord Africa Beigbeder – . Queste morti evitabili mettono a nudo le condizioni disperate e in via di peggioramento in cui versano le famiglie e i bambini di Gaza". I team dell'Unicef sul campo, spiega il direttore, "continuano a lavorare instancabilmente, distribuendo ai bambini indumenti invernali, coperte e forniture di emergenza. Ma la capacità delle agenzie umanitarie di consegnare aiuti salvavita nella misura necessaria rimane fortemente limitata".
"L'accesso umanitario sicuro e senza restrizioni alla Striscia di Gaza e al suo interno, per raggiungere le popolazioni colpite ovunque si trovino, anche nel nord, – sottolinea - è fondamentale. Tutti i valichi di accesso devono essere aperti, anche per quanto riguarda il carburante e i materiali necessari per far funzionare e riabilitare le infrastrutture essenziali e le forniture commerciali. Mentre ci avviciniamo a un nuovo anno, i bambini hanno il diritto a un futuro libero dalla paura e pieno di promesse. Questo inizia - conclude - con un cessate il fuoco immediato e duraturo a Gaza, con il rilascio di tutti gli ostaggi e con un rinnovato impegno a lavorare insieme per affrontare i bisogni urgenti dei bambini e delle loro famiglie."