Venerdì 22 Novembre 2024
REDAZIONE ESTERI

La Francia verso un’economia di guerra? “Non escludiamo di requisire personale e imporre una produzione militare”

Le parole del ministro della Forze Armate Lecornu: “Per la prima volta non escludo di fare ciò che la legge mi consente di fare”. Come “imporre priorità di produzione o livelli minimi di scorte”. Potrà succedere anche nelle prossime settimane

A sinistra il ministro delle Forze Armate Sébastien Lecornu: al suo fianco Il premier Gabriel Attal e il presidente Emmanuel Macron  (Ansa)

A sinistra il ministro delle Forze Armate Sébastien Lecornu: al suo fianco Il premier Gabriel Attal e il presidente Emmanuel Macron (Ansa)

Parigi, 26 marzo 2024 – La Francia non esclude la requisizione "di personale, scorte o strumenti di produzione" di aziende civili per scopi militari, nell’ottica di una estensione della guerra in Ucraina e di supporto a Kiev. Lo ha affermato oggi il ministro delle Forze Armate di Parigi Sébastien Lecornu, che contempla la possibilità di “chiedere ai produttori di dare priorità alle esigenze militari”. Questo potrebbe avvenire anche nelle prossime settimane. 

Il ministro traduce in termini concreti un concetto già espresso dal presidente francesce Emmanuel Macron secondo cui la Francia deve passare a “un’economia di guerra”. Lo stesso Macron valuta la possibilità di inviare truppe di soldati francesi in territorio ucraino per sostenere Kiev nella guerra di Mosca. Kiev è in difficoltà sul campo di battaglia. L’esercito ucraino si sta ritirando nel Donbass: mancano munizioni, mancano sistemi di difesa aerea avanzati e “la Russia non deve vincere”, ha ripetuto Macron in un’intervista a Le Parisien. 

Cosa dice la legge sulla programmazione militare 

Ma il governo francese può mettere mano alle risorse dei privati a scopo militare? Il ministro Lecornu – che oggi ha parlato in conferenza stampa alla presenza dei Capi di Stato maggiore delle Forze armate francesi  – rivendica di potersi avvalere della legge sulla programmazione militare 2024-2030, varata lo scorso agosto, che prevede che in caso di "minaccia, attuale o prevedibile, che grava su attività essenziali alla vita della Nazione, alla protezione della popolazione, all'integrità del territorio o alla permanenza delle istituzioni della Repubblica" sia possibile "la requisizione di qualsiasi persona, fisica o giuridica, e di tutti i beni e servizi necessari per far fronte agli stessi, una misura che può essere decisa con decreto del Consiglio dei ministri”. 

L’esproprio di risorse civili è ancora un’ipotesi. Requisizioni o la conversione forzata della produzioni non sono al momento in cima all’agenda, ammette il ministro della Difesa, ma è possibile che “nelle prossime settimane” venga chiesto a certe aziende industriali di avere livelli minimi di scorte, in modo da produrre più rapidamente, o di dare priorità alle commesse militari rispetto alle commesse civili. Certo è che "per la prima volta non escludo di utilizzare quello che la legge consente di fare al ministro e al delegato generale per gli armamenti. Cioè se la situazione dei tassi di produzione di consegna non è soddisfacente di fare requisizioni, se necessario, o di far ricorso al diritto di priorità”. 

I missile antieaereo Aster: ritardi nella consegna

Nel corso della conferenza stampa, Lecornu ha fatto esplicito riferimento ai tempi lunghi di consegna del missile antiaereo Aster, prodotto dal consorzio franco-italiano che comprende Mbda e Thales, per i quali il governo di Parigi ha già in essere una commessa relativa a 200 missili, firmata a inizio 2023 e da consegnare entro il 2026, e intende procedere con un ulteriore ordine da 200 pezzi.