Lunedì 13 Gennaio 2025
ALDO BAQUIS
Esteri

Gaza attende la svolta per la tregua. Al fratello di Sinwar l’ultima parola

I colloqui di Doha tra il capo del Mossad, l’inviato di Trump e il premier del Qatar sbloccano la trattativa. Israele invia la lista dei prigionieri palestinesi da scambiare con gli ostaggi. Attesa la risposta di Hamas .

Il fumo si alza da un edificio distrutto dopo un raid aereo israeliano sul campo di rifugiati palestinesi di Bureij, a Gaza

Il fumo si alza da un edificio distrutto dopo un raid aereo israeliano sul campo di rifugiati palestinesi di Bureij, a Gaza

Sottoposti alle energiche pressioni di Joe Biden e di Donald Trump, Israele e Hamas sono ormai prossimi ad annunciare il raggiungimento di un accordo per una tregua a Gaza e per uno scambio di prigionieri che include il graduale rilascio di 98 ostaggi israeliani, parte dei quali ancora vivi. Mediato da Stati Uniti, Qatar ed Egitto, l’accordo prevede inoltre l’ingresso immediato a Gaza di aiuti umanitari, con centinaia di camion al giorno. Se le prime due fasi (che dureranno mesi) saranno coronate da successo, sarà poi possibile gettare le basi per la ricostruzione della Striscia, col sostegno attivo di diversi Paesi arabi.

Ma ancora resta un elemento di incertezza, perché dal suo nascondiglio nel sud della Striscia il leader locale di Hamas, Mohammed Sinwar – fratello minore dell’ex leader Yahia Sinwar, ucciso da Israele mesi fa – non ha ancora espresso in forma esplicita il suo assenso e continua a fomentare una serrata guerriglia contro l’esercito israeliano.

In queste ore di massima tensione si è inserita la vicenda del generale Ghassan Alian, capo del Cogat (l’ente del Ministero della Difesa israeliana responsabile della gestione delle questioni civili nei territori occupati). Secondo la televisione pubblica Kan, durante una sua visita segreta a Roma, il suo arresto immediato è stato richiesto alle autorità italiane dalla ‘Hind Rajab Foundation’: l’organizzazione umanitaria basata in Belgio che in precedenza aveva già richiesto, ma invano, l’arresto di un riservista israeliano, reduce della guerra a Gaza, al suo arrivo in Brasile.

La prima fase dell’accordo prevede la liberazione di 34 ostaggi israeliani: fra di loro 5 soldate e anche donne, anziani, malati e feriti. I nomi sono stati inoltrati a Israele, ma Hamas si è rifiutato di precisare quanti di loro siano ancora vivi. Israele, in questa fase, dovrà liberare 1.300 detenuti palestinesi, fra cui centinaia di quadri di Hamas e della Jihad islamica condannati all’ergastolo. Ma Hamas insiste anche per ottenere la liberazione di Marwan Barghuti, il dirigente di al-Fatah, pure condannato all’ergastolo, che resta molto popolare in Cisgiordania e che potrebbe ambire alla successione di Abu Mazen. Finora Israele ha respinto questa richiesta.

Quando la tregua entrerà in vigore, l’esercito israeliano dovrà compiere un ritiro tattico da buona parte della Striscia, abbandonare il valico di Rafah (fra Gaza ed Egitto) e autorizzare il ritorno di decine di migliaia di sfollati nel nord della Striscia. Le condizioni per la fine del conflitto saranno negoziate nel corso della prima fase dell’intesa.

Israele si trova di fronte un nemico ancora più arcigno di Yahia Sinwar: suo fratello minore Muhammad (50 anni), che ormai è di fatto il padrone della Striscia e che non sempre asseconda le decisioni della leadership politica di Hamas a Doha. Nel 2016 si era messo in vista assieme al capo militare Mohammed Deif col rapimento del caporale israeliano Gilad Shalit, grazie al quale nel 2011 ottennero il rilascio di 1.000 detenuti palestinesi, fra cui suo fratello Yahia. Mohammad Sinwar è anche uno degli artefici del grande progetto di tunnel militari che si estende sotto Gaza per centinaia di chilometri. Dopo l’uccisione di Yahia, l’indomito Muhammad Sinwar è riuscito ad arruolare (sfruttando anche le difficoltà economiche della popolazione) migliaia di nuovi combattenti di Hamas e ad addestrarli alla guerriglia. Nell’ultima settimana hanno ucciso 15 soldati e hanno spavaldamente lanciato una ventina di razzi contro località israeliane vicine a Gaza.