Teheran, 21 maggio 2024 – Sono cominciate in Iran le commemorazioni funebri per dare l’ultimo saluto al presidente Ebrahim Raisi, al ministro degli Esteri, Hossein Amir-Abdollahian e agli altri 7 passeggeri dell’elicottero che domenica si è schiantato su un montagna al confine con l’Azerbaigian. Da Tabriz, dove sono state portate ieri le salme recuperate fra i rottami del velivolo, i feretri sono stati scortati in processione da migliaia di persone verso Qom, la seconda città più sacra dell’Iran dopo Mashad. Gli iraniani hanno sventolato bandiere, mostrato ritratti del defunto, cercato di raggiungere le bare per toccarle.
A Qom, che ospita il seminario islamico dove Raisi ha stidiato, il carro funebre sarà in corteo tra la moschea Jamkaran ed il santuario di Fatima Masoumeh.
Quindi i feretri partiranno alla volta della capitale Teheran per la cerimonia in programma alle 18.30 italiane nella Grande moschea di Mosalla.
Domani, giorno di lutto a Teheran, la Guida Suprema Khamenei guiderà la preghiera funebre, mentre la sepoltura di Raisi avrà luogo giovedì a Mashad, città natale del presidente, nel santuario dell'ottavo imam sciita Imam Reza.
I festeggiamenti per la morte di Raisi
Le adunate di piazza per pregare in nome del presidente sono solo una faccia dell’Iran del dopo Raisi. I dissidenti in patria e all’estero non hanno nascosto i festeggiamenti per la scomparsa del ‘macellaio’, che prima di diventare presidente ha condannato a morte – da giudice – migliaia di prigionieri politici.
Gli analisti scommettono su una nuova ondata di proteste dopo il movimento per la democrazia e la libertà delle donne, nato dalla morte di Mahsa Amini. Video circolati sui social – la cui paternità e autenticità è difficile da verificare – mostrano fuochi d’artificio nei cieli delle città iraniane, brindisi e balli. Contemporaneamente i media di Stato mostravano schiere di sudditi-fedeli pregare per la sorte di Raisi.
Hanno festeggiato anche gli attivisti e i parenti delle vittime mandate alla forca da Raisi nel 1988 quando era procuratore di Teheran o di quelle più recenti, morte per mano della repressione dei tentativi di ‘primavera’ iraniana. “Rallegrati per la morte di Raisi e degli assassini della nazione”, ha scritto su X Masih Alinejad, la giornalista e attivista esiliata dall'Iran dal 2009, tra le 12 donne dell'anno scelte da Time nel 2023, celebre anche per il suo fiore tra i capelli. La scomparsa dell’ultraconservatore, delfino di Khamenei, è un “opportunità che deve essere usata per raccogliere la forza del popolo”. Allegate a queste parole immagini di mani sporche di sangue.