Venerdì 22 Novembre 2024
REDAZIONE ESTERI

Fukushima, l’Aiea dà il via libera al riversamento delle acque radioattive nell’oceano. L’ira della Cina

L’Agenzia per l’atomica: “Impatto trascurabile su salute e ambiente”. Pechino attacca: “Usano il Pacifico come una fogna”. Frizioni anche nel governo di Tokyo: rischia di saltare la stagione balneare

Fukushima: ok Aiea al piano di riversamento delle acque reflue (Ansa)

Fukushima: ok Aiea al piano di riversamento delle acque reflue (Ansa)

Tokyo, 4 luglio 2023 – Nulla osta dell’Aiea al piano giapponese per scaricare in mare l’acqua radioattiva della centrale nucleare di Fukushima, attualmente in fase di smantellamento dopo il disastro del marzo 2011.

 L’Agenzia internazionale per l’agenzia atomica – la stessa che stanno monitorando le condizioni dell’impianto di Zaporizhzhia, in Ucraina – giudica “trascurabilel’impatto che il riversamento avrà sull’ambiente e sulla salute delle persone, e il piano “in linea con gli standard di sicurezza dell’Onu”.  In Giappone è arrivato il capo dell'Aiea, Rafael Grossi, che ha incontrato il premier giapponese Fumio Kishida, per illustrare le conclusioni del rapporto dell’Agenzia.  

Secondo l'ente che gestisce la centrale (Tokyo Electric Power Co) l’acqua – usata ai tempi per raffreddare i reattori – è stata filtrata per rimuovere la maggior parte del materiale radioattivo. Si tratta 1.000 serbatoi, attualmente al 98% della loro capacità.  

L’opposizione della Cina 

Fukushima: ok Aiea al piano di riversamento delle acque reflue (Ansa)
Fukushima: ok Aiea al piano di riversamento delle acque reflue (Ansa)

Ma i vicini di casa dei giapponesi sono tutt’altro che tranquilli. Secondo Pechino Tokyo ignora le preoccupazioni e l’opposizione della comunità internazionale per “interesse economico”. L’oceano Pacifico viene “usato come una fogna”, accusa. In una nota del ministero degli Esteri cinese il rapporto dell’Aiea viene definito “frettoloso”. “Non può servire da passaporto” per scaricare in mare. L’Aiea non ha valutato  – sostiene ancora Pechino  – l’efficacia a lungo termine delle macchine per la depurazione e soprattutto “non ha confermato l'autenticità e l'accuratezza dei dati sulle acque inquinata dal nucleare”. 

Ancora prima che l'Aiea consegnasse il suo rapporto, il ministro degli Esteri giapponese, Yoshimasa Hayashi, prometteva a una già recalcitrante Cina che il governo avrebbe fornito spiegazioni dettagliate basate su prove scientifiche. Stessa cosa fa oggi Kishida, assicurando trasparenza. “Non lasceremo che le emissioni abbiano un impatto negativo sulla salute delle popolazione e sull'ambiente in Giappone e nel mondo”. 

La stagione balneare rischia di saltare 

Contro il piano si è schierata anche la Corea del Sud. E il governo di Tokyo deve fare in conti anche con le frizioni interne. Perplessità ci sono anche all’interno della maggioranza. Natsuo Yamaguchi, leader del partito di governo Komeito, partner di coalizione del Partito Liberal Democratico del primo ministro Fumio Kishida ha dichiarato che “sarebbe meglio evitare l'imminente stagione balneare in concomitanza con il previsto rilascio in mare di acqua radioattiva trattata dalla centrale nucleare di Fukushima, per evitare in creare preoccupazione e far circolare voci e commenti negativi su questa delicata operazione”. Una mossa che certamente non contribuirebbe a rassicurare in merito all’impatto dell’operazione. 

Un'immagine dello tsnunami scatenato dal terremoto a Fukushima l'11 marzo 2011 (Ansa)
Un'immagine dello tsnunami scatenato dal terremoto a Fukushima l'11 marzo 2011 (Ansa)

Cosa successe a Fukushima

Nell’incidente del 2011, un terremoto di magnitudo 9 e il successivo tsunami causarono un blackout e il blocco dei sistemi di raffreddamento della centrale, fino al meltdown, ovvero alla fusione nucleare, a cui si accompagnarono le esplosioni di idrogeno e le successive emissioni di radiazioni. Da quel momento sono stati 55 i Paesi  che hanno imposto restrizioni all'importazione di alcuni prodotti alimentari dal Giappone. Lo smantellamento della centrale, che comprende la rimozione dei detriti prodotti dal combustibile esausto, secondo le stime del governo, potrebbe durare fino al 2051.