Mercoledì 29 Gennaio 2025
MARTA OTTAVIANI
Esteri

La flotta fantasma russa: come Mosca inganna l’Occidente e chi aiuta il Cremlino

Oltre 100 fra petroliere e navi cargo battono bandiera straniera e aiutano Putin a evadere le sanzioni e trasportare armi. E c’è anche una sezione ‘militare’: sono impiegate in operazioni di intelligence e ricognizione, trasporto di materiali sensibili o fungere da piattaforme per missioni speciali

Il porto russo di Kaliningrad nel Mar Baltico (foto Afp)

Il porto russo di Kaliningrad nel Mar Baltico (foto Afp)

Roma, 27 dicembre 2024 – Le tribolazioni aguzzano il cervello, scriveva Manzoni. E così, dal 24 febbraio 2022, ossia da quando la Russia ha invaso l’Ucraina e sono partite le prime sanzioni, Mosca ha studiato un metodo per ingannare l’Occidente con l’aiuto di Stati compiacenti.

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Si tratta della cosiddetta ‘flotta fantasma’, oltre 100 fra petroliere e navi cargo con le quali il Cremlino fa circolare il petrolio che non viene più (ufficialmente) acquistato dall’Occidente e armi.

Chi aiuta la Russia

Le navi battono bandiera di Paesi che non aderiscono alle sanzioni, come le Isole Marshall, Panama, il Gabon, la Liberia. Ma non solo. Secondo un report della Commissione Europea, fra le nazioni che stanno dando una mano alla Russia, ci sono anche la Turchia, la Cina e persino Malta. Si stima che oltre il 40% delle ‘navi fantasma’ sia registrato proprio nella Mezzaluna, che si conferma il paradiso per l’elusione delle sanzioni.

Senza sistemi di tracciamento

Le navi spesso disattivano i sistemi di tracciamento, per evitare di venire intercettate. Il petrolio viene trasportato soprattutto verso India e Cina, che così aggirano gli embarghi occidentali e aiutano l’alleato russo. C’è poi il capitolo armi. Prima della caduta del regime di Assad, la flotta era impiegata anche per trasferire armi dalla Siria alla Russia per essere impiegate proprio sul fronte ucraino. Altre imbarcazioni seguono la rotta che circumnaviga l’Europa e raggiungono l’exclave russa di Kaliningrad, sul Mar Baltico.

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Navi vecchie e rischio incidenti

Si tratta di una vera e propria ragnatela senza fili, spesso gestita da intermediari occidentali. Le autorità internazionali faticano e non poco a trovare i responsabili e assicurarli alla giustizia. C’è poi un altro particolare che spesso non viene tenuto in sufficiente in considerazione. Le navi della ‘flotta fantasma’ spesso sono imbarcazioni vecchie, maltenute, con un impatto ambientale pesante e che aumentano il rischio di incidenti marini e disastri ambientali.

L’Unione Europea ha ben presente il problema e negli ultimi mesi ha intensificato gli sforzi per combattere il fenomeno. Fino a questo momento sono state sanzionate 52 imbarcazioni coinvolte in pratiche di navigazione ad alto rischio o colte in flagrante mentre trasportavano greggio russo o prodotti petroliferi russi, oltre al grano rubato agli ucraini.

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La sezione militare

Ma la ‘flotta fantasma’ russa dispone anche di una ‘sezione militare’. Si tratta di navi che operano con una strategia diversa rispetto alle imbarcazioni civili, che navigano con i sistemi di identificazione disattivati e che sono impiegate in operazioni di intelligence e ricognizione, trasporto di materiali sensibili o fungere da piattaforme per missioni speciali, come il sabotaggio di cavi sottomarini o condotte energetiche. Spesso vengono camuffate da navi civili per agire in modo ancora più subdolo e ‘fuori dai radar’.