Tel Aviv, 12 febbraio 2024 – Ingresso in Israele vietato all'inviata del consiglio dei diritti umani dell'Onu, l'italiana Francesca Albanese. Lo stop, fanno sapere i ministeri degli Esteri e degli Interni che non le hanno concesso il visto d'ingresso, è legato "alle sue oltraggiosi affermazioni" sulle vittime del massacro del 7 ottobre da parte di Hamas. La misura, a quanto si apprende, non ha un limite temporale.
Cosa è successo
Da mesi Israele nega il visto ad Albanese, che adesso è ufficialmente bandita. All'origine della decisione c'è un tweet che la relatrice speciale dell’Onu aveva scritto in risposta a un post di Le Monde in cui si parlava del presidente francese Emmanuel Macron che onorava le vittime dell'assalto di Hamas, tra cui alcuni cittadini francesi. "Le vittime del 7/10 non sono state uccise per essere ebree, ma in risposta all'oppressione di Israele – si leggeva nel post –. La Francia e la comunità internazionale non hanno fatto nulla per impedirlo. I miei rispetti alle vittime".
L'ira d'Israele
"L'era del silenzio degli ebrei è finita", hanno affermato i ministri degli Esteri Israel Katz e dell'Interno Moshe Arbel in una dichiarazione congiunta. "Se l'Onu vuole tornare ad essere un organismo rilevante, i suoi leader devono sconfessare pubblicamente le parole antisemite dell'Inviata Speciale e licenziarla in modo permanente. Impedirle di entrare in Israele potrebbe ricordarle il vero motivo per cui Hamas ha massacrato bambini, donne e adulti", proseguono.
Chi è Francesca Albanese
"Sono due anni che Israele mi nega di fare il mio lavoro come chiesto dall'Onu non facilitando il mio ingresso nel Territori palestinesi occupati. E sono 17 anni che lo fa nei confronti di tutti i relatori speciali che hanno ricoperto questo mandato", replica Francesca Albanese sentita dall'AdnKronos, a cui spiega anche il senso delle sue dichiarazioni.
"Le affermazioni tra virgolette oltraggiose consistono nel fatto che ho risposto a quello che il presidente francese definiva essere stato il più grande attentato antisemita dalla seconda guerra mondiale", chiarisce la giurista e docente italiana, specializzata in diritto internazionale e diritti umani. E rivendica di aver "condannato fin dal primo momento i crimini di Hamas nei confronti dei civili israeliani".
Classe 1977, Albanese è stata nominata Relatrice speciale onoraria delle Nazioni Unite per i Territori palestinesi occupati il 1° maggio 2022 per un mandato di tre anni, succedendo al canadese Michael Lynk. Nel suo primo rapporto, la giurista ha chiesto agli Stati membri delle Nazioni Unite di sviluppare un piano "per porre fine a ulteriori occupazioni di terre da parte del movimento degli insediamenti israeliani e del regime di apartheid". Il rapporto concludeva: "Le violazioni descritte in questo rapporto dimostrano la natura dell'occupazione israeliana, un regime deliberatamente possessivo, segregazionista e repressivo progettato per impedire la realizzazione del diritto del popolo palestinese all'autodeterminazione".