Giovedì 14 Novembre 2024

Bufera su 4 fotoreporter freelance presenti il giorno del massacro del 7 ottobre. Israele: “Erano d’accordo con Hamas?”

Il sito pro Israele HonestReporting si interroga su cosa ci facessero questi fotografi sul posto "così presto, in quello che normalmente sarebbe stato un sabato mattina tranquillo” e si chiedono se fossero a conoscenza dell’attacco in anticipo

Roma, 9 novembre 2023 - Erano d’accordo con Hamas in anticipo per immortalare quello che sarebbe diventato il terribile massacro del 7 ottobre? Le foto scattate da alcuni reporter freelance dei terroristi che irrompono nei kibbutz vicini a Gaza, rapiscono civili e incendiano carri armati israeliani la mattina del 7 ottobre hanno fatto il giro del mondo. Ora 4 fotografi che hanno scattato quelle immagini - diffuse da Associated Press, Cnn e Reuters - sono finiti al centro delle polemiche dopo che HonestReporting, un sito pro-israeliano, ha puntato l'attenzione sulla loro presenza sulla scena di quei crimini e su alcune foto compromettenti.

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Sotto accusa ci sono alcuni freelance di Gaza indicati come autori degli scatti del 7 ottobre: Hassan Eslaiah, Yousef Masoud, Ali Mahmud, Hatem Ali, Mohammed Fayq Abu Mustafa e Yasser Qudih. In particolare, di Eslaiah il sito ha diffuso un video da lui stesso postato su X - e nel frattempo cancellato - in cui lo si vede, senza elmetto o giubbotto che lo segnali come 'stampa', davanti a un carro armato israeliano in fiamme con la didascalia, "in diretta dall'interno degli insediamenti della Striscia di Gaza". Un'altra foto, sempre segnalata da HonestReporting, mostra Eslaiah abbracciato al leader di Hamas a Gaza, Yahya Sinwar, con quest'ultimo che gli dà un bacio sulla guancia. Anche Masoud era presente sulla scena del carro armato in fiamme, come Abu Mustafa e Qudih che riprendevano uomini armati che si infiltravano in Israele e infierivano sul corpo di un soldato estratto dal mezzo corazzato.

Il sito pro-Israele ora si interroga su cosa ci facessero questi fotografi sul posto "così presto, in quello che normalmente sarebbe stato un sabato mattina tranquillo? Era tutto coordinato con Hamas? Le rispettabili agenzie di stampa, che hanno pubblicato le loro foto, approvavano la loro presenza in territorio nemico, insieme agli infiltrati terroristi?". Il dubbio sollevato è se i fotografi, tutti o in parte, fossero a conoscenza dell'attacco di Hamas in anticipo. 

"Se ci fossero giornalisti che sapevano del massacro, che sono rimasti in silenzio e hanno scattato foto mentre i bambini venivano massacrati, non sarebbero diversi dai terroristi e la loro punizione sarebbe severa", ha twittato Benny Gantz, ex capo di Stato maggiore e membro del gabinetto di guerra israeliano.

Le autorità dello Stato ebraico hanno chiesto spiegazioni ai media internazionali, i quali hanno immediatamente preso le distanze. La Cnn ha fatto sapere di "essere a conoscenza dell'articolo e della foto riguardanti Hassan Eslaiah, un fotoreporter freelance che ha lavorato con numerosi organi di stampa internazionali e israeliani. Anche se in questo momento non abbiamo trovato motivo di dubitare dell'accuratezza giornalistica del lavoro che ha svolto per noi, abbiamo deciso di sospendere ogni legame con lui". Da parte sua, l'Ap ha sottolineato che "non era a conoscenza degli attacchi del 7 ottobre prima che accadessero", ribadendo che "utilizza immagini scattate da freelance in tutto il mondo, inclusa Gaza". Stessa linea di Reuters che ha negato "categoricamente di essere a conoscenza dell'attacco o di aver mandato giornalisti 'embedded' con Hamas il 7 ottobre". L'agenzia britannica ha spiegato di aver "acquisito foto di due fotografi freelance basati a Gaza che erano al confine la mattina del 7 ottobre, con i quali non aveva lavorato in precedenza. Le immagini pubblicate da Reuters sono state scattate due ore dopo che Hamas ha lanciato razzi sul sud di Israele e piu' di 45 minuti dopo che Israele ha reso noto che uomini armati avevano attraversato il confine". Per poi precisare che "lo staff giornalistico di Reuters non era sul posto nei luoghi menzionati nell'articolo di HonestReporting".