Giovedì 21 Novembre 2024
REDAZIONE ESTERI

Facebook e Cambridge Analytica, Zuckerberg convocato da Gb e Ue.

Sospeso l'ad della società britannica accusata di aver utilizzato i dati personali di oltre 50 milioni di utenti del social network. Si muove anche l'Agcom. Nuovo tonfo in Borsa. Facebook: "Siamo stati ingannati", e punta il dito su Trump

Il fondatore di Facebook Mark Zuckerberg (Ansa)

Il fondatore di Facebook Mark Zuckerberg (Ansa)

New York, 20 marzo 2018 - Dalla Gran Bretagna alla Ue, senza contare Washington e ora l'Italia, tutti vogliono che Mark Zuckerberg chiarisca il caso dei dati personali incamerati da Cambridge Analytica. Le conseguenze del caso che ha travolto Facebook si susseguono una dopo l'altra: la società inglese che ha raccolto i dati personali di oltre 50 milioni di utenti del social media, violandone la policy e influenzando le presidenziali americane, la Brexit e altre campagne elettorali, ha provocato prima il crollo in Borsa a Wall Street, e ora - secondo quanto riportato dal New York Times - le dimissioni del capo della sicurezza delle informazioni Alex Stamos, che ha parlato di "disaccordi interni" su come affrontare la vicenda e su come i vertici del gigante dei social media hanno gestito la questione delle fake news che vengono diffuse attraverso la piattaforma. Non solo: il Garante britannico per l'informazione, Elizabeth Denham, ha annunciato che intende chiedere un mandato per perquisire la sede di Cambridge Analytica. 

Il fondatore di Facebook, che non ha ancora commentato la vicenda, è stato convocato a Londra dalla commissione della Camera dei Comuni britannica per il Digitale. E mentre il Garante Ue della privacy, Giovanni Buttarelli, avverte che è "stata minata la democrazia" e parla del rischio nelle elezioni europee del 2019, anche il presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani, ha invitato Zuckerberg a presentarsi in aula: "Chiarisca alla platea dei rappresentanti di 500 milioni di europei che i dati personali non sono stati utilizzati per manipolare la democrazia". 

A Washington si sta muovendo la Federal Trade Commission, l'agenzia governativa per la tutela dei consumatori, che ha aperto un'indagine per verificare se Facebook abbia permesso alla Cambridge Analytica di ricevere alcuni dati degli utenti in violazione delle sue politiche. Il tutto con il pieno appoggio di Trump: il presidente "ritiene che il diritti alla privacy degli americani dovrebbero essere tutelati", ha detto il vice portavoce della Casa Bianca, Raj Shah.

Anche l'Italia chiede spiegazioni. L'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni ha inviato a Facebook una specifica richiesta circa l'impiego di data analytics per finalità di comunicazione politica da parte di soggetti terzi. "In particolare - si legge in una nota dell'Agcom - è emerso che la società mette a disposizione degli utenti applicazioni sviluppate da soggetti diversi dalla piattaforma. Queste app permettono la raccolta di dati degli utenti tali da consentire la realizzazione di campagne mirate di comunicazione pubblicitaria a carattere politico-elettorale, in grado cioè di raggiungere audience profilate in base alle caratteristiche psico-sociali e di orientamento politico". Tali tecniche di profilazione degli utenti e di comunicazione elettorale "selettiva" - si legge ancora - peraltro, "sembrerebbero essere state utilizzate nel 2012 anche su commissione di soggetti politici operanti in Italia". 

FACEBOOK, SIAMO STATI INGANNATI - Anche se  l'amministratore delegato Mark Zuckerberg continua a tacere, Facebook si dice "indignata" dopo essere stata "ingannata" sull'uso distorto a fini politici dei dati da parte della società di consulenza politica Cambridge Analytica. Una nota della società sembra incolpare dell'incidente la società che sarebbe collegata al presidente Donald Trump, che secondo Facebook violava i termini del social network abusando dei dati di un ricercatore accademico. Facebook ha aggiunto che l'amministratore delegato Mark Zuckerberg e l'amministratore delegato Sheryl Sandberg e le loro squadre "stanno lavorando giorno e notte per ottenere tutti i fatti e portare avanti l'azione appropriata, perché capiscono la gravità di questo problema". 

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LE DIMISSIONI DI STAMOS - Stamos - riporta il New York Times - ha lasciato anche in polemica con il direttore generale del gruppo Sheryl Sandberg, dopo aver più volte esortato i vertici di Facebook a mostrare la massima trasparenza nello scoprire e svelare le attività di disinformazione della Russia sulla sua piattaforma.

Rispetto a quanto anticipato dal Nyt, tuttavia, Stamos ha specificato di essere rimasto in azienda nonostante il suo ruolo sia cambiato. Stamos ha scritto su Twitter: "Nonostante i rumors, sono ancora completamente impegnato nel mio lavoro in Facebook. E' vero, però, che il mio ruolo è cambiato. Attualmente sto spendendo più tempo nell'esplorazione dei rischi sulla sicurezza e lavorando sulla sicurezza delle elezioni". Secondo quanto riferito, Stamos avrebbe deciso già a dicembre di lasciare Facebook, ma sarebbe rimasto all'interno per agevolare il passaggio del suo lavoro a un successore. Né Facebook né Stamos hanno detto per quanto tempo rimarrà ancora all'interno dell'azienda. 

CAMBRIDGE ANALYTICA - La tempesta, però, ha travolto anche i vertici di Cambridge Analytica. Il consiglio di amministrazione ha infatti sospeso l'amministratore delegato Alexander Nix "con effetto immediato, in attesa di una indagine indipendente e completa". "A giudizio del cda - si legge nella nota - i recenti commenti di Nix segretamente registrati da Channel 4 e altre asserzioni non rappresentano i valori o le attività della società e la sua sospensione riflette la serietà con la quale consideriamo questa violazione". A ulteriore conferma, citando sempre il reportage di Channel 4, il Guardian rivela che i vertici della società britannica si sarebbero vantati di aver avuto un ruolo centrale nella vittoria di Donald Trump.

NUOVO TONFO IN BORSA - Intanto il titolo di Facebook ha vissuto un'altra giornata in profondo rosso a Wall Street. La società di  Zuckerberg in chiusura ha perso il 2,6%, mentre Twitter ha bruciato oltre il 10%. Per contro Amazon è salita del 2,7% e Microsoft dello 0,3%. In picchiata i titoli Oracle che hanno bruciato il 9,4%.

ZUCKERBERG BRUCIA 9 MILIARDI - Mark Zuckerberg vede volatilizzarsi nove miliardi di dollari in 48 ore: il calo dei titoli Facebook di ieri e quello di oggi porta la sua fortuna a scendere a 66 miliardi di dollari dai 75 miliardi di dollari di venerdì scorso.