Venerdì 22 Novembre 2024
REDAZIONE ESTERI

Fuga dalla Russia, in oltre 220mila si sono trasferiti in Serbia dall’inizio della guerra in Ucraina

Il settimanale Nin: boom di immigrati a Belgrado e Novi Sad, hanno fondato più di 2.200 imprese attive soprattutto nel settore dell’informatica. Alle elezioni hanno votato in 5mila: solo il 10,8% ha scelto Putin

Belgrado, 29 marzo 2024 – Dall'inizio della guerra in Ucraina nel febbraio 2022 sono stati più di 220mila i russi che si sono trasferiti in Serbia, in particolare nella capitale Belgrado e a Novi Sad, seconda città del Paese e capoluogo della ricca regione settentrionale della Voivodina.

Cittadini russi a Belgrado
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A riferirlo è l'ultimo numero del settimanale Nin, secondo il quale a oggi gli immigrati russi hanno fondato più di 2.200 nuove imprese, attive soprattutto nei settori dell'informatica e dell'alta tecnologia, che sono quasi la metà del totale. Numerosi sono tuttavia anche i nuovi ristoranti, saloni di estetica, agenzie di viaggio e altre forme di attività intraprese dai russi giunti nel Paese, spesso intere famiglie con ampia disponibilità economica e disponibili all'acquisto di immobili e all'affitto di grandi appartamenti anche a prezzi elevati. Ciò ha provocato un sensibile aumento dei costi sia sul mercato immobiliare che su quello dei canoni d'affitto, con conseguenti lamentele della popolazione locale.

I russi a Belgrado sono diventati ormai una normalità, con il russo divenuto la seconda lingua, più dell'inglese che è parlato da una larga fascia della popolazione. Inserti pubblicitari, menù nei ristoranti, annunci turistici vengono veicolati oltre che in serbo anche in russo. E sono sempre più numerosi concerti ed esibizioni di artisti e musicisti russi in sale e spazi all'aperto.

In occasione delle elezioni presidenziali in Russia, a Belgrado sono stati 4.726 gli elettori russi che hanno votato all'unico seggio allestito in Serbia. Stando a Nin, di essi il 10,8% ha votato per Vladimir Putin, mentre il più votato è risultato l'altro candidato Vladislav Davankov, rappresentante della Società democratica russa.

La Serbia, legata da storica amicizia alla Russia e principale alleato di Mosca nei Balcani, è l'unico Paese europeo, con la Bielorussia, a non aver aderito alle sanzioni internazionali contro la Federazione russa, invocando i propri interessi nazionali, in primis l'appoggio sul Kosovo e le forniture energetiche a prezzi di favore. E Belgrado è l'unica capitale europea ad aver mantenuto voli diretti e regolari su Mosca e San Pietroburgo, senza peraltro alcun obbligo di visto.