Sabato 21 Dicembre 2024
ALESSANDRO FARRUGGIA
Esteri

Finlandia e Svezia nella Nato: così la Russia prepara la minaccia nucleare

Già domenica Helsinki annuncerà l’adesione all’Alleanza. L’ira di Mosca: "In pericolo la nostra sicurezza"

Sanna Mirella Marin, 36 anni, primo ministro finlandese dal dicembre 2019

Il dado è tratto. Prima la Finlandia e poi anche la Svezia entreranno nella Nato. Domenica Helsinki lo annuncerà formalmente e la Svezia potrebbe seguire il giorno successivo, quando è in calendario una riunione straordinaria del governo. Già ieri, in una dichiarazione congiunta, si sono schierati a favore sia la premier finlandese Sanna Marin sia il presidente finlandese Sauli Niinistö: "La Finlandia – hanno scritto in una nota – deve presentare domanda di adesione alla Nato quanto prima, senza indugio. L’adesione alla Nato rafforzerebbe la sicurezza della Finlandia e dell’intera Alleanza. Per questo ci auguriamo che le misure nazionali ancora necessarie per questa decisione siano prese nei prossimi giorni". Così sarà.

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I confini della Nato con l'ingresso di Svezia e Finlandia
I confini della Nato con l'ingresso di Svezia e Finlandia

Pronta e prevedibile la replica di Mosca. "L’ingresso della Finlandia nella Nato – ha detto il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov – rappresenta una minaccia per la Russia e non aiuterà la stabilità e la sicurezza dell’Europa. La nostra risposta dipenderà dalla vicinanza delle infrastrutture dell’Alleanza ai confini russi". "Se la Finlandia entrasse nella Nato, violerebbe i trattati internazionali – ha commentato il ministero degli Esteri di Mosca – e la Russia sarà costretta a misure di ritorsione, tecnico-militari o di altra natura, per fermare le minacce alla sua sicurezza nazionale". La prima ritorsione dovrebbe essere, forse già oggi, l’interruzione della fornitura di gas, che peraltro in questi mesi è già scesa del 35% grazie all’apertura del gasdotto Baltic Connecion con l’Estonia e per sostituire la quale la Finlandia si è tutelata anche con una stazione galleggiante di decompressione del Gnl, che sarà operativa entro fine anno.

Ma la Russia non si limiterà al gas, ma agirà sia sul piano militare sia in termini di pressione. Seppur senza fare diretto riferimento alla Finlandia, il superfalco Dmitry Medvedev, ex presidente e premier, oggi vice presidente del Consiglio di sicurezza russo, è tornato anche ieri a parlare di guerra nucleare. "Riempire l’Ucraina di armi dei Paesi Nato, addestrare le sue truppe, schierare mercenari e tenere esercitazioni ai confini – ha detto – aumenta la probabilità di un conflitto aperto e diretto tra Russia e Nato. Un simile conflitto ha sempre il rischio di trasformarsi in una guerra nucleare totale".

La Russia guadagnerà altri 1.340 chilometri di confine diretto con la Nato. Attualmente la Russia schierava relativamente poche forze di terra al confine con la Finlandia (sostanzialmente la 80ª brigata meccanizzata artica, la 6ª armata e la 138ª brigata attorno a San Pietroburgo più le forze di fanteria di marina della Flotta del Nord, attorno a Murmansk) e dovrà spostare parecchie brigate.

Inevitabile anche il rischieramento di altri intercettori e caccia da superiorità aerea. E poi c’è la questione nucleare. La Finlandia e la Svezia saranno direttamente minacciate sia dai missili strategici che dalle forze missilistiche e aeree già in zona. In particolare dalla 26ª brigata missilistica che si trova a Luga, 140 km a sud di San Pietroburgo, e ha 12 missili da crociera Iskander dotabili di testata nucleare. E poi dai bombardieri strategici Tupolev 22M3 Backfire di base ad Olenorgorsk, 150 km dal confine finlandese, che possono imbarcare ciascuno 10 missili KH15 a testata nucleare oltre che bombe nucleari.

È quanto basta per radere al suolo la Finlandia che però in prospettiva godrà nell’ombrello Nato e, fino a che la procedura di adesione non sarà completata, potrà contare su quello americano e britannico. "La richiesta della Finlandia – ha assicurato ieri il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg – verrebbe ricevuta a braccia aperte, e il processo di ingresso sarebbe rapido e senza intoppi". A favore di un ingresso si sono già espresse Gran Bretagna, Francia, Germania, Polonia, Danimarca, Romania, Estonia. Molti altri Paesi seguiranno una volta che la domanda di ingresso sarà formalizzata, dando il via al processo di ratifica dei parlamenti dei paesi membri della Nato.