Lunedì 10 Febbraio 2025
REDAZIONE ESTERI

Orrore in Libia, trovate due fosse comuni con decine di migranti morti

Diciannove corpi sono stati rinvenuti in una fattoria nell'area di Jikharra mentre almeno 30 vittime a Kufra. Le autorità: “Sottoposti a torture e a trattamenti crudeli e disumani£

Roma, 9 febbraio 2025 – Le autorità libiche hanno rinvenuto 49 corpi di migranti in due fosse comuni nel sud-est del Paese. Stando a quanto riportato dai media libici, una fossa comune con 19 corpi è stata scoperta venerdì scorso in una fattoria nell'area di Jikharra, mentre una seconda fossa comune con almeno 30 corpi è stata rinvenuta a Kufra dalle autorità dopo aver fatto irruzione in un centro di detenzione per migranti. Il responsabile della sicurezza a Kufra, Mohamed al-Fadeil, ha fatto sapere che, stando ai racconti dei sopravvissuti, potrebbero essere quasi 70 le persone sepolte nel secondo sito e sono in corso accertamenti.

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La fossa comune di Kufra

La Procura generale della Libia ha infatti denunciato la scoperta di una fossa comune a Kufra, nel sud-est del Paese, con i resti di una trentina di migranti uccisi dai trafficanti di esseri umani. ''Si tratta di una banda i cui membri hanno deliberatamente sottoposto i migranti illegali a torture e a trattamenti crudeli e disumani'', ha dichiarato l'ufficio del procuratore.

La fossa è stata scoperta dopo un'operazione contro le organizzazioni che ha portato a tre arresti e al rilascio di altri 76 migranti dallo stato di ''detenzione forzata'' in cui erano tenuti, secondo quanto scritto dalla Procura sulla sua pagina Facebook.

La fossa di Jikharra

Un’altra fossa comune è stata trovata a Jikharra. Ben 19 corpi di migranti sono stati recuperati da una fossa comune all'interno di una fattoria nella città di Jikharra, nel sud-est della Libia. Lo riferisce l'organizzazione umanitaria Refugees in Libya. Secondo quanto riportato, la fattoria era usata dai trafficanti di esseri umani come nascondiglio per trasportare i migranti verso le città costiere.

Le denunce dell’Onu

La Libia è uno dei Paesi più ostili al mondo nei confronti della migrazione. Le Nazioni Unite e diverse Ong hanno denunciato che molte di queste persone sono esposte ad abusi e violazioni dei loro diritti per mano di gruppi criminali e persino di milizie associate alle autorità libiche.

Le Nazioni Unite hanno chiesto una ''indagine immediata e trasparente'' sugli atti di tortura subiti dai detenuti in una prigione nella Libia orientale, a seguito di immagini ''scioccanti'' circolate sui social media di maltrattamenti nel centro di detenzione di Gernada, a circa 250 chilometri dalla città di Bengasi. La Missione di sostegno delle Nazioni Unite in Libia (Unsmil) ha espresso ''allarme'' per le immagini di ''brutali torture e maltrattamenti'' in queste strutture, che mostrano ''numerosi detenuti, libici e stranieri, sottoposti a violente aggressioni e posizioni scomode da parte di guardie in uniforme''.