Roma, 13 dicembre 2024 – François Bayrou, presidente del Mouvement Démocratique (MoDem) - partito centrista liberale - è stato nominato a metà giornata tramite un comunicato stampa dell’Eliseo ed è ufficialmente entrato in carica poco dopo le 17:30, nel cortile gremito dell’Hôtel de Matignon, sede del primo ministro francese.
“Nessuno meglio di me, conosce la difficoltà della situazione”, ha esordito il nuovo premier, dopo aver ringraziato calorosamente il suo predecessore e coetaneo Michel Barnier, “avrò due ossessioni: abbattere quel muro di vetro tra i cittadini e il potere […] e realizzare la promessa fatta da Emmanuel Macron nel 2017, cioè dare delle opportunità a chi non ne ha”.
L’eterno piano B
Quel soffitto di cristallo, François Bayrou lo conosce bene. Nato nel 1951 a Bordères, nel sud-ovest della Francia, si lancia in politica nel 1974 tra i ranghi dell’UDF, la democrazia-cristiana francese. Enfant prodige della politica, Bayrou diventa il più giovane ministro dell’educazione tra il 1993 e il 1997, prima di passare dal Parlamento europeo agli inizi degli anni 2000, dall’Assemblée nationale dal 2002 al 2012 e dal municipio di Pau dal 2014, città di cui è tuttora sindaco.
Appassionato di storia e letteratura, il neopremier francese è autore di una ventina di libri, tra cui “Enrico IV, il re libero” pubblicato del 1994 e venduto ad oltre 300.000 copie.
Candidato alle elezioni presidenziali nel 2002, 2007 e 2012, François Bayrou sceglie di schierarsi con Emmanuel Macron nel 2017, un sostegno che sembrava destinarlo al ruolo di premier. Ma il presidente francese gli nega questo riconoscimento, offrendogli in cambio il Ministero della Giustizia. Il suo mandato, però, durerà poco più di un mese: François Bayrou si dimette, travolto dallo scandalo dei presunti impieghi fittizi, un’accusa simile a quella che vede coinvolta oggi Marine Le Pen, anche se Bayrou è stato assolto a febbraio di quest’anno.
Complice lo slittamento progressivo di Emmanuel Macron verso destra, François Bayrou è diventato, col tempo, il rappresentante dell’ala sinistra del blocco centrale, senza però mai rimettere in dubbio l’alleanza con Ensemble pour la République, il partito del presidente. Due motivi, la fedeltà e la possibilità di evitare una mozione di sfiducia immediata da parte della sinistra sufficienti a a convincere Emmanuel Macron ad affidargli l'agognato ruolo.
Riuscire dove Michel Barnier ha fallito
Formare il nuovo governo ed evitare la sfiducia è solo il primo ostacolo sul percorso del nuovo premier francese. "Non ignoro nulla dell'Himalaya che si erge davanti a noi, delle difficoltà di bilancio, politiche e della frammentazione della società", ha detto François Bayrou nel suo discorso di investitura.
Come scrive il quotidiano francese Libération, i dossier urgenti sulla scrivania di François Bayrou sono tanti. A cominciare dal dialogo con gli agricoltori, in collera dopo l’annuncio della firma del trattato commerciale UE-Mercosur da parte della presidente della Commissione europea Ursula Von Der Leyen. Ma anche i licenziamenti in massa annunciati da grandi gruppi industriali francesi tra cui Auchan, Michelin e ArcelorMittal, la sanità, l’immigrazione e l’educazione... A guidare Bayrou, non basterà “l’unico vero amico”, Enrico IV : il sostegno del Parlamento è fondamentale.
L'opposizione tra tolleranza e sfiducia
Se la presenza di esponenti dei partiti di centro è scontata, è ancora incerta invece quella dei Républicains. Secondo l’ex presidente Nicolas Sarkozy, François Bayrou “un traditore”, ma il centrodestra potrebbe comunque sostenere il governo e addirittura farne parte, se alcuni alcuni ministri dovessero rimanere in carica. Primo fra tutti Bruno Retailleau, ministro dell’Interno.
Ancora prima di essere nominato, la leader ecologista Marine Tondelier aveva scartato l’ipotesi François Bayrou, considerato un “rappresenta del passato”. Nessuna personalità del Nouveau Front populaire, la coalizione di sinistra, entrerà nel futuro governo, ma mentre socialisti, comunisti e (forse) verdi hanno promesso di non sfiduciare il premier finché questi non ricorrerà all’articolo 49.3 della costituzione francese, La France Insoumise ha promesso una mozione di sfiducia.
Mozione che non dovrebbe raccogliere, questa volta, i voti dell’estrema destra del Rassemblement national. Il leader Jordan Bardella ha annunciato che “non ci sarà una censura a priori” da parte dei deputati del suo partito. Anche perché, nonostante una distanza ideologica importante, l’estrema destra non ha il dente avvelenato contro il nuovo premier. François Bayrou aveva perfino concesso, in nome della democrazia, la propria firma affinché Marine Le Pen potesse presentarsi alle ultime elezioni presidenziali del 2022.
In serata è arrivato anche il messaggio del cancelliere tedesco Olaf Scholz, auguri di “forza e successo per i compiti” che spettano al nuovo premier francese.