
Un'immagine della foresta amazzonica
Roma, 12 marzo 2025 - Ettari di foresta amazzonica sono stati distrutti per costruire una nuova autostrada, che - il danno oltre alla beffa - servirà a collegare il resto del Brasile a Belem, città che ospiterà la Conferenza Onu sul clima il prossimo novembre. La scelta ha suscitato grande indignazione e proteste da parte di numerosi gruppi ambientalisti.
L'obiettivo della nuova autostrada è quello di decongestionare il traffico della città, che conta più di un milione di abitanti. Nonostante le rassicurazioni delle autorità sulla costruzione - da loro ritenuta ecosostenibile, con piste ciclabili e passaggi per facilitare il transito della fauna locale - permane il fatto che la zona di foresta interessata è considerata area protetta.
Innumerevoli gli alberi che sono stati abbattuti; i loro tronchi, secondo quanto raccontato da Bbc News, giaciono ora ai lati dell'area disboscata, lunga 13 chilometri. Scavatrici e altri macchinari stanno operando poco lontano per cementificare la futura autostrada.
La foresta amazzonica è considerata vitale per l'assorbimento del carbonio, senza contare che è una delle aree con maggiore biodiversità al mondo. Silvia Sardinha è una veterinaria che sta vigilando sul benessere degli animali della foresta durante la costruzione dell'autostrada. Alla Bbc ha raccontato come lei e il suo team si stanno occupando degli animali con ferite causate dall'uomo e dai macchinari impiegati. "Perderemo un'area in cui liberavamo gli animali dalla cattività - ha spiegato - Non saranno più in grado di raggiungere l'altra sponda della strada, riducendo dunque le aree in cui possono vivere e riprodursi".
Ma l'ambiente non è l'unico a pagare i danni per il disboscamento: un'altra delle numerose vittime è Claudio Verequete, che vive a poche centinaia di metri da dove, tra un paio di mesi, sorgerà la nuova autostrada. L'uomo ha raccontato ai giornalisti britannici che la sua principale fonte di reddito era ricavata dalla raccolta delle bacche di açaí, ma ora quegli alberi non ci sono più. "Hanno distrutto tutto - le sue parole - I nostri frutteti sono già stati tagliati. Non abbiamo più modo per sostenere le nostre famiglie".
Siccome lo Stato non ha disposto dei risarcimenti, al momento quella di Claudio sta vivendo basandosi sui risparmi di una vita. Ma il timore principale non è quello economico: "La nostra paura è che un giorno qualcuno verrà qui e dirà: 'Prendete questi soldi. Abbiamo bisogno di questa zona per costruire una stazione di servizio o un magazzino'. E poi dovremo andarcene: abbiamo sempre vissuto qui, questa è la nostra comunità". Secondo Verequete, lui e i suoi conoscenti non hanno nulla da guadagnare dalla nuova infrastruttura; infatti, non gioveranno nemmeno di un collegamento più veloce con Belem, la principale città della regione, in quanto una barriera di muri li separerà dall'autostrada.