François Bayrou, 73 anni, è stato nominato nuovo primo ministro francese da Emmanuel Macron. Politico di lungo corso e leader centrista, Bayrou è stato ministro ai tempi di Mitterrand e ha tentato per tre volte la scalata all’Eliseo. Ora, su richiesta di Macron, dovrà comporre un governo "d’interesse generale" capace di reggersi fino alle presidenziali del 2027, in un periodo che si preannuncia tempestoso e pieno di tensioni politiche.
Bayrou, noto per essere un buon mediatore ma con un carattere ruvido e orgoglioso, ha dichiarato che il suo compito sarà la "riconciliazione del Paese", mentre si trova di fronte all'"Himalaya del deficit". La sua nomina è stata ufficializzata il 13 dicembre, anniversario della nascita di Enrico IV, re che pose fine a trent’anni di guerre di religione in Francia, figura a cui Bayrou ha dedicato una biografia.
La scelta di Bayrou non è stata facile e ha richiesto dieci giorni di negoziati febbrili. Nonostante fosse il candidato più adatto a superare gli sbarramenti politici, Macron ha avuto dubbi fino all'ultimo momento. Dopo un acceso confronto con Bayrou, il presidente ha infine deciso di nominarlo, scatenando immediate reazioni nel mondo politico.
Il Fronte Popolare di Mélenchon ha annunciato una mozione di censura, mentre Marine Le Pen ha mostrato prudenza, riconoscendo possibili vie d'intesa. A sinistra, i socialisti non vogliono far parte del governo, ma Bayrou è benvisto da una parte del PS. Ecologisti e comunisti trovano "non buona" la scelta, ma non escludono possibili "aperture".
Bayrou, figlio di un agricoltore e cattolico praticante, è sposato da 53 anni e ha una famiglia numerosa. Ama il rugby e l'informatica, e da bambino ha vinto la balbuzie recitando poesie. Se riuscirà a separare socialisti e comunisti dall'abbraccio di Mélenchon, avrà davvero vinto la sua gara.