Roma, 28 dicembre 2024 - E’ scontro aperto tra il premier slovacco Robert Fico e il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. La partita è quella del transito del gas che, passati gli anni, restano comunque un elemento sul tavolo dei rapporti (diretti e indiretti) tra l’Europa e Mosca. Zelensky attacca a testa bassa e accusa Fico di voler aprire un "secondo fronte energetico contro l'Ucraina a spese degli interessi del popolo slovacco", dopo che il premier slovacco ha minacciato di interrompere le forniture di energia elettrica all'Ucraina.
Sommario
Cosa ha detto Fico
Robert Fico, in un nuovo video pubblicato ieri su Facebook, ha avvisato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky che, se l'Ucraina intende interrompere la fornitura di gas russo alla Slovacchia a partire dal primo gennaio, la Slovacchia prenderà in considerazione la possibilità di interrompere il flusso di elettricità verso Kiev, o altre azioni. Nel video, di circa 10 minuti, Fico ha accusato Zelensky di non essere interessato a un cessate il fuoco nella guerra contro la Russia.
Il contrattacco di Zelensky
Zelensky oggi è passato al contrattacco affermando che "la politica miope di Fico ha già privato il popolo slovacco di un risarcimento per la perdita del transito del gas russo. Ora rischia di privare gli slovacchi di altri 200 milioni di dollari all'anno, che l'Ucraina paga per l'elettricità importata", ha aggiunto Zelensky. "Qualsiasi decisione arbitraria a Bratislava o gli ordini di Mosca a Fico in merito all'elettricità non possono tagliare la fornitura di energia elettrica dell'Ucraina, ma possono certamente tagliare i legami delle attuali autorità slovacche con la comunità europea", ha avvertito il leader ucraino, come riporta Ukrinform.
L’incontro tra Putin e Fico
Lo scorso 19 dicembre Zelensky aveva escluso il rinnovo dell'intesa con Mosca per il transito del gas attraverso l’Ucraina e la visita a Mosca di Fico di 3 giorni dopo è servita a poco. Ungheria e Slovacchia importano del resto ancora due terzi del gas da Mosca. Anche l’Austria riceve la maggior parte del metano dall’impianto che attraversa l’Ucraina.
Gli effetti sull’Italia
L’Italia fa parte di quel gruppo di paesi europei che è riuscita a ridurre drasticamente la dipendenza da Mosca, ma l’effetto sulle bollette è comunque arrivato. Il rally del gas di fine anno, causato proprio dall'imminente scadenza dell'intesa tra Russia e Ucraina, ha infatti portata a un aumento della bolletta del 18,2% per la fascia dei cosiddetti clienti di tipo 1, serviti in 'maggior tutela' nel primo trimestre del 2025. Altro co-fattore dell'aumento della bolletta è il 'generale inverno', con temperature più rigide rispetto al 2023, che hanno generato una progressiva erosione delle scorte nell'Unione Europea. Queste ultime sono scese sotto la soglia del 75%, ben al di sotto della media dell'82,64% degli ultimi 5 anni.
Gazprom taglia alla Moldavia
Ma le fibrillazione collegate al gas non so finite: sempre oggi il colosso russo Gazprom ha annunciato che smetterà di rifornire la Moldavia a partire dal primo gennaio, nel contesto di una disputa finanziaria con l'ex repubblica sovietica che ha appena rieletto un presidente filoeuropeo. "Gazprom ridurrà a zero metri cubi al giorno delle consegne di gas naturale alla Repubblica di Moldova, a partire dal 1 gennaio 2025 alle 05:00 Gmt", ha affermato Gazprom in una nota. La decisione è "legata al rifiuto della parte moldava di saldare i propri debiti", precisa il gruppo russo, che "si riserva il diritto" di decidere su altre azioni, tra cui quella di rescindere il contratto del gas con la Moldavia, Paese tra i più poveri in Europa. Il Parlamento moldavo aveva approvato l'istituzione dello Stato di emergenza per un periodo di 60 giorni, a partire dal 16 dicembre, in previsione della prevista interruzione delle forniture di gas russo. Raggiungere la sicurezza energetica è una priorità per questa ex repubblica sovietica di 2,6 milioni di abitanti, candidata all'adesione all'Ue, precipitata in una grave crisi dopo il lancio dell'offensiva russa in Ucraina. Il Cremlino chiede il pagamento di un debito di circa 700 milioni di dollari (667 milioni di euro), non riconosciuto dalle autorità moldave. Questa controversia sul debito della società russo-moldava Moldovagaz risale a prima dell'inizio della guerra in Ucraina e deriva da un'impannata dei prezzi decisa da Mosca nel 2021.