Roma, 24 maggio 2024 – Mentre la Russia testa le sue risorse missilistiche tattiche nucleari con esercitazioni ai confini dell’Ucraina, la Francia replica con la stessa moneta. Macron risponde a Putin con le stesse armi: l’esibizione dei muscoli nucleari, a riprova della sua volontà di accreditare la Francia – unica potenza atomica nell’Ue – quale punto di riferimento militare dell’Unione. Mercoledì le forze strategiche francesi hanno allestito un’esercitazione denominata ’Operazione Durandal’ (dalla Durlindana, la spada di Orlando) che ha portato un caccia multiruolo Rafale B dell’ Arme de l’air a simulare un raid strategico con arma nucleare, con tanto di rifornimento in volo con un Airbus A330 e lancio di missili terra-aria e aria-aria per intercettarlo e infine con il lancio del missile (ovviamente senza testata nucleare a bordo).
Quello lanciato è la versione rinnovata del missile aria-terra ASMPA costruito da Mbda e in particolare al 25% da Leonardo e al 75% da Airbus e Bae Systems: può portare una testata da 300 chilotoni e ha un raggio di 500 chilometri alla velocità di mach 2. Ieri il ministro della Difesa Sebastien Lecornu ha definito l’operazione "primo lancio di valutazione del missile strategico aria-terra a medio raggio rinnovato (ASMPA-R)". In realtà, il test è "politico". Il missile nella sua versione ASMPA-R era infatti già stato lanciato nel dicembre 2021 e test ufficiale, il 23 marzo 2022. Siamo quindi alla terza ’prima volta’. Il punto è dare seguito alla strategia Macron e, come ha detto Lecornu, "mantenere a lungo termine la credibilità della componente nucleare francese, con fine di deterrenza". Deterrenza che nel 2035 sarà arricchita dal futuro missile aria-terra nucleare di quarta generazione.
Ma non è solo questione di missili aria-terra. La Francia sta aggiornando tutta la sua ’force de frappe’ (forza d’urto) nucleare. Lo scorso 17 novembre ha lanciato dalla base di Biscarosse, nel sud ovest del paese il suo nuovo missile balistico M-51.3, raggio di 10 mila chilometri, capacità di ospitare a bordo fino a 10 testate nucleari, destinato ad essere utilizzato sui sottomarini SNLE, che sono la spina dorsale delle forza nucleare strategica. Il lancio è andato bene e il M51.3 entrerà in sevizio del 2025, a questo va aggiunto che nel frattempo Parigi ha deciso una graduale sostituzione di tutti e quattro i suoi sottomarini a propulsione nucleare usati come piattaforma di lancio di missili balistici nucleari.
Nel cantiere di Cherbourg è iniziata la costruzione del SNLE-3g, un sottomarino che potrà ospitare 16 missili M51.3 e che in un orizzonte di 10 anni sostituirà il sottomarino Triomphant, mezzo di seconda generazione, in servizio dal 1997. Dopodiche, ogni 5 anni un nuovo sottomarino prenderà il posto di uno degli altri tre oggi in servizio (Teneraraire, Vigilant, Terrible) per arrivare al 2050 con la flotta totalmente rinnovata.
D’altronde, in un passaggio chiave del suo recente discorso alla Sorbona, il presidente francese Emmanuel Macron ha sottolineato che per far fronte alla minaccia rappresentata dalle armi nucleari russe, l’Europa ha bisogno delle proprie difese nucleari. E in questo la Francia, ha detto, potrebbe svolgere un ruolo fondamentale. Oltre l’ombrello Nato, l’ombrello francese. Che nell’improbabile caso di un disimpegno americano dall’Alleanza, trasformerebbe Parigi nel centro gravitazionale della difesa europea. E magari, spera Macron, della Ue tutta.