Giovedì 26 Dicembre 2024
ALDO BAQUIS
Esteri

Gantz sfida Netanyahu: "Piano su Gaza o lascio". Il premier: vuoi la sconfitta

Governo israeliano in bilico: il leader centrista fissa l’ultimatum all’8 giugno "Serve un futuro per la Striscia". La replica: così sopravviverà Hamas.

Dopo il ministro della difesa Yoav Gallant, anche Benny Gantz si è dissociato dalla gestione della guerra imposta da Benjamin Netanyahu. In un discorso alla nazione – mentre nelle strade di Tel Aviv proseguivano accese manifestazioni di protesta dei familiari degli ostaggi – il leader centrista ha avvertito che "nel sancta sanctorum della difesa di Israele si sono infiltrate considerazioni personali e partitiche". "Una minoranza esigua – ha denunciato, riferendosi alla estrema destra religiosa – si è impadronita del ponte di comando". Di conseguenza Gantz ha lanciato un preciso ultimatum a Netanyahu: entro l’8 giungo la "bussola strategica di Israele va raddrizzata". Altrimenti il suo partito ‘Unione liberale’, al primo posto nei sondaggi, uscirà dal governo.

Nel giro di pochi minuti Netanyahu lo ha rimproverato a sua volta per "aver lanciato un ultimatum al primo ministro di Israele piuttosto che a Hamas". Ma mentre i massimi dirigenti si rimbeccavano a vicenda, gli israeliani hanno dovuto constatare che il gabinetto di guerra è oggi più lacerato che mai, mentre la campagna militare a Gaza non ha ancora dato i risultati sperati e mentre i razzi di Hamas continuano a piovere sul Negev.

Alcuni giorni fa Gallant (Likud) aveva avvertito Netanyahu che il suo sistematico rifiuto di esplorare soluzioni politiche di lungo termine per la gestione di Gaza rischia in definitiva di condannare l’esercito israeliano a costituire nella Striscia una amministrazione militare analoga a quella che opera in ampie aree della Cisgiordania, con un prezzo umano ed economico presumibilmente molto elevato. Gantz ha intimato a Netanyahu di lavorare piuttosto per la costituzione di una ‘direzione americana-europea-arabo-palestinese’ che amministri Gaza e getti le basi per una futura "alternativa a Hamas e ad Abu Mazen".

Israele dovrebbe inoltre puntare alla normalizzazione delle relazioni con l’Arabia Saudita e trovare una soluzione che metta a tacere gli Hezbollah. Se nelle prossime tre settimane Netanyahu non avrà cambiato rotta, Gantz lascerà il governo di emergenza. Ma secondo Netanyahu se Hamas non sarà definitivamente disarmato nessuna forza internazionale sarà mai disposta ad assumere la gestione di Gaza. Allora che prosegua la operazione a Rafah: lungo il confine con l’Egitto ci sono, secondo Israele, 50 tunnel di contrabbando che garantiscono a Hamas continui rifornimenti.

In un duro comunicato Netanyahu ha accusato a sua volta Gantz di volere, in pratica, "la fine della guerra, la sconfitta di Israele, l’abbandono degli ostaggi al loro destino, il mantenimento di Hamas sul terreno e la costituzione di uno Stato palestinese".